Terminato il concorso di progettazione, se la stazione appaltante decide di non ricorrere a professionalità interne per lo sviluppo dei successivi livelli di progettazione, allora tali incarichi vanno ai vincitori della competizione. Inoltre, la procedura negoziata per l'affidamento della progettazione ai vincitori può avvenire solo se il bando prevede questa possibilità. Questo è - almeno per ora - il massimo sforzo che il correttivo al nuovo Codice dei contratti riesce a concepire per dare rassicurazioni ai professionisti e rafforzare lo strumento del concorso di progettazione.
Si tratta dell'ennesimo segno della scarsa volontà di scommettere con coraggio su uno strumento che in altri Paesi continua ad essere un mezzo privilegiato per il reclutamento dei talenti della progettazione. Paesi in cui è ormai acquisita da tempo la consapevolezza di poter incrementare la qualità del costruito - e dunque migliorare il nostro habitat di vita - quando si ha l'occasione di scegliere le migliori soluzioni progettuali, a partire da più idee in competizione.
Le novità che riguardano la procedura del concorso di progettazione sono contenute nel correttivo al Codice degli appalti, ossia nelle disposizioni che il Governo deve emanare ad integrazione e correzione del nuovo Codice dei contratti pubblici (Dlgs 50 del 2016). Il testo di questo provvedimento è stato messo a punto e ora la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avviato la consultazione, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sentita l'Anac, delle principali categorie di soggetti destinatari.
Il testo del correttivo è stato pubblicato sul sito internet del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi.
Concorsi di progettazione: una timida apertura verso l'incarico certo
Per i concorsi di progettazione viene stabilito che la stazione appaltante, una volta conclusa la procedura e qualora non provveda da sola ad elaborare i successivi livelli di progettazione, sia obbligata ad affidarli ai vincitori, ricorrendo alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara. Tale possibilità deve, però, essere espressamente prevista dal bando del concorso, nel quale va anche indicato l'importo da corrispondere ai vincitori in caso di affidamento di incarico.
Ancora una volta è la progettazione interna ad essere privilegiata. Nel nuovo Codice, infatti, anche nelle disposizioni che riguardano l'utilizzo dello strumento del concorso, si fa riferimento prima di tutto alle professionalità interne alla stazione appaltante.
Il nuovo Codice degli appalti continua infatti a conservare (il correttivo non apporta in questo caso modifiche) la disposizione seconda la quale «Per la progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, paesaggistico, agronomico e forestale, storico-artistico, conservativo, nonché tecnologico, le stazioni appaltanti ricorrono alle professionalità interne, purché in possesso di idonea competenza nelle materie oggetto del progetto o utilizzano la procedura del concorso di progettazione o del concorso di idee».
Doppia fase per sviluppare il progetto di fattibilità
Il correttivo al Codice introduce una doppia fase per lo sviluppo del progetto. Quando il concorso prevede che la proposta arrivi al livello di definizione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, i concorrenti presentano un documento di fattibilità delle alternative progettuali e una volta stilata la graduatoria, il vincitore dovrà - nei successivi 60 giorni - perfezionare la proposta presentata, «dotandola di tutti gli elaborati previsti per la seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica».
L'Italia resta lontana anni luce dalle best practice europee
L'Italia resta ancora molto lontana dalle migliori prassi europee. In Francia e in Svizzera il concorso di progettazione continua ad essere bandito con lo scopo di trovare il team a cui affidare la progettazione e al quale far seguire lo sviluppo dell'opera, dal progetto fino alla consegna. Insomma, si bandiscono concorsi per realizzarle le opere e per premiare la qualità delle idee. La Francia da tempo ha reso il concorso obbligatorio per importi al di sopra delle soglie comunitarie e il vantaggio è non solo per i professionisti, ma la selezione di idee e non di curriculum impatta positivamente sulla qualità degli ambienti di vita. Altrove lo hanno capito, ma l'Italia resta indietro.
Tanti i concorsi-spot lanciati dalle amministrazioni del Belpaese che si concludono con tanto lavoro da parte dei progettisti. Lavoro che poi resta sulla carta. In Svizzera, ad esempio, i concorsi approvati dalla Società svizzera degli Ingegneri e degli Architetti (Sia) obbligano le stazioni appaltanti a corrispondere un indennizzo ai vincitori qualora il loro progetto venga utilizzato senza coinvolgerli nelle fasi che portano alla realizzazione dell'opera. Indennizzo che arriva ad essere pari al montepremi in palio o a 3/4 dello stesso. Una rassicurazione importante per i progettisti, giacché i montepremi messi in palio non di rado arrivano alla soglia dei 200mila euro.
Mariagrazia Barletta
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