Nel nostro Paese i brevetti sono in crescita, ma alla creatività non corrisponde un'applicazione industriale diretta, con un conseguente rallentamento del progresso tecnologico-industriale. A spiegare il problema è l'architetto Paolo Anzuini, presidente de «Il Valore delle Idee», associazione senza scopo di lucro impegnata nella diffusione della cultura che gravita intorno ai temi delle proprietà intellettuali ed industriali. Un campo d'azione in cui rientrano brevetti, disegni, modelli e marchi. I soci fondatori sono, oltre a Paolo Anzuini, anche Guido Del Re e Giulia Priori.
Il primo aspetto che Paolo Anzuini mette in evidenza è la mancanza di informazione tra gli architetti. «Gli architetti - afferma - sono senza dubbio i professionisti più creativi e meno concreti per quanto concerne la tutela di disegni finalizzati alla produzione industriale. Durante le fiere/mostre che si svolgono in tutta Italia, il 90% dei prodotti/prototipi esposti nelle sezioni sperimentali/innovative non sono tutelati».
Sulla stessa linea anche l'avvocato Guido Del Re dello Studio legale Del Re, che collabora con Il Valore delle Idee per diffondere la conoscenza sull'argomento. «Mediante la partecipazione in qualità di relatore, ai corsi organizzati presso gli Ordini professionali degli Architetti, ho potuto constatare la carenza di informazione e la curiosità che ruota intorno al mondo della proprietà industriale ed intellettuale», spiega l'avvocato.
«La quotidianità lavorativa degli architetti - continua - li porta spesso a trovarsi nella paradossale situazione di non essere consapevoli di aver o meno inventato qualcosa, per mancanza di conoscenza giuridica e non dell'argomento».
Sui motivi della mancanza di conoscenze, Anzuini non ha dubbi: «La maggior parte degli architetti non conosce il tema della proprietà per diverse ragioni, prima fra tutte l'inesistenza di formazione durante il corso di studi universitari. Dobbiamo mettere in condizione i probabili inventori di poter valutare la possibilità di tutelare le loro idee trasformandole in invenzioni per arrivare al deposito ed il riconoscimento di brevetti "forti"».
Ma il problema è anche del Paese, che dovrebbe riconoscere e dare risalto alla qualità. È una sorta di ragionamento sul merito, quello esposto da Anzuini: «Il nostro Paese - continua - non ha ancora intuito che il concetto principale del brevetto non si riscontra con i numeri, ma con la qualità dei depositi. Possiamo brevettare centinaia di invenzioni, ma se nel processo industriale se ne avviano circa il 20-30%, i restanti brevetti, per la società ed il progresso tecnologico, non producono effetti innovativi e vanificano risorse e contributi messi a disposizione dallo Stato. Un buon portafoglio brevetti può essere percepito dai partner commerciali, dagli investitori, dagli azionisti e dai clienti come una dimostrazione dell'alto livello di qualità specializzazione e capacità tecnologica dello studio di Architettura, elevandone l'immagine positiva».
«È importante che si capisca quanto sia vantaggioso per un' impresa che l'inventore tuteli l'eventuale trovato. Oggi inventore ed impresa devono collaborare per relazionarsi in maniera forte nei confronti del resto del mondo, dove non possiamo competere con i numeri, ma solo con la qualità e la tutela dei nostri prodotti», conclude l'architetto Anzuini.
I diritti di proprietà industriale
La normativa in materia di proprietà industriale è raccolta in un unico codice (DLgs n.30 del 10 febbraio 2005), a livello sovranazionale esistono poi direttive comunitarie di armonizzazione e accordi internazionali, tra cui le Convenzioni di Monaco e Lussemburgo sul brevetto europeo.
Brevetti
Un brevetto tutela un'innovazione tecnica, un prodotto o un processo che dà una nuova soluzione a un problema tecnico. Grazie al deposito del brevetto si ha diritto ad un monopolio temporaneo di sfruttamento sull'oggetto del brevetto stesso, «consistente nel diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di farne un uso commerciale, vietando tali attività ad altri soggetti non autorizzati» [www.uibm.gov.it].
La domanda di brevetto, valida solo per l'Italia, va depositata all'Ufficio Italiano dei Brevetti e dei Marchi (UIBM). La trasmissione si effettua agli uffici dell'UIBM di Roma o agli sportelli dedicati della Camera di Commercio. Una volta concesso, il brevetto viene pubblicato in bollettini appositi. Per depositare un brevetto su scala europea bisogna invece rivolgersi all'Ufficio Europeo dei Brevetti di Monaco di Baviera. Il brevetto europeo può essere pensato come una sommatoria di brevetti nazionali, ognuno dei quali è sottoposto alla legislazione di ciascun paese.
Il diritto esclusivo sul brevetto dura 20 anni a partire dalla data di deposito della domanda, scaduti i quali l'invenzione che è alla base del brevetto diventa patrimonio di tutti e chiunque potrà sfruttarla.
Modello di utilità
Per essere protetto con modello di utilità è necessario che il prodotto industriale sia nuovo e originale e che abbia particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego. Come per il brevetto di invenzione deve essere registrato e la sua durata è di 10 anni.
Disegni e modelli
Al contrario dei modelli di utilità, disegni e modelli prescindono dalla funzionalità ed utilità di un prodotto, e servono invece a tutelare la forma di un prodotto o una sua parte. Il modello può essere registrato per 5 anni e rinnovato fino a 5 volte. La protezione infatti può essere prolungata fino ad arrivare a 25 anni dalla data di deposito.
Link utili:
- Ministero dello Sviluppo Economico, Ufficio Italiano Marchi e Brevetti [www.uibm.gov.it]
- Camera di Commercio di Roma, Brevetti, modelli e marchi [www.rm.camcom.it]
- Video informativo. Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico presenta: "Come depositare marchi, brevetti e disegni"
- Associazione Il Valore delle Idee
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