Raccogliere idee per la "Casablanca Bombing Rooms", una biblioteca pubblica e un centro culturale capaci di educare alla non violenza, da progettare sul sito dove nel 2003 si sono consumati gli attentati di Casablanca. Era questo l'obiettivo del concorso di progettazione lanciato lo scorso maggio dalla piattaforma per concorsi HMMD Architecture Competitions, che ora annuncia i vincitori.
Tre i progetti selezionati, provenienti da Australia, Cina e Giappone. Le proposte sono state valutate in base ad una serie di criteri: forza e chiarezza dell'idea, originalità, qualità della proposta e adeguatezza al contesto e, non ultima, la capacità di sensibilizzare sul tema della non violenza.
Il progetto vincitore del concorso è di William Song Yuan e Rachel Hurst dall'Australia, che hanno pensato ad una biblioteca pubblica e ad un centro di formazione per la città e la sua regione. I progettisti immaginano una torre nera, apparentemente molto semplice, ma che sviluppa una serie di concetti tra loro collegati. La torre, dalla scala monumentale, sorge come un minareto nella città. Dunque, un riferimento all'architettura religiosa islamica, per una torre che intende rappresentare la conoscenza e la crescita verso un futuro più sereno.
Seppure abbia un aspetto alquanto intimidatorio, la torre intende esprime in modo simbolico più concetti: dolore per le vittime, oppressione culturale, riprendendo il colore della terra nera carbonizzata da un bombardamento. La facciata, concepita come un velo traforato tirato su di un volume compatto, lascia trasparire la vita all'interno. Per rispondere alla richiesta del concorso di far sì che l'architettura veicolasse un concetto di non violenza, i progettisti immaginano di affiancare un cinema alla biblioteca, considerato un mezzo più potente ed efficace per trasmettere qualsiasi messaggio, più della carta stampata. Così viene immaginato, al piano terra, un cinema-anfiteatro all'aperto, pensato per favorire il dibattito e l'apprendimento.
Al secondo posto il team cinese composto da Iryna Safonova e Laurène Mousnier, che intitola il suo progetto "Rinascita". L'edificio è associato ad una fenice, che rinasce dalle ceneri dei bombardamenti e che con le sue funzioni, e in particolare attraverso la conoscenza e l'apprendimento collettivo, combatte la violenza.
Al terzo posto Rina Chinen dal Giappone, che focalizza il suo progetto sul tema della sensibilizzazione della popolazione, secondo la giuria: «una proposta pulita che affronta in modo diretto il compito di educare il grande pubblico alla non-violenza».
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