Per guidare il Grande Progetto Pompei, la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dei beni e delle attività culturali scelgono un generale dell'arma dei Carabinieri.
Il suo nome è Giovanni Nistri, dal 2007 al 2010 alla guida del Comando per la tutela del patrimonio culturale. «Nistri - afferma il comunicato del MiBACT - si è distinto nei compiti di responsabile di uno dei più prestigiosi e riconosciuti nuclei di tutela del patrimonio storico artistico del nostro Paese, dimostrando sensibilità e determinazione nel contrasto delle forme di illegalità dei beni culturali, contribuendo a dare al nucleo una rilevanza internazionale».
La preoccupazione principale e motivo della scelta sembrano essere il contrasto alla criminalità nelle operazioni per la conservazione del sito patrimonio Unesco. D'altra parte, il compito principale che il decreto "Valore Cultura" affida al direttore generale è di assicurare l'efficace svolgimento delle procedure di gara, assumendo le funzioni di stazione appaltante e vigilando sul rischio di infiltrazioni mafiose.
Risuonano, però, le perplessità di esperti come il prof. Salvatore Settis, che sulle pagine di Repubblica, reclamava la nomina una figura molto competente in materia di conservazione, così come accade in altri luoghi del mondo, dove a capo di importanti strutture museali, vi sono grandi studiosi che sono anche ottimi amministratori di quelle strutture.
Anche questa istanza sembra poter essere appagata. Ad affiancare il direttore generale vi sarà un vicedirettore generale vicario, ruolo che sarà affidato a Fabrizio Magani, direttore regionale dei Beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo e responsabile del progetto L'Aquila e che ha coordinato il piano di restauro del centro storico colpito dal terremoto del 2009. Dunque un tecnico molto competente affianca il generale dell'Arma, una scelta che dovrebbe mettere d'accordo un po' tutti perché copre sia l'esigenza di supervisione che serve per bloccare possibili infiltrazioni mafiose, sia la necessaria presenza di conoscenze specialistiche.
Il caso di Pompei è sicuramente speciale, e l'esperienza passata fa capire, poi, quanto sia delicato. A commissariare l'area sono stati, infatti, il prefetto Renato Profili, nominato da Sandro Bondi a luglio del 2008 e poi Marcello Fiori, funzionario della protezione civile, ricordato più recentemente per l'accusa mossa dalla magistratura per «abuso d'ufficio continuato». In quegli anni poco si è fatto, lo testimoniano la manutenzione scarsa e i continui crolli, gli ultimi nel mese di novembre.
Al di là delle scelte fatte ieri da Ministero e Governo, che sembrano adeguate, ci sono i tempi da considerare. I 105 milioni del Grande Progetto Pompei devono essere spesi entro il 2015 e dei 39 cantieri previsti dal Progetto solo 5 sono stati aperti. Poi c'è il piano di gestione che l'Unesco chiede entro il 31 dicembre, per il quale la Soprintendenza ha sottoscritto un protocollo d'intesa lo scorso 25 novembre.
di Mariagrazia Barletta
Per approfondire: www.beniculturali.it | governo.it
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