Nastri rossi sinuosi identificano l'accesso al palazzo e come una scia rossa ne invadono la corte.
Conta su un segno forte, caratterizzante, il progetto vincitore del concorso per la riqualificazione della piazza interna del palazzo Prato City, un edificio per uffici con spazi commerciali aperti su uno spazio centrale, situato nella città di Prato.
Autori della proposta sono Paolo Mattiolo e Massimo Guglielmotto di Torino, due architetti di 35 anni.
Lo scopo del concorso di architettura, bandito dalla società Patrimonio Immobiliare, in collaborazione con l'Ordine degli architetti della provincia di Prato e il patrocinio di Banca Ifigest, era individuare un progetto capace di valorizzare, potenziare e rinnovare le funzioni attuali della corte, intesa come luogo di aggregazione e socializzazione. Un invito ad immaginare nuove funzioni e attività, temporanee o permanenti, individuate in coerenza con i caratteri del luogo e delle attività svolte nei locali ad uso direzionale e commerciale che delimitano la piazza.
Diciotto i progetti valutati da una commissione giudicatrice presieduta da Marcello Marchesini fondatore dello studio MDU e composta da Carlo Rosano, Massimo Mario Dente, da Marzia De Marzi e Lulghennet Teklé, da Luca Federici, Tommaso Gei e dal coordinatore Matteo Morittu, che, dopo un'accurata analisi delle proposte progettuali, ha stilato una graduatoria finale, valutando l'originalità, la qualità e la capacità innovativa delle soluzioni proposte.
Secondo classificato l'architetto Andrea Mangoni di Roma. Al terzo posto gli architetti Alessio Viviani, Alessandro Buccioni ed Emiliano Lumini di Firenze. Quarto classificato l'architetto Bruno Spazzoli da Firenze. Due le menzioni, assegnate all'architetto Eleonora Burlando di Genova e al team composto da tre architetti di Pordenone: Francesco Gottardo, Fabio Dal Cin e Marzia Ortolan.
Tutte le proposte presentate sono oggetto di una mostra presso il palazzo Prato Citu, inaugurata il 24 maggio e che si protrarrà fino al 7 giugno.
Prato City / Il progetto vincitore di Paolo Mattiolo e Massimo Guglielmotto
Protagonista del progetto è un doppio nastro rosso che assume conformazioni diverse con l'obiettivo di dare vita a spazi flessibili e di qualità. I due nastri sinuosi identificano i due accessi al palazzo per poi districarsi tra i muri e nello spazio della corte fino a giungere alla scala elicoidale, perno dello sviluppo verticale del progetto.
«La morbidezza della linea tracciata dai nastri rossi sulla piazza crea un segno grafico rappresentativo, una scia rossa che, contemporaneamente, diventa organizzatrice dello spazio ed elemento di arredo», spiegano i progettisti, che continuano: «Proprio la sua funzione di segno grafico è percepibile dai livelli superiori che si affacciano sulla piazza. infatti la sua planimetria si rivela non solo come spazio tridimensionale, ma come un quadro a pavimento disegnato dalla quotidianità dei flussi delle persone che vivono questi spazi».
I nastri organizzano lo spazio della piazza in tanti piccoli luoghi, ognuno con le sue peculiarità. Così, una zona palco ospiterà eventuali manifestazioni culturali; lungo il nastro sinuoso una gradinata crea un luogo di sosta. A dare dinamicità, oltre alle linee sinuose, provvedono anche la scala elicoidale e le lampade a sospensione cilindriche appese alle catene della volta.
2° posto / Andrea Mangoni
Per ottenere un'uniformità percettiva dello spazio il progettista interviene sulle parti verticali, creando un filtro visivo tra la zona dei ballatoi e la piazza interna. Si tratta di una sorta di schermatura realizzata con lamelle di legno. Ne vengono fuori un disegno astratto ispirato al giglio pratese e una struttura che può fungere da supporto per schermi e allestimenti temporanei.
3° posto / Alessio Viviani, Alessandro Buccioni ed Emiliano Lumini
Per caratterizzare lo spazio i progettisti pensano ad una pedana rialzata, sagomata secondo i flussi di percorrenza dell'atrio interno dell'edificio. Rivestita da listoni di legno di larice, la pedana viene equipaggiata con una serie di sedute, configurate in modo da creare più zone di socializzazione. Sospeso su di essa, un grande cilindro ricoperto di piante rampicanti, una «sorta di lanterna luminosa emozionale che circoscrive il cuore del progetto, caratterizzando la percezione del complesso alle differenti quote di camminamento», così lo definiscono i progettisti.
4° posto / Bruno Sigfrido Spazzoli
Il progetto caratterizza la piazza attraverso la presenza di alberi di cartapesta con all'interno una maglia a rete con funzione di sostegno. La maglia, verniciata di verde, viene integrata con un'illuminazione a Led. Ogni tronco, invece, ospita uno speaker che produce un sottofondo sonoro, variabile a seconda del caso.
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