Anche quest'anno Inarcassa dà la possibilità a chi ha percepito redditi bassi di derogare al versamento del minimo soggettivo, che ammonta per il 2016, a meno di lievi aggiornamenti Istat, a 2.280 euro.
Sarà possibile versare una cifra inferiore, calcolata in percentuale al reddito effettivamente prodotto.
Come si calcola il contributo soggettivo
Il contributo soggettivo si calcola in percentuale al reddito professionale netto, dichiarato ai fini dell'Irpef. Tale percentuale anche per il 2016 è pari al 14,5 per cento.
Indipendentemente dal reddito percepito, il 30 giugno ed il 30 settembre scadono le rate dei minimi, per cui è obbligatorio versare ad Inarcassa i contributi soggettivo e integrativo minimi, insieme al contributo di maternità, sempre che non si abbia optato per un pagamento rateale (sei rate bimestrali di pari importo). Almeno questa è la regola generale, rispetto alla quale si potrà anche quest'anno derogare.
Chi può derogare al minimo soggettivo
Gli associati alla Cassa per ingegneri ed architetti liberi professionisti, che ritengono di produrre un reddito 2016 inferiore a 15.724 euro, possono scegliere di non versare il contributo soggettivo minimo di 2280 euro (ancora da aggiornare in base all'indice annuale Istat), ma di calcolare tale contributo nella misura del 14.5 per cento del reddito netto, andando, così, a pagare entro dicembre del prossimo anno, una cifra inferiore. Ne sono esclusi i pensionati e i giovani professionisti a contribuzione ridotta, inoltre la deroga fa decadere la rateazione bimestrale dei minimi.
«Il limite reddituale indicato - precisa una nota di Inarcassa - è provvisoriamente uguale a quello del 2015, in quanto la sua determinazione per il 2016 è in corso di approvazione da parte dei Ministeri vigilanti. Visto l'andamento dell'indice Istat prossimo allo 0%, l'importo non subirà variazioni consistenti».
Ad esempio, un iscritto con reddito netto di 10.000 euro, pagherà, per il soggettivo, il 14,5% di quella somma (1.450 euro), più il contributo minimo integrativo di 675 euro ed il contributo di maternità di 62 euro. Somme che per gli adeguamenti Istat come ogni anno subiranno lievi aggiornamenti.
Le conseguenze della scelta di derogare
Si può optare per la deroga all'obbligo della contribuzione minima soggettiva per un massimo di 5 anni - anche non continuativi - nell'arco della vita professionale. Ovviamente, la scelta non è indolore, ma ha come conseguenza la diminuzione dell'anzianità contributiva utile alla pensione. Questa sarà riconosciuta in misura proporzionale a quanto versato per l'annualità interessata.
Si può, però, rimediare con il tempo, servendosi dell'istituto del riscatto, ossia integrando, entro i 5 anni successivi, gli importi non versati (integrazione volontaria).
Come fare richiesta
Per aderire all'agevolazione, basta inviare la relativa richiesta tramite il proprio spazio personale di Inarcassa online entro il 31 maggio 2016.
Cosa succede se si guadagna più del previsto
Il reddito professionale sarà controllato con la dichiarazione dei redditi 2016, da presentare entro il 31 ottobre 2017. Se effettivamente il reddito conseguito dovesse risultare inferiore a 15.724 euro, allora verrà emesso un Mav, da pagare entro il 31 dicembre 2017, con importo pari al 14,5 per cento del reddito. Se invece il reddito dovesse essere superiore o uguale a 15.724 euro (da considerare sempre gli adeguamenti Istat), allora sarà emesso un Mav con importo pari alla somma delle due rate del contributo minimo che l'associato avrebbe dovuto pagare entro il 30 giugno ed entro il 30 settembre (maggiorate degli interessi), cui va ad aggiungersi l'eventuale conguaglio. Il tutto da pagare entro il 31 dicembre 2017.
In ogni caso, entro il 30 giugno è possibile annullare la richiesta di deroga e pagare quindi i minimi.
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