I piani operativi POR e PON dei fondi FSE e FESR, rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020, si intendono estesi anche ai liberi professionisti in quanto equiparati alle piccole e medie imprese. A prescindere dalla forma giuridica rivestita, i professionisti sono individuati come destinatari dei fondi strutturali europei stanziati fino al 2020. È quanto ha previsto la legge di Stabilità 2016, in vigore dal 1° gennaio.
La legge ha riconosciuto quanto affermavano la Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE e il Regolamento Ue 1303/2013, che equiparavano i professionisti alle PMI. Tutto parte dalla nozione di impresa, che in Europa è molto ampia. Secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia, essa include «qualsiasi entità che esercita un'attività economica, a prescindere dallo status giuridico di detta entità e dalle sue modalità di finanziamento».Una definizione in cui non possono non rientrare anche i professionisti.
Nel 2014 i professionisti erano stati espressamente individuati, dalle Linee d'azione per le libere professioni, del Piano d'azione imprenditorialità 2020, come destinatari a tutti gli effetti dei fondi europei stanziati fino al 2020, sia diretti che erogati tramite Stati e regioni. Nonostante ciò e nonostante gli orientamenti Ue, gran parte dei bandi regionali italiani continuavano ad essere confezionati in maniera da escludere i professionisti, inserendo in molti casi l'iscrizione alla Camera di Commercio come requisito imprescindibile per l'accesso ai fondi. Dunque i bandi regionali sono ora destinati a diventare un'occasione a cui guardare anche per i professionisti.
Con l'approvazione della legge di Stabilità «non ci sono più alibi per escludere i professionisti dai Piani operativi regionali e nazionali della programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali europei», aveva affermato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella.
C'è, poi, il programma Cosme. Il Regolamento Ue 1287/2013 istituisce un programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (Cosme 2014 - 2020). «L'articolo 5 stanzia per l'attuazione del programma 2.298 milioni di euro, disponendo che non meno del 60% siano destinati a strumenti finanziari. Gli stanziamenti annuali sono autorizzati dal Parlamento europeo e dal Consiglio nei limiti del quadro finanziario pluriennale. Anche tale regolamento afferma che il programma Cosme dovrebbe riguardare in particolare le PMI, come definite nella Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione Ue», viene ricordato nella documentazione della Camera che accompagna la Legge di Stabilità.
Tale Raccomandazione considera impresa «ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un'attività economica. In particolare sono considerate tali le entità che esercitano un'attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitino un'attività economica».
Cosa sono i Fondi FESR
L'obiettivo del FESR è contribuire al potenziamento della coesione economica e sociale, riducendo le disparità regionali. Tale contributo avviene attraverso un sostegno allo sviluppo e attraverso l'organizzazione strutturale delle economie regionali, anche per quanto riguarda la riconversione delle regioni industriali in declino.
Si tratta in particolare di finanziamenti riguardanti: investimenti che contribuiscono a creare posti di lavoro durevoli; investimenti nelle infrastrutture; misure di sostegno allo sviluppo regionale e locale, compresa l'assistenza e i servizi alle imprese, in particolare per quanto riguarda le piccole e medie imprese (PMI); l'assistenza tecnica.
Il Fondo Sociale Europeo
Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall'UE per sostenere l'occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, l'FSE investe nel capitale umano dell'Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l'anno, l'FSE aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.
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