Inaugurato il 29 settembre, dopo un progetto lungo 10 anni, aprirà al pubblico, a partire dal 1 ottobre 2016, l'Estonian National Museum di Tartu.
Il progetto è l'esito di un concorso di architettura lanciato nel 2005 e vinto dal team DGT Dorell.Ghotmeh.Tane / Architects, un gruppo di giovani architetti composto da Lina Ghotmeh, di nazionalità Franco-Libanese, Dan Dorell, italiano, e Tsuyoshi Tane, giapponese.
Realizzare il progetto di un museo nazionale per l'Estonia è stata una sfida particolarmente dura per i progettisti che si sono caricati del compito di descrivere, attraverso l'architettura, un'intera decade di storia così tumultuose e così recente da essere ancora ben impressa nella memoria nazionale.
La proposta di DGT Architects, dal titolo Memory Field, si è aggiudicata il primo posto per l'originalità della scelta di "spostare" il museo, optando per un sito diverso da quello indicato nel bando del concorso e progettando un edificio espositivo là dove una volta sorgeva una base militare sovietica.
photo © Takuji Shimmura
Il concorso di progettazione
Dopo la riconquista dell'indipendenza dall'Unione Sovietica nel 1991 e con l'adesione all'Unione Europea nel 2004, l'Estonia è stata scenario di numerose riforme sociali ed economiche. In questo contesto il Museo Nazionale dell'Estonia, il Ministero della Cultura estone e l'Associazione Architetti estoni hanno lanciato il concorso per la progettazione di un nuovo Estonian National Museum nella città di Taru, perché l'edificio testimoniasse identità nazionale, la storia e la cultura di un intero Stato.
Il concorso internazionale richiedeva la realizzazione di un museo di 34.000 metri quadri adatto ad ospitare una collezione di 140.000 oggetti da collocarsi nel cuore della città di Tartu, seconda per grandezza in tutta l'Estonia e capitale intellettuale del Paese.
Edificio è il più grande museo dei paesi baltici e nella sua esposizione offrirà una panoramica della storia culturale dell'Estonia a partire dall'età della pietra fino all'epoca contemporanea, oltre che una conoscenza approfondita delle tradizioni e dei rituali che caratterizzano questa nazione.
Memory Field. Il progetto del nuovo Estonian National Museum
La proposta di DGT Architects, dal titolo Memory Field, è stata originale e audace, ha sfidato il bando di concorso e ha localizzato l'edificio su un sito diverso da quello proposto. Il team ha deciso, infatti, di riappropriarsi di una ex base militare sovietica per trasformarla in un museo.
photos © Takuji Shimmura
I progettisti hanno ritenuto che il nuovo Estonian National Museum dovesse svolgere un ruolo essenziale nella rigenerazione della zona e che, per farlo, dovesse partire proprio da quel luogo, caratterizzato da una carica spaziale unica e immerso in un'atmosfera altamente significativa nel tentativo di ricordare e raccontare la storia dell'Estonia.
photos © Takuji Shimmura
Il museo nazionale è stato interpretato come una continuazione del campo d'aviazione esistente attraverso il sollevamento del tetto e l'espansione della struttura verso uno spazio potenzialmente infinito, che invita il visitatore ad entrare non semplicemente nelle sale espositive, ma contemporaneamente nel paesaggio e nel cuore del museo.
Il progetto mira a creare una sorta di casa aperta alle attività dei visitatori, un luogo di incontro e di interazione capace di riunire le persone accomunate dalla stessa storia che, per quanto a volte sia stata dolorosa, deve essere celebrata e ricordata. In questo scenario la base militare abbandonata si configura come lo spazio ideale ad accogliere le intenzioni dei progettisti, in quanto si tratta di un luogo fortemente drammatico. La pista di atterraggio, infatti, non è più pista di atterraggio, ma è stata ridotta a un terreno incolto, a uno spazio aperto che ha qualcosa di inquietante, ad un vuoto che simboleggia ancora lo sfruttamento militare sovietico. Il progetto di DGT Architects cerca di dare a questo sito anonimo un nuovo futuro.
Il museo nasce come il prolungamento dello spazio vuoto e prende forma attraverso il tetto un po' inclinato, chiaro riferimento alla funzione originaria del luogo. Questa copertura protesa verso l'alto, che si inserisce nel paesaggio come un chiodo, ricorda la pista del decollo percorsa dagli aerei sovietici che puntavano dritti verso il cielo e, al tempo stesso, rappresenta la direzione da prendere per incontrare il proprio destino.
photos © Takuji Shimmura
Estonian National Museum in Tartu, Estonia
Client: Estonian Ministry of culture, Estonian National Museum
Client Representative: Heritage operator and state estates operator RKAS
Finance: Estonian State
Design Architects: Lina Ghotmeh (FR-LB), Dan Dorell (IT), Tsuyoshi Tane (JP) DGT. (DORELL. GHOTMEH. TANE /ARCHITECTS )
Project team: Alexandros Mykoniatis (GR), Cécile Combelle (FR), Daisuke Sekine (JP), David Agudo (ES), Emma Bush (UK), Emmanuelle Stalla-Bourdillon (FR), Carlotta Fontana (IT), Gaëtan Kohler (FR), Helene Lennartsson (SE), Mathias Klöpfel (DE), Masayuki Ninomiya ( JP), Ricardo Guerra (PT), Ross Perkin (IE), Ryosuke Motohashi (JP), Sarah Alexandra Castle (GB), Sony Devabhakutuni (US), Valérie Mayer (FR), Yasmin Sfar (TN), Yuzu Fukunaga (JP)
Execution Architects: HGA and PILLE LAUSMÄE
Structure and Mechanical Design: ARUP (competition stage) EA Reng AS (contract)
Acoustic design: LINDA MADALIK
Landscaping:
Bureau Bas Smets: Preliminary Desifb
Kino: local Landscape architects
Lighting Design Atelier Herve Audibert
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