Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico con il quale è stato introdotto l'obbligo, per imprese e professionisti, di accettare le carte di debito per pagamenti di importo superiore a 30 euro.
La richiesta era stata avanzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti che, in un comunicato stampa diffuso in seguito all'ordinanza del TAR, ha ribadito le sue ragioni: «Riconfermiamo in tutto e per tutto le nostre posizioni - ha commentato il presidente Leopoldo Freyrie - l'obbligo di utilizzo del PoS da parte dei professionisti dal prossimo 30 giugno - ha affermato - nulla ha a che fare con i principi di tracciabilità dei movimenti di denaro, realizzabili semplicemente con il bonifico elettronico configurandosi, invece, come una vera e propria gabella medioevale impropriamente e ingiustamente pagata a un soggetto privato terzo, le banche, che - oltretutto - non svolgono alcun ruolo, nel rapporto tra committente e professionista».
A definire la situazione dovrà essere un altro decreto
Ricordiamo che il decreto del MISE, in vigore dal 28 marzo 2014, impone di accettare carte di debito per pagamenti superiori a 30 euro. Un obbligo che non vale per tutti i professionisti, almeno per ora, ma riguarda coloro che hanno un fatturato non inferiore a 200mila euro. Dovrà essere emanato un altro decreto, entro il 26 giugno 2014, che potrà introdurre nuove disposizioni.
Nel frattempo, è intervenuto anche il Milleproroghe che ha modificato il DL 179/2012 che stabiliva l'obbligo di accettare carte di debito per professionisti ed imprese a partire dal 1° gennaio 2014. Posticipando questa data al 30 giugno 2014. Bisognerà attendere il decreto del MISE, quello che ha come scadenza il 26 giugno, per comprendere quale sarà la sorte per i professionisti con reddito inferiore a 200mila euro. Tale decreto potrà, infatti, individuare nuove soglie e nuovi limiti minimi di fatturato rispetto a quelli attualmente vigenti
In assenza di interventi, dopo il 30 giugno l'obbligo dovrebbe allargarsi a tutti, indipendentemente dal reddito. Da rilevare, che mai una legge o altra disposizione ha fissato delle sanzioni per chi non si adegua alla novità.
di Mariagrazia Barletta
Per approfondire: awn.it
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