Una scuola che cresce per fasi, dando alla comunità il tempo di abituarsi ai nuovi spazi, dopo averli sufficientemente vissuti. Dunque, un processo di costruzione graduale ispirato alle modalità con cui i bambini affrontano le novità: prima l'esplorazione, poi la comprensione e infine l'assimilazione di ciò che non conoscono. Segue questo concetto la proposta con cui Paolo Di Vara e Fausto Cuzzocrea si sono aggiudicati il concorso di idee per l'ampliamento della scuola elementare di Corbetta, cittadina in provincia di Milano.
Dalla poesia alla pratica: la crescita per fasi permetterebbe all'amministrazione di affrontare la spesa per gradi, tenendo attiva la scuola esistente, fino al suo completo svuotamento una volta terminati tutti i nuovi edifici. Per ora il Comune ha un progetto su cui puntare, ma il primo passo dovrà essere l'acquisizione di terreni di proprietà privata sui quali insistono alcuni edifici rurali da demolire.
Tutto nasce dall'esigenza di ampliare e ammodernare gli spazi della scuola elementare esistente, ospitata in un edificio storico. Attraverso il bando del concorso di idee, l'amministrazione aveva espresso la necessità di incrementare il numero delle aule e di ottenere spazi innovativi, aderenti alle più moderne esigenze pedagogiche e didattiche. Avere nuovi laboratori e spazi polivalenti per far vivere la scuola oltre il normale orario scolastico, erano alcune delle richieste rivolte ai progettisti, accogliendo il concetto ormai diffuso della scuola intesa come centro civico.
Una scuola con diversi gradi di modernità
I progettisti hanno immaginato di realizzare cinque edifici. «Questi sono tutti di nuova costruzione, ad eccezione di quello che ospita la mensa, il quale va a recuperare una parte dell'edificio rurale esistente, l'unico da poter conservare», racconta Paolo Di Vara.
La realizzazione dei primi tre edifici permetterebbe di ampliare la scuola esistente, che rimarrebbe in attività, raggiungendo le 25 aule richieste dal bando.
I rimanenti due volumi previsti dal progetto permetterebbero di svuotare completamente la vecchia scuola, che a quel punto potrebbe essere utilizzata per laboratori, attività di svago e sportive e per dare una sede idonea ad associazioni che aiuterebbero ad animare la grande piazza che Di Vara e Cuzzocrea hanno immaginato a sud dei nuovi volumi. Un'idea che rafforzerebbe il concetto di scuola come centro civico.
La gradualità del processo di costruzione darebbe il tempo alla comunità di assimilare la modernità dei primi edifici per poi accettare la modernità più spinta delle realizzazioni delle ultime due fasi.
I due corpi adiacenti alla vecchia struttura, i primi da costruire, mantengono il sedime degli edifici esistenti in stato di degrado, reinterpretandone le caratteristiche strutturali, materiche e volumetriche e introducendo alcuni elementi innovativi.
Dal recupero della tradizione si passa poi all'edificio centrale destinato a diventare anche un nuovo centro civico con biblioteca, sale riunioni, uffici per la didattica e spazi di aggregazione e di studio condiviso. A caratterizzarlo è un grande aggetto che segna l'ingresso alla scuola. Infine il progetto si conclude con i due edifici ad ovest, concepiti «come moderne macchine ricche di luce», così li definiscono i progettisti.
Una corte con orti e un frutteto
I primi tre edifici si raccolgono intorno ad un cortile interno, uno spazio protetto che accoglie le aule all'aperto, gli orti agricoli e un frutteto. Tra i due edifici ad ovest, contenenti un laboratorio di teatro e aule, viene immaginata un'altra corte, questa volta attrezzata con gradonate per attività serali come manifestazioni o concerti musicali.
Una visione allargata allo spazio urbano circostante
Il progetto di ampliamento degli spazi didattici è il fulcro di un cambiamento graduale che investe lo spazio urbano. Il progetto riorganizza la mobilità della zona limitrofa e rivisita il rapporto con il contesto. Ciò avviene attraverso la realizzazione della piazza urbana pedonale e ciclabile e mediante un nuovo sistema viabilistico che integra anche l'accesso, la sosta e il kiss & go delle auto e dello scuolabus.
di Mariagrazia Barletta
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