Il concorso per la rifunzionalizzazione del cavalcavia Bussa che collega i quartieri Isola e Garibaldi a Milano se lo aggiudica il team capitanato da Eliana Saracino, giovane architetto under 35. A comporre la squadra di lavoro: i progettisti Guglielmo Bartocci, Giovanna Perdichizzi, Agnese Monica, Alessandra Glorialanza, Orsola Nina Artioli, Elisa Borgognoni (consulente) e Daniela Rosati (collaboratrice).
Il concorso era stato bandito dal Comune di Milano, seguendo la procedura-tipo sviluppata online dall'Ordine degli architetti meneghino, in collaborazione con l'Ordine degli ingegneri di Milano.
Un'unica matrice dunque per i due concorsi banditi in parallelo, l'uno per la progettazione del Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi (aggiudicato solo pochi giorni fa dallo studio Chilometro 429) e l'altro per la trasformazione del Cavalcavia Bussa. In entrambi i casi la procedura aperta, basata esclusivamente sulla valutazione delle proposte progettuali, ha premiato architetti giovani.
E aver conquistato la vetta della classifica non è l'unica soddisfazione. Oltre al premio di 36mila euro, dovranno arrivare gli incarichi. Il bando prevedeva infatti l'affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione. Come per l'altro concorso, anche in questo caso il Comune è vincolato dal bando ad assegnare gli incarichi ai vincitori (se deciderà di avviare le successive fasi di progettazione). Incarichi che valgono fino a 520mila euro.
«La procedura - afferma Valeria Bottelli, presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano - ha permesso di valutare proposte progettuali ricchissime, interessanti e innovative dall'Italia e dall'estero. Anche queste sono novità di respiro europeo previste dalla procedura e sinora inedite per l'Italia».
Il Cavalcavia
Il cavalcavia Bussa, realizzato nel 1961, collega due quartieri: la zona più centrale di corso Como e il quartiere Isola. Si estende su un'area di 8.400 metri quadri ed è lungo 240 metri. Secondo la giuria, questo concorso presenta complessità nuove rispetto ad altri, perché si tratta di riqualificare e rigenerare uno spazio ora adibito a parcheggio e transito, privo di identità e problematico dal punto di vista della sicurezza. Il progetto doveva raccogliere le esigenze esposte dai cittadini dell'Isola, reclamava un riscatto urbanistico e sociale, e richiedeva un profondo ripensamento in termini di accessibilità, fruizione e recupero.
Eliminati i parcheggi ed il transito auto, il cavalcavia Bussa sarà una "piazza" che risolverà diversi problemi sociali, sarà restituito alla cittadinanza per sostare, fermarsi e giocare.
Il progetto vincitore
Il progetto "Guardami" attribuisce un'identità e riconoscibilità forte al luogo, attualmente sospeso, senza confini e senza attrattiva, attraverso la realizzazione di un'"architettura" leggera, permeabile e comunicativa, evocativa della memoria industriale e coerente con la storia del contesto urbano. Il progetto si preoccupa di portare nuove funzioni che si affaccino sia sul luogo, che sul paesaggio urbano, a loro volta visibili, attraverso una struttura capace con la propria vitalità di generare e consolidare nuove relazioni. Esso propone, inoltre, una superficie disponibile per la definizione di usi diversi, da definirsi nel percorso partecipato, che coinvolga molteplici attori e portatori d'interessi.
Apprezzate le soluzioni per le due testate del cavalcavia, in particolare l'idea di creare una nuova piazza urbana in prossimità della scuola materna sulla testata sud. Nella testata nord è apprezzata l'idea di creare uno spazio pubblico, attualmente marginale, davanti alle abitazioni esistenti, che integra anche l'area attualmente a parcheggio.
Le funzioni
Sulla testata nord è prevista una «promenade plantée»: una passeggiata ambientale, che permetta alle diverse tipologie di utenti (ciclisti, anziani, passeggini, bambini, ecc.) di percorrere il dislivello in tranquillità e circondati dal verde. La testata sud, battezzata con il nome «Foro Garibaldi» ha invece la vocazione di diventare uno spazio di aggregazione ludico e culturale. Altro elemento è l'«Insegna Abitata», l'impalcatura attrezzata sviluppata sul cavalcavia, un nuovo landmark urbano "alla portata di tutti", uno spazio da abitare, una torre scenica su cui salire e da cui poter avere un punto di vista diverso sulla città.
La superficie del cavalcavia, nominata «il Palinsesto» è concepita, invece, come un parterre attivo in continuo mutamento, denso di attività urbane eccezionali. Infine, la «Velostazione»: un edificio/rampa che consente la connessione fra le diverse quote urbane e dà la possibilità di depositare in sicurezza un elevato numero di biciclette, con un «core» occupato da piccole attività commerciali.
Lo spazio (partecipato) delle possibilità
L'idea è rendere lo spazio del cavalcavia dove tutto è ancora possibile. Il progetto è definito nella sua immagine complessiva, ma questo non esclude un certo grado di trasformabilità. Il team vincitore prevede un'infrastruttura urbana flessibile: «aperta per accogliere funzioni e spazialità non prevedibili, in cui ognuno possa trovare una sua possibilità di espressione perché ancora tutto è possibile», spiegano i progettisti nella relazione di progetto, specificando che: «Lavorare in uno scenario urbano critico e volatile come quello contemporaneo, che non può essere completamente previsto in fase progettuale, spinge ad adottare strategie di sviluppo flessibili ed adattabili nel tempo».
Seppure in continuo divenire, il cavalcavia dovrà avere una sua identità, affinché i luoghi diventino un riferimento all'interno dell'immaginario urbano di ciascun cittadino.
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