La legge Sviluppo 2.0 dello scorso anno obbliga i professionisti ad accettare pagamenti con carte di debito. Dal 1° gennaio 2014 bisognerà dotarsi di PoS (Point of sale) per consentire ad eventuali clienti che lo richiedessero, di poter pagare la parcella con bancomat. Meglio aspettare il decreto di attuazione prima di iniziare ad allarmarsi ed installare un lettore.
La legge, durante l'iter di conversione, aveva aggiunto ai bancomat anche le carte di pagamento, ovvero le carte di credito e le prepagate, ma nella versione definitiva, approdata in Gazzetta Ufficiale, sono state cancellate. In definitiva, esiste per ora l'obbligo di accettare i soli bancomat. E' il professionista a decidere se far passare nel proprio lettore anche le carte di credito. La discriminazione tra carta e bancomat è spiegata nella relazione illustrativa che accompagnava il testo di legge: non si è voluto - è scritto - «porre oneri troppo gravosi in termini di commissioni».
Meglio, però, non affrettarsi ad installare un POS e non allarmarsi. I motivi sono due e riguardano alcuni aspetti della legge. A questi va aggiunto - e non è da trascurare - il costo del servizio e dell'installazione del terminale, senza cui non è possibile "leggere" il bancomat e trasferire l'importo dell'incasso sul conto corrente. Gli oneri includono: i costi di installazione, di attivazione (per alcune banche la loro somma arriva a circa 250,00 euro), il canone mensile (che varia a seconda del modello di POS prescelto - intorno ai 20 euro per quelli fissi) e in più le commissioni calcolate in percentuale dell'importo della transazione.
Quanto alla legge, innanzitutto non è prevista alcuna sanzione per chi non si dota del POS e quindi non è in grado di accettare pagamenti con il bancomat. Altro punto riguarda i decreti interministeriali. Il testo demanda l'attuazione della disposizione ad un decreto emanato dal ministero dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell'Economia, il quale, oltre a stabilire eventuali importi minimi, modalità e termini, anche in relazione ai soggetti interessati, può disporre l'obbligo di accettare ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili, come i nuovi sistemi incorporati negli smartphone.
Scopo della legge - si legge nella relazione illustrativa - è «diffondere l‟utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento» e «contrastare l‟uso del contante, e di conseguenza l‟evasione fiscale». Ma c'è da obiettare che comunque i professionisti non ne farebbero un largo uso e sopra ai mille euro già c'è l'obbligo di utilizzo di un sistema tracciabile, inoltre bisogna fare i conti con i limiti mensili e giornalieri di bancomat e carte, spesso più bassi rispetto al valore della prestazione di un professionista.
In ogni caso, da documenti della Camera risulta che è in corso di emanazione un decreto interministeriale tra il Ministero dell'economia e delle finanze ed il Ministero dello sviluppo economico, allo scopo di definire le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento.
di Mariagrazia Barletta architetto
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