In Belgio, lo scorso venerdì, si è ripetuto quanto accade ogni sei mesi da 18 anni: è stata aperta la "Open Call", giunta alla sua trentacinquesima edizione. Si tratta del lancio simultaneo di concorsi di progettazione banditi dal Flemish Government Architect, un'istituzione del Governo fiammingo la cui mission consiste nel promuovere la qualità dell'architettura e dell'ambiente costruito. Tra gli strumenti a disposizione dell'istituzione vi è, appunto, la "Open Call", un'iniziativa che ha molteplici meriti: diffonde la cultura della buona progettazione, istruisce i committenti pubblici, come i piccoli Comuni, indirizzandoli verso una procedura standard, ormai consolidatasi nel tempo. Un processo che, a garanzia della qualità, mette a disposizione degli enti partecipanti anche consulenti tecnici esperti.
Amministrazioni e istituzioni pubbliche si rivolgono al Flemish Government Architect per bandire un concorso e selezionare i migliori team che, una volta vinta la competizione, svilupperanno il progetto. Raccolte le richieste da parte dei committenti pubblici, ogni sei mesi viene lanciata la "call", che mette insieme, dunque, più committenti e più concorsi. Nell'ultima edizione, che si è aperta lo scorso 1° febbraio, 8 committenti, tra Comuni e altre istituzioni pubbliche, hanno dato il via ad altrettanti concorsi dai temi più disparati. Costruire, in pieno centro medievale, un centro culturale dedicato alle arti performative. Ampliare il municipio, dar forma ad un centro ricreativo e costruire una nuova scuola. Restaurare una struttura per congressi realizzata in occasione dell'Esposizione universale del 1913 e rigenerare centri urbani. Sono i temi sui quali i progettisti del globo sono chiamati a confrontarsi.
Gli ultimi dati, risalenti al 2014, riferiscono di oltre 300 progetti realizzati in 25 edizioni, tra questi, solo per citarne alcuni, la piazza del Teatro ad Anversa dello studio associato Bernardo Secchi Paola Viganò e il Museo e centro di documentazione sull'Olocausto a Mechelen (nelle Fiandre) dello studio Awg Architecten (immagine in basso).
Gli enti che partecipano alla "call" sono guidati nella definizione delle richieste ai progettisti e obbligati a pretendere standard di qualità elevati. Soprattutto, le richieste della committenza non possono esaurirsi con la definizione di un semplice programma funzionale, ma gli enti proponenti devono aver ben chiaro quali sono i vantaggi sociali da raggiungere. Una volta che il proponente entra nella "Open Call" ripone la sua fiducia nell'architettura come mezzo per raggiungere obiettivi sociali, economici e ambientali.
Kazerne Dossin - Museum and Documentation Centre on Holocaust and Human Rights realizzato a Mechelen, attraverso la "Open Call" vinta dallo studio AWG Architecten | by Romaine (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
Per approfondire i temi degli 8 concorsi e le regole di partecipazione, si rimanda all'articolo:
In Belgio riparte la Open Call con 8 concorsi per centri ricreativi, una scuola e riqualificazioni urbane
Il confronto è un altro elemento cardine della competizione. Una volta scelti i candidati, non si chiede loro di elaborare un progetto già definito, bensì questo prende forma in più step, attraverso un confronto e un dialogo diretto con la committenza e con la commissione giudicatrice. Il progetto diventa un percorso di crescita condiviso, durante il quale gli esperti della giuria, i committenti e i progettisti possono confrontarsi. Un dialogo che serve al committente anche per testare la disponibilità, da parte del team di progettisti, ad impegnarsi nel processo che condurrà alla realizzazione del progetto.
Un altro aspetto interessante riguarda l'apertura. Possono partecipare alla "call" i progettisti di tutto il mondo, che vengono selezionati sulla base di un portfolio. Sono da tre a sette i partecipanti scelti per ciascuna competizione, che ricevono tutti un indennizzo, variabile a seconda del livello di definizione progettuale richiesto in fase di gara.
Per poter essere selezionati bisogna presentare almeno tre progetti che, però, non necessariamente devono essere stati realizzati, possono ad esempio essere presentati tavole di concorso, studi, progetti anche elaborati durante gli anni universitari. Ciò che interessa ai selezionatori è vagliare le capacità progettuali dei candidati. Per quanto riguarda le capacità economiche e finanziarie, non ci sono requisiti particolari da soddisfare, se non quello di avere un'idonea assicurazione a copertura dei rischi derivanti dall'esercizio della professione.
Dunque, un'occasione per i più giovani per fare un'esperienza internazionale e magari poter realizzare un progetto all'estero, anche di una certa importanza. Inevitabile il confronto con l'Italia, dove iniziative, come quella lanciata dal Ministero dell'Istruzione per la realizzazione di scuole innovative, potrebbero cogliere i molteplici aspetti positivi di una consolidata procedura estera, che si impone come best practice, non solo per l'alta percentuale di realizzazioni registrate, ma per il ruolo di regia che il Flemish Government Architect mantiene durante la "call" e le sue fasi di preparatorie (ovviamente sono le singole amministrazioni partecipanti a decidere le sorti dei loro territori). Una regia che consente di trasferire un metodo, di diffondere la cultura della buona progettazione e garantire la qualità delle procedure. E, quando l'esperienza si ripete con costanza, come nel caso belga, allora l'effetto per la qualità urbana diventa concreto e largamente tangibile.
Mariagrazia Barletta
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