La tredicesima inchiesta sulle tendenze economiche realizzata dall'Architects' Council of Europe conferma le tendenze positive registrate nelle precedenti indagini, ma solo per alcuni Paesi. L'Europa per gli architetti è a due marce: nei Paesi del Nord, Finlandia e Norvegia in testa, i professionisti sono soddisfatti per il loro lavoro. La condizione opposta si riscontra in Spagna, Portogallo e Grecia, dove la quasi totalità degli intervistati manifesta grosse preoccupazioni. Il mercato dell'architettura si rimette progressivamente in moto e lo spirito generale dei professionisti migliora. In generale si guarda al futuro con più positività, anche se con differenze considerevoli tra un Paese e l'altro.
L'indagine è stata realizzata tra dicembre 2014 e gennaio 2015 ed ha ricevuto 3341 risposte da architetti di tutta Europa. Ma gli architetti italiani che vi hanno partecipato sono stati pochi (192 intervistati) per cui il campione non è stato ritenuto significativo, e dunque è stato escluso dai risultati.
La maggior parte degli architetti intervistati (il 51,5 %) considera la situazione del mercato «soddisfacente», «buona» o «molto buona». Un numero pressoché uguale di professionisti giudica, però, la condizione attuale ancora «negativa» o «molto negativa».
L'analisi rivela, e non è una sorpresa, che il mercato europeo dell'architettura non è affatto omogeneo, la percezione della situazione varia molto da un Paese all'altro. Come nelle indagini precedenti, i professionisti dei Paesi dell'Europa del Nord, con in testa la Norvegia e la Finlandia, restano i più soddisfatti della loro condizione e quelli che maggiormente confidano nel futuro. Le difficoltà persistono nell'Europa del Sud, Centrale e Occidentale, dove, in tredici Paesi, le condizioni del mercato sono giudicate ancora preoccupanti. Il livello di insoddisfazione più basso si registra in Grecia, in Spagna e in Portogallo, dove una percentuale molto vicina al 100% dei professionisti esprime la propria preoccupazione.
In generale, le previsioni sul carico di lavoro previsto nei prossimi tre mesi sono incoraggianti. Per la prima volta nella storia dell'indagine, sono di più le persone che attendono un incremento delle commesse piuttosto che una diminuzione, con percentuali che sono rispettivamente del 32,5% e del 23,7%. Ma, c'è sempre una maggioranza, che si attesta intorno al 43%, che non confida in cambiamenti significativi per l'immediato futuro.
Il 67,5% degli intervistati non prevede licenziamenti ma nemmeno di incrementare il proprio team di lavoro, mentre il 18% dichiara di dover ricorrere a nuovi collaboratori.
di Mariagrazia Barletta
Per leggere l'indagine: www.ace-cae.eu
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