Anche ai professionisti è concessa un'ancora di salvezza per accedere al credito. Un emendamento al decreto «del fare» permette ai professionisti di usufruire del Fondo centrale di garanzia per le Pmi, anche se nel limite del 5% di assorbimento delle risorse.
Potranno accedere alla garanzia pubblica, i professionisti iscritti ad un albo e quelli aderenti alle associazioni delle professioni non regolamentate incluse nell'apposito elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico, e se in possesso dell'attestazione rilasciata ai sensi della legge n. 4 del 2013 (legge sulle professioni non regolamentate). Le modalità di accesso e di attuazione del provvedimento saranno determinate da un decreto del ministero dello Sviluppo economico, emanato in concerto con il ministero dell'Economia.
Si tratta di un emendamento, quindi non ancora in vigore e suscettibile di variazioni perché il decreto «del fare» è ancora in corso di conversione. Il ddl di conversione è stato infatti approvato alla Camera ed ora si attende il passaggio in prima lettura al Senato.
Il decreto è stato convertito in legge. Vedi l'articolo del 9 agosto 2013: "Il decreto «del fare» è legge, le novità per l'edilizia"
Cos'è il Fondo centrale di garanzia per le Pmi?
Si tratta di uno strumento attivo dal 2000 per le piccole e medie imprese, che favorisce l'accesso al credito attraverso la concessione di una garanzia pubblica che si affianca o sostituisce le garanzie reali portate dall'impresa. E' quindi una garanzia prestata a fronte di finanziamenti concessi dalle banche. L'impresa che ha bisogno di un finanziamento può chiedere alla banca di garantire l'operazione attraverso l'accesso al Fondo. In pratica, in caso di insolvenza da parte dell'impresa, la banca è risarcita dal Fondo centrale di garanzia.
Rivolgendosi al Fondo di Garanzia l'impresa, quindi, non ottiene un contributo in denaro o l'erogazione diretta di un finanziamento agevolato, ma ha la concreta possibilità di ottenere attraverso banche - o anche società di leasing o confidi - un vantaggio che si può concretizzare in condizioni economiche migliori riguardo tassi e commissioni o nell'erogazione di maggior credito.
Il Fondo è gestito dal ministero dello Sviluppo economico e ha avuto un buon successo (nel 2012 sono state accolte oltre 61mila domande con 4 miliardi di euro di garanzie). Naturalmente la legge stabilisce dei "paletti". Le imprese devono essere "sane", rispettare alcuni requisiti dimensionali, esercitare la propria attività in uno dei settori ritenuti ammissibili. Ora la legge dovrà definire nel dettaglio anche le condizioni di accesso per i professionisti, anche se l'emendamento - salvo modifiche - ne ha già stabilito un accesso ridotto: ai professionisti è assicurato non più del 5% dell'ammontare del Fondo.
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