Nel 2020, per la prima volta, l'Esposizione Universale avrà come sede una città del Medio Oriente (expobids.com): in base alla scelta operata dai membri del BIE (Bureau of International Expositions), composto da rappresentanti di 168 Paesi, il primato toccherà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. La candidatura della città-stato - uno dei centri più vitali dell'economia e dello sviluppo immobiliare - nella corsa per organizzare l'evento in programma da ottobre 2020 ad aprile 2021, è stata supportata dal piano dello studio HOK/Hellmuth, Obata & Kassabaum (hok.com), che ha immaginato la sistemazione di un sito di 438 ettari (archdaily.com) collocato tra l'aeroporto internazionale di Dubai e il porto di Jebel Alì.
Il tema "Connecting Minds, Creating the Future", scelto per l'Expo, trova un riflesso nelle architetture concepite da HOK. "Il progetto... presenta tre padiglioni separati, che simboleggiano opportunità, sostenibilità e mobilità, con 'centri di innovazione' e 'aree per le migliori pratiche'. Queste tre zone scaturiscono da una piazza centrale chiamata Al Wasi, uno storico nome che per Dubai significa 'il collegamento'. Ispirato alla disposizione del tradizionale 'souk' arabo, ... lo schema colloca padiglioni più ampi in corrispondenza del perimetro, raggruppando allo stesso tempo spazi espositivi più piccoli verso il centro del sito" (hok.com).
All'ideazione di Dubai 2020 hanno contribuito anche il "collettivo globale" Populous (populous.com), per le implicazioni di progettazione partecipata, e Arup, per la definizione di infrastrutture e servizi di trasporto (archdaily.com).
Il complesso, che richiederà un investimento pari a 35 miliardi di dollari (hok.com), incorporerà sistemi per il recupero dell'acqua piovana, la riduzione delle emissioni e l'efficienza energetica. "Una suggestiva struttura di tessuto fotovoltaico" coprirà "i principali percorsi pedonali, funzionando come un parasole alimentato a energia solare e combinandosi con i pannelli fotovoltaici sugli edifici, per catturare luce solare sufficiente a generare almeno metà della quantità di energia richiesta in loco dall'Expo. Di sera, il tessuto si tramuterà in uno schermo ravvivato da luci e proiezioni digitali" (hok.com).
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