Una grande navicella spaziale dorata con al centro un'antenna metallica ondeggiante. Qualcun altro ci ha visto un anello d'oro. Qualsiasi sia l'immagine prodotta dalla fantasia attraverso un gioco di rimandi, una certezza c'è: la forma è avveniristica. Si tratta della nuova architettura progettata dall'architetto, con base a Rotterdam, Maurice Nio, per ampliare gli spazi del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato.
La struttura è completata e il countdown per l'apertura è iniziato. C'è attesa per l'inaugurazione dell'edificio, prevista per il prossimo 16 ottobre 2016. Con la nuova struttura, che si innesta, abbracciandolo, sul precedente edificio di Italo Gamberini, il Centro per l'arte contemporanea raddoppia i suoi spazi espositivi, aggiungendovi un archivio e la biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi. Ed inoltre: il teatro all'aperto, un cinema/auditorium, uno spazio performativo all'interno delle gallerie, un bookshop, un ristorante, un pub/bistrot.
Sensing the waves, la nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: © Ivan D'Alì
Sensing the waves, la nuova ala progettata da Maurice Nio, dettaglio. Foto: © Ivan D'Alì
Fondato nel 1988 - prima istituzione in Italia con una sede costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate - il Centro Pecci si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La sua missione sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura, cercando al contempo di avvicinare il più possibile l'arte alla società.
Il progetto «Sensing the Waves» targato NIO architecten
Il progetto è stato affidato allo studio olandese NIO architecten e firmato dall'architetto formatosi a Rotterdam ma di origini cinesi Maurice Nio, che ha scelto per il nuovo edificio un titolo dal forte sapore evocativo: Sensing the Waves, suggerendo la sua funzione di recettore (e magari anche di trasmettitore) capace di captare e divulgare le vibrazioni del tempo presente.
Per dare una maggiore continuità alla fruizione e alla circolazione del pubblico rispetto alla struttura precedente, Maurice Nio ha per prima cosa orientato l'ingresso centrale in direzione dell'incrocio delle strade principali, per renderlo immediatamente visibile e riconoscibile. Ha poi collocato al piano terra tutte le funzioni rivolte ai visitatori, come il desk di accoglienza, il centro di informazioni, la biglietteria, il bookshop, il ristorante; infine ha creato, al primo piano, un nuovo percorso che si sviluppa come un circuito, ma dà la possibilità di diversificare i flussi e le traiettorie di spostamento.
Sensing the waves, la nuova ala progettata da Maurice Nio, dettaglio. Foto: © Ivan D'Alì
In relazione al carattere dell'edificio originario, l'estensione del Centro si presenta oggi, alla vigilia della riapertura, come un intervento avveniristico, che racchiude l'edificio precedente, esteticamente rigido, ispirato ai laboratori tessili di Prato, e contemporaneamente elastico e sognante, suggerendo l'immagine di una navicella spaziale: l'ampliamento circonda come un anello la struttura preesistente, intersecandola lungo il circuito espositivo solo alle estremità e nella parte centrale, mentre l'angolazione del piano espositivo varia in continuazione, originando all'interno degli spazi atmosfere differenziate e adatte ad accogliere diverse possibilità espositive.
Interni della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: © Ivan D'Alì
Elemento peculiare e simbolico del nuovo museo è la "torre": a metà tra un corno e un'antenna, da un lato rappresenta uno stendardo issato e facilmente visibile e riconoscibile da visitatori e passanti, dall'altro ricorda una sonda alla ricerca continua di nuovi linguaggi, correnti e tendenze, capace "percepire le onde", di intercettare ed esplorare tutte quelle condizioni di difficile percezione e decodificazione per gli uomini.
Il primo giardino museale eco-sostenibile in Italia
Il progetto di riqualificazione del Centro Pecci prevede inoltre il ripristino del giardino circostante, spazio sperimentale indirizzato alla ricerca di funzioni ecologiche da parte di artisti e architetti, che sarà il primo giardino museale eco-sostenibile in Italia - e una piazza antistante l'entrata principale del museo che si caratterizza anche come luogo di socialità, con una logistica di accesso resa più fluida, coerente ed esteticamente piacevole.
Un po' di numeri
ll complesso, a conclusione dei lavori, si estenderà su una superficie di quasi 10.000 metri quadrati, e oltre agli spazi espositivi ospiterà un archivio e una biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi, un teatro all'aperto da 1.000 posti, un cinema/ auditorium da 140 posti, uno spazio performativo da 400, un bookshop, una pub/bistrot e un ristorante, oltre a laboratori e varie sale d'incontro.
Entrata della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: © Ivan D'Alì
Il progetto di ampliamento è stato finanziato direttamente dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana attraverso i Fondi Europei.
Si preannuncia fitto il programma di mostre ed eventi
Interni della nuova ala progettata da Maurice Nio, primo piano. Foto: © Ivan D'Alì
L'occasione della riapertura del Centro Pecci, al quale la Regione Toscana attribuisce il compito di coordinamento del contemporaneo in regione, darà anche l'opportunità di ospitare, nella città di Prato, una serie di eventi e mostre parallele.
Scale della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: © Ivan D'Alì
Tra queste un'iniziativa con grandi opere prodotta dai galleristi toscani in uno spettacolare edificio di archeologia industriale, mostre dedicate ai giovani artisti, opere negli spazi pubblici, e i progetti del recente concorso per il Parco Centrale di Prato che vede la partecipazione di alcuni dei migliori architetti e paesaggisti mondiali.
Il Centro Luigi Pecci
Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato è stato il primo centro in Italia costruito con una sede ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate.
Voluto negli anni Ottanta dall'imprenditore Enrico Pecci e donato alla città in memoria del figlio Luigi, il Centro fu costituito con il supporto di numerosi soci fondatori, tra i quali il Comune di Prato, l'Unione industriali, la Cassa di Risparmio di Prato e una fitta schiera di privati cittadini, raro esempio italiano di collaborazione tra enti pubblici e privati mecenati. Situato nell'area periurbana di Prato, in prossimità dell'uscita autostradale A11, in un punto strategico per i collegamenti commerciali, industriali e territoriali (si trova a 1 km dal casello autostradale di Prato Est, a 3 km dalla stazione ferroviaria di Prato Centrale, a 10 minuti dall'aeroporto di Firenze, a 20 minuti dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella), il museo fu progettato dall'architetto fiorentino Italo Gamberini e inaugurato nel giugno del 1988.
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