Il team composto da 3TI progetti, dallo studio Labics di Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, dall'architetto Elisabetta Fabbri e dalla società Vitruvio fondata da Antonietta Groia e da Luigi e Giovanni Di Vito, si aggiudica il concorso internazionale di progettazione bandito lo scorso febbraio dal Comune di Ferrara per selezionare la migliore proposta per l'ampliamento degli spazi espositivi del Palazzo dei Diamanti, capolavoro di Biagio Rossetti, dove hanno sede la Galleria d'arte moderna (Gam) e la Pinacoteca nazionale.
Settanta i progetti ricevuti, dieci quelli selezionati per partecipare alla seconda fase, valutati dalla commissione presieduta da Maria Luisa Pacelli, dirigente del servizio Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, e di cui erano membri, in qualità di esperti, Giorgio Cozzolino, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e Alfonso Femia, ex socio dello studio 5+1AA e fondatore di Atelier(s) Alfonso Femia AF517.
Il progetto
Per ampliare gli spazi espositivi dello storico edificio rinascimentale i vincitori hanno immaginato la realizzazione di un padiglione all'interno del giardino retrostante al palazzo. «La nuova addizione, di fatto, fonda la propria matrice formale sulla stessa logica geometrica che struttura il Palazzo progettato da Biagio Rossetti, una scelta che consente al nuovo intervento - differente per linguaggio e materia - di entrare nella logica evolutiva del manufatto esistente», scrivono i progettisti, che continuano: «L'adozione di un'unica e rigorosa matrice geometrica che governa tutte le misure, da quelle principali fino al ritmo dei pilastri, non solo consente di trovare la misura corretta per ogni parte, ma rivela anche la volontà di concepire la nuova addizione come elemento di relazione e non come oggetto autonomo».
© 3TI Progetti, Labics, Elisabetta Fabbri, Vitruvio
Dunque la geometria del nuovo scaturisce dalla logica che governa l'antico. E ciò è evidente anche nella alternanza di pieni e vuoti, che anche la nuova addizione realizza. Il nuovo edificio, infatti, si distacca dal muro che chiude il cortile cinquecentesco generando a sua volta un ulteriore cortile. L'alternanza di pieni e vuoti, tipica del palazzo rinascimentale, viene riproposta ma con l'aggiunta di un nuovo elemento: l'acqua. A caratterizzare il vuoto che si crea tra la preesistenza e l'addizione è uno specchio d'acqua che - spiegano i progettisti - «attribuisce allo spazio vuoto un carattere sospeso».
Il nuovo edificio, che si estende su 660 metri quadri, è ridotto all'essenziale, caratterizzato da pilastri che sorreggono una copertura piana orizzontale. Le tamponature verticali sono formate quasi interamente da vetrate che possono essere opportunamente oscurate con un sistema di tendaggi.
© 3TI Progetti, Labics, Elisabetta Fabbri, Vitruvio
L'edificio comprende un ampio spazio espositivo che può essere riconfigurato a seconda delle esigenze, diventando, all'occorrenza, una sala per conferenze, uno spazio eventi o per workshop.
Il bando prevedeva l'affidamento ai vincitori di tutte le fasi progettuali, della direzione dei lavori e del coordinamento per la sicurezza. Per la realizzazione dell'ampliamento di Palazzo dei Diamanti è previsto un investimento di 3,5 milioni di euro finanziati con i Fondi del Ducato statali. Già scanditi anche i tempi: si dovrebbe arrivare al definitivo nel corso del 2018; mentre per i lavori - che si stima dureranno circa due anni - l'avvio è atteso per giugno 2019.
Mariagrazia Barletta
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