Partiranno il prossimo 28 maggio i lavori di street art, che andranno ad alleviare il degrado di uno dei quartieri più difficili della città di Napoli. Una esperienza partecipata che coinvolgerà la comunità locale per rafforzarne il sentimento di identità e di appartenenza al luogo.
Il progetto è dell'architetto Mariano Marmo, e degli architetti e tutor universitari Alessandra Pagliano e Angelo Triggianese, del dipartimento DiARC, dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II".
Il luogo è la stazione della metropolitana, fermata "Piscinola", dove, i partecipanti, tra cui anche i ragazzi, armati di colori, trasformeranno il diffuso fenomeno dell'imbrattamento murario da atto vandalico in una testimonianza di speranza e di riscatto attraverso un'attribuzione di senso positivo mediata dall'arte. A colorare gli spazi sarà un allestimento artistico in chiave anamorfica dei tre principali accessi ai binari della stazione. Si tratta di creare figure distorte che guardate da un certo punto di vista generano un'illusione ottica che consente di godere dell'effetto 3D di un'immagine, in realtà, solo bidimensionale.
La possibilità di smontaggio, il ridotto costo di realizzazione e la eventuale temporaneità delle opere mirano a riqualificare la stazione usando il degrado come materia stessa della progettazione artistica, nell'attesa di poter finalmente (o eventualmente) utilizzare l'intera area secondo il progetto architettonico, al momento incompiuto.
L'effetto sarà la trasformazione della stazione di Piscinola da luogo di transito anonimo e degradato in un sito che la collettività possa riconoscere come proprio e in cui potersi identificare. Anche le architetture, abbandonate e svilite dall'incuria, da oggetto di intervento e di fruizione, si trasformano in semplice substrato, perdendo valore in quanto spazio in sé ma acquisendone uno nuovo che, oltre ad essere il risultato dell'operazione artistica, è anche la somma di elementi già esistenti con la propria storia e le proprie caratteristiche e dei nuovi segni che ad essi si sovrappongono, in parte annullandoli, in parte rafforzandoli.
Le installazioni anamorfiche richiedono l'interazione dell'osservatore che, da frettoloso passeggero, diviene soggetto indispensabile per la formazione di immagini significative: l'anamorfosi genera nello spettatore un coinvolgimento attivo in una dimensione ludica.
Il progetto è realizzato da EAV - Ente Autonomo Volturno, ing. Arturo Borrelli, e patrocinato dall'Assessorato al Welfare del Comune di Napoli, dott.ssa Roberta Gaeta. Partecipa l'Istituto comprensivo statale San Gaetano e la cooperativa sociale Obiettivo Uomo.
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