Quest'anno ad aggiudicarsi il premio, considerato l'equivalente del Nobel per l'architettura, dopo Shigeru Ban, vincitore nel 2014, è il tedesco Frei Otto, famoso per le sue coperture a vela in tensione. Si è trattato di una assegnazione fuori dall'ordinario: il verdetto è stato anticipato per la morte dell'architetto, avvenuta lunedì scorso. La proclamazione era programmata, infatti, per il 23 marzo, ma il risultato è stato svelato ieri sera.
Ad annunciare il verdetto è stato Mr. Pritzker, presidente della Hyatt Foundation, che sponsorizza il Premio: «È chiaro per la nostra giuria che la carriera di Frei Otto è un modello per le generazioni di architetti e la sua influenza continua a farsi sentire. La notizia della sua morte è molto triste, senza precedenti nella storia del premio. Siamo grati alla giuria che gli ha assegnato il premio quando lui era ancora vivo». Alla cerimonia di premiazione che si terrà il 15 maggio a Miami, si celebreranno il suo lavoro e la sua vita.
Coperture per le principali attrezzature sportive al villaggio olimpico di Monaco - Summer Olympics, 1968 - 1972, Monaco (Germania). Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
Coperture per le principali attrezzature sportive al villaggio olimpico di Monaco - Summer Olympics, 1968 - 1972, Monaco (Germania). Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
Frei Otto è il quarantesimo vincitore del Pritzker e la decisione anche se annunciata solo ieri, in realtà era stata già presa ad inizio anno e la notizia era stata comunicata all'architetto, che si era così espresso: «Non ho fatto alcunché per vincere il premio. Ciò che mi ha guidato in architettura è stata la volontà di disegnare nuove tipologie di edifici che aiutassero i poveri specialmente in seguito a disastri naturali e catastrofi».
Frei Otto ha praticato un approccio olistico e collaborativo all'architettura, collaborando con biologi, ingegneri, filosofi, artisti ed altre figure professionali. È stato il pioniere nell'uso di strutture moderne e leggere, simili a tende e adatte a molteplici usi. A permeare la sua logica progettuale, la riduzione dell'impatto sull'ambiente e l'uso responsabile dei materiali. E poi un'idea di fondo in cui non ha mai smesso di credere: l'architettura può dar vita ad un mondo migliore per tutti.
Coperture per le principali attrezzature sportive al villaggio olimpico di Monaco - Summer Olympics, 1968 - 1972, Monaco (Germania). Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
Coperture per le principali attrezzature sportive al villaggio olimpico di Monaco - Summer Olympics, 1968 - 1972, Monaco (Germania). Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
Tra le sue opere più famose le coperture per le attrezzature sportive del Parco Olimpico di Monaco (1972), per il Padiglione tedesco all'esposizione internazionale e universale del 1967, il Padiglione giapponese all'Expo 2000 di Hannover, realizzato, tra l'altro, con Shigeru Ban. e poi una serie di strutture per le German Federal Exhibitions del 1950.
«Frei Otto ha trascorso la sua lunga carriera indagando, sperimentando e sviluppando un'architettura sensibile, che ha avuto una grande influenza in tutto il mondo. La lezione del suo lavoro pionieristico nel campo delle strutture leggere, adattabili, mutevoli e capaci di impiegare risorse limitate ha oggi la stessa importanza che aveva oltre sessanta anni fa, quando quelle strutture furono proposte per la prima volta. Egli ha incarnato una definizione di architetto che include i ruoli di ricercatore, inventore, ingegnere, costruttore, insegnante, collaboratore, ambientalista, umanista e creatore di immemorabili edifici e spazi». ha affermato la giuria nell'assegnare il premio.
Esposizioni universali del 1967 o Expo 67, a Montreal, Canada. Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
Institute for Lightweight Structures, interno, 1967, University of Stuttgart a Vaihingen. Photo © Atelier Frei Otto Warmbronn
In giuria: Lord Palumbo, presidente emerito alla Serpentine Gallery (Londra), Alejandro Aravena titolare dello studio Elemental (Santiago - Cile), Stephen Breyer, U.S. Supreme Court Justice (Washington), l'architetto Yung Ho Chang (Beijing - Cina), Kristin Feireiss, curatrice di architettura e scrittrice (Berlino), Glenn Murcutt (vincitore del Pritzker nel 2002), Richard Rogers (vincitore nel 2007), l'architetto Benedetta Tagliabue (Barcellona), Ratan N. Tata, presidente emerito di Tata Sons (Mumbai), Martha Thorne, IE School of Architecture & Design (Madrid).
Le immagini sono concesse per gentile cortesia dell'Atelier Frei Otto - Warmbronn.
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