Lo Studio Bradaschia di Trieste ha appena concluso l'ampliamento della caserma dei Carabinieri di Saluzzo (Cuneo). L'intervento estende l'edificio esistente e si inserisce in un tessuto edilizio se non proprio storico, sicuramente consolidato, all'interno del centro abitato della città piemontese.
L'affidamento della progettazione arriva in seguito ad una gara, basata su curricula ed offerta economica. Lo Studio Bradaschia si aggiudica l'appalto grazie all'esperienza acquisita con la progettazione delle caserme di Trieste, Feletto Umberto di Tavagnacco (UD) e di Muggia (rimasta, quest'ultima, sulla carta). Il tema, però, è nuovo. Diversamente dall'esperienza pregressa, a Saluzzo non si stratta di una costruzione ex novo, ma di un intervento sul costruito.
La palazzina esistente precedentemente sopraelevata, ampliata ed attrezzata era stata ceduta al Comune nel 1967 per ospitare la Compagnia dei Carabinieri di Saluzzo. L'edificio, pluripiano, era caratterizzato da un paramento murario in laterizio e da una copertura a falde: una fabbrica piuttosto banale e scadente dal punto di vista architettonico, riconducibile, tipologicamente, ad un edificio residenziale.
Data la scarsa rilevanza delle preesistenze il progetto è stato concepito come un "assolo", pur confrontandosi planimetricamente, con l'impianto esistente e le geometrie del lotto. L'ampliamento della caserma Carabinieri di Saluzzo è stato realizzato mediante la costruzione in adiacenza al fabbricato esistente di un nuovo fabbricato a "L" dell'altezza di due piani fuori terra.
La nuova costruzione ospita la parte di caserma destinata a fini abitativi. Al piano primo sono state realizzate cinque camere, ciascuna da due posti letto. Nel piano sottostante, invece, oltre a un piccolo spogliatoio con relativo wc, è stata realizzata una sala mensa dotata di cucina e magazzino che all'occorrenza potrà essere utilizzata come sala riunioni.
La nuova ala del fabbricato prospettante la via Don Bosco mantiene l'allineamento con i fabbricati esistenti. È stato conservato un accesso diretto su via Don Bosco, mediante la realizzazione di un passaggio al piano terreno. Al piano interrato è stato realizzato un archivio/magazzino a fianco dell'esistente autorimessa.
La struttura è integralmente in cemento armato (fondazioni, pilastri, solette piene, ecc.) e rivestita in lamiera metallica tinteggiata di verde, una sorta di rivestimento in rame tendente al "mimetico": una "fortezza", un edificio rassicurante per solidità, caratterizzato da una texture di facciata a corsi verticali di diversa larghezza, per dinamicizzare il fronte. Ad animare i prospetti provvedono anche i disassamenti dei fori porta/finestra, quasi feritoie, disallineate a caratterizzare geometrie contemporanee.
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