La fotografia è un arte, anche quando si parla di piattaforme social. Di seguito una selezione di 5 fotografi che hanno fatto della fotografia di architettura un mestiere o uno strumento per indagare lo spazio attraverso il proprio occhio.
Un buon smartphone permette spesso di vantare un cosiddetto "lato artistico", ma fa spesso dimenticare le buone regole della fotografia, quella vera!
Ho cercato quindi su Instagram, applicazione ormai diffusa e conosciuta ai più - costellata di "fotografi amatoriali" - alcune personalità che dell'immagine d'architettura hanno fatto la loro professione, o che, in altri casi, se ne servono come mezzo di ricerca per dar vita a nuove forme di progetto.
Che sia fine o che sia mezzo, la fotografia ricopre dunque un ruolo fondamentale per l'architettura. Senza di essa l'architettura non varcherebbe i confini del lotto di terreno in cui è stata pensata; ma senza il costruito non esisterebbe la fotografia d'architettura.
La fotografia è un gioco di luci, ombre, contrasti e piccole sfumature, di attimi, di passaggi. L'architettura è a sua volta sfida per la fotografia, dovendo rappresentare in due dimensioni ciò che nella realtà ha una sua profondità.
La selezione di fotografi di seguito individua 5 personalità differenti, ciascuna con i suoi tratti distintivi e il suo differente percorso alle spalle, perché il bello di questa forma d'arte è proprio l'occhio che sta dietro l'obiettivo, l'elemento che, con la stessa attrezzatura e lo stesso soggetto da immortalare, riesce a dare infinite interpretazioni alla stessa architettura.
Fernando Guerra
Tra i fotografi più apprezzati in ambito architettonico e vincitore di numerosi premi, da quasi 20 anni Fernando Guerra esplora lo spazio che lo circonda attraverso il suo obiettivo.
Complice la sua formazione accademica (è infatti a tutti gli effetti un architetto), la sua grandezza risiede proprio nella capacità di ritrarre le architetture in relazione alle persone che le vivono, evidenziando il rapporto che intercorre tra di essi e caratterizzando in maniera singolare gli edifici.
Fotografie prevalentemente a colori ritraggono complessi architettonici o dettagli in maniera soggettiva e spesso fuori dai classici canoni fotografici, ed è proprio questo a dare valore al suo punto di vista. Ne scaturisce un'immagine chiara e dal forte contenuto emotivo, capace di trasferire attraverso un semplice fotogramma anche le sensazioni che il luogo trasmette e le modalità in cui quest'ultimo è vissuto.
© Fernando Guerra | Progetto: The Building on the Water, Álvaro Siza + Carlos Castanheira, Huai'an, Chiangsu, China
© Fernando Guerra | Progetto: Complexos Escolares, Aires Mateus, Abrantes, Pt
Roberto Conte
Conosciuto sul web come "Il Conte", Roberto opera nel settore della fotografia d'architettura da oltre dieci anni, incentrando il suo lavoro sull'esplorazione dei contesti urbani.
La fotografia è per lui tanto un fine quanto un mezzo, grazie al quale esplorare e ricercare nuovi luoghi e nuove prospettive, peculiarità che lo identifica pioniere della ormai tanto in voga "fotografia dell'abbandono", ovvero quei luoghi nascosti, dimenticati che solo i più curiosi e tenaci riescono a scovare.
Da sempre affascinato dall'uso massiccio del cemento in architettura, in ogni sua fotografia a risaltare è la matericità degli elementi costruttivi messi in luce anche grazie all'utilizzo della prospettiva centrale e della simmetria o di inquadrature dinamiche: dal brutalismo al modernismo socialista, fino ad esempi più vicini ai nostri giorni, Conte riesce a trasformare il suo sguardo in un'immagine dal forte impatto visivo ed emotivo, coinvolgendo chiunque si imbatta in questi fotogrammi nelle sue avventure in luoghi singolari.
© Roberto Conte | Mosca
© Roberto Conte | Progetto: Etherea, Edoardo Tresoldi, Coachella Festival
Simone Bossi
Quella di Simone Bossi, è una fotografia rigorosa ed essenziale, liberata dal superfluo. Colori tenui, ben calibrati con sfumature pastello e inquadrature studiate nel dettaglio. Anche grazie alla sua formazione e alla precedente attività da architetto, il suo lavoro prende vita dall'esplorazione dello spazio in sé e dall'atmosfera che vi si respira all'interno.
A prevalere nelle sue immagini è la geometria in tutte le sue sfaccettature e spesso nel suo rapporto con le luci e con le ombre. Ogni foto sembra un set fotografico, sia essa la rappresentazione di un interno o di una piazza. Le persone compaiono solo laddove sono necessarie per dare maggiore valore allo spazio descritto, il quale, nella maggior parte dei casi, sa fare bene da sé.
© Simone Bossi | Progetto: Shoah Memorial, Set Architects, Bologna
© Simone Bossi | Progetto: Second Wind / James Turrell, Vejer de la Frontera, ES
Nicolò Galeazzi
A differenza dei precedenti, per Nicolò Galeazzi la fotografia d'architettura è principalmente un mezzo e uno strumento finalizzato alla professione di architetto, recentemente culminata con la fondazione, insieme a due colleghi, della pratica di architettura STUDIO. La sua continua ricerca in itinere si fonda sulle contaminazioni reciproche tra progettazione architettonica e linguaggio della fotografia, utilizzando quest'ultimo come metodo d'indagine e lettura del progetto al pari del disegno.
Attualmente, sui social, il suo studio si è focalizzato su strutture anonime e archetipe chiamate "casette" che cataloga maniacalmente come variazioni minime sullo stesso modello, avendo come fine la creazione di un abaco tipologico; ma scorrendo verso il basso si potranno scorgere foto - rigorosamente in bianco e nero - che ritraggono spesso l'architetto Álvaro Siza (con il quale ha collaborato ad alcuni progetti) oltre a numerose architetture immortalate durante i suoi viaggi.
I suoi lavori di fotografia sono stati esposti nelle ultime tre edizioni della Biennale di Architettura di Venezia (2014 Padiglione Italia Innesti Grafting - 2016 Padiglione del Portogallo Where Alvaro meets Aldo - 2018 Arcipelago Italia), al museo MAXXI di Roma, alla Triennale di Milano, al CCB di Lisbona, al Museo di Castelvecchio a Verona.
© Nicolò Galeazzi, Casette
Gianluca Fiore
Architetto di professione, Gianluca Fiore porta avanti in contemporanea la sua ricerca fotografica sul territorio romano e oltre i confini. Le architetture sono qui descritte in gruppi di 3 fotografie, nelle quali, con rigoroso occhio da architetto, riesce ad attuare salti di scala cogliendo ogni aspetto, dalla globalità al particolare. Il suo vedere le architetture come sculture da vivere lo porta ad analizzare ogni dettaglio, generando immagini nitide e dal forte impatto visivo capaci di incuriosire per le inconsuete intersezioni geometriche. I colori decisi e fedeli alla realtà, inoltre, riescono a proiettare l'osservatore nell'ambiente rappresentato, come se, osservando la fotografia, ci si ritrovasse fisicamente in quel luogo.
Recente la sua esposizione "R21 - Sguardo all'insù" all'interno della Fondazione Exclusiva, nella quale ha immortalato tutte le architetture contemporanee romane in una prospettiva dal basso verso l'alto.
© Gianluca Fiore, Le Vele di Calatrava, Roma
di Elisa Scapicchio
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