Legambiente contro il decreto "Destinazione Italia", definito: «ennesimo passo indietro del Governo Italiano». Sotto accusa le scelte energetiche, che - secondo l'associazione ambientalista - condannerebbero l'Italia «all'inquinamento e al conflitto con l'Europa». Tra i punti sotto accusa: l'eliminazione dell'obbligo di allegare l'Attestato di Prestazione Energetica ai trasferimenti a titolo gratuito (leggi l'articolo), un passo indietro sull'approvazione da parte del condominio di lavori volti al risparmio energetico tramite una maggioranza semplice e il taglio di incentivi alle rinnovabili.
Niente APE per i trasferimenti a titolo gratuito
Tra gli aspetti criticati, la soppressione dell'obbligo di allegare l'Attestato di Prestazione Energetica negli affitti e nei trasferimenti a titolo gratuito, obbligo che, ricorda Legambiente: «le Direttive Europee avevano introdotto proprio per aiutare le famiglie a conoscere lo stato di salute energetico e a far crescere la consapevolezza dell'importanza del tema risparmio».
Mancato coordinamento tra i provvedimenti
Ma, come osservato dal Consiglio Nazionale del Notariato, resta una disposizione del DLgs 192/2005 non coordinata con le novità introdotte dal "Destinazione Italia". Secondo l'articolo 6 del decreto legislativo (non modificato), infatti, anche per i trasferimenti a titolo gratuito degli immobili, resta l'obbligo di dotazione dell'APE: anche per questi contratti già all'avvio delle trattative il proprietario deve rendere disponibile l'attestato.
Da una parte, per effetto dell'articolo 6, vi è dunque l'obbligo di dotazione dell'APE per i trasferimenti a titolo gratuito, dall'altra, a causa delle nuove modifiche, non sono previsti gli obblighi di allegazione, di informativa e di consegna. «E' lecito chiedersi - si legge nelle considerazioni del Consiglio del Notariato - quale senso abbia imporre la dotazione dell'attestato se poi non è prevista né l'allegazione né la dichiarazione di informativa». (vedi: Ape - attestato di prestazione energetica, quando è obbligatorio redigerlo).
Al di là della mancanza di coerenza, la logica del provvedimento viene spiegata negli atti parlamentari, dove si legge: «si eccettuano dal precetto (dall'obbligo di allegazione ndr) gli atti a titolo gratuito, nei quali l'avente causa non deve né può svolgere alcuna valutazione sulla qualità dell'immobile che riceve». In definitiva, sembrerebbe che, chi riceva un immobile in donazione non possa esigere di essere informato sulle sue prestazioni energetiche.
Interventi di efficientamento energetico, dalla maggioranza semplice a quella qualificata
Altro passo indietro ravvisato da Legambiente riguarda gli interventi di risparmio energetico da parte dei condomini. «E' infatti previsto - fanno notare - che per realizzarli servirà una maggioranza qualificata e non più "semplice", facendo addirittura un passo indietro rispetto alla riforma del condominio del 2012 che aveva introdotto questa semplificazione».
Ad essere modificato dal decreto è infatti l'articolo 1120 del codice civile, che prevedeva, grazie ad una semplificazione inserita dalla riforma del condominio, che i lavori e gli interventi per il contenimento del consumo energetico potessero essere decisi con un numero di voti che rappresentasse la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio. Per far valere la deliberazione, con l'entrata in vigore del "Destinazione Italia", serve la maggioranza e sono invece richiesti i due terzi del valore dell'edificio. Con la legge di riconversione tutto dovrebbe ritornare a suo posto. E' stato infatti proposto ed approvato un emendamento - primo firmatario l'on. Franco Vazio - che annulla la modifica al codice civile introdotta dal "Destinazione Italia".
Taglio degli incentivi alle rinnovabili
Infine gli incentivi alle rinnovabili. «A concludere il quadro ammazza-futuro - sottolinea Legambiente - ai commi 2-6 si interviene per tagliare retroattivamente gli incentivi alle fonti rinnovabili, modificando le regole e i prezzi del ritiro a totale discapito dei titolari dell'impianto che non potranno più contare sulle banche per eventuali interventi di rifacimento degli impianti, a meno di accettare una riduzione del corrispettivo annuo prolungando il periodo di incentivazione».
di Mariagrazia Barletta
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