Specchi d'acqua, pergolati e molto verde nella fabbrica-giardino del Gruppo Prada, realizzata a Valvigna (Arezzo) su progetto di Guido Canali, noto e pluripremiato architetto, già autore per Prada degli stabilimenti di Montevarchi (1999), Montegranaro (2001) e del nuovo polo logistico di Levanella attualmente in via di completamento. Un percorso tra architettura e natura dove si cerca di ridurre il più possibile l'impatto paesaggistico del costruito.
Il nuovo quartier generale, appena inaugurato, sorge di fronte all'autostrada A1 Milano-Roma ed ospita la divisione produttiva e lo sviluppo delle collezioni pelletteria Prada e Miu Miu, i magazzini per le materie prime, gli archivi storici delle collezioni di pelletteria e calzature, gli uffici dei servizi generali e amministrativi industriali, un auditorium, locali tecnici e il centro di elaborazione dati del Gruppo Prada.
Courtesy © Gruppo Prada
L'headquarters Prada prende il posto di una fabbrica di tegole di cemento
La storia del nuovo stabilimento inizia nel lontano 1998 quando il Gruppo Prada acquista un terreno di circa 30mila metri quadrati di fronte all'autostrada A1. L'area è inizialmente occupata da una vecchia fabbrica di tegole di cemento, la Cementegola, dismessa da anni. Il piano regolatore impone una riqualificazione e l'incarico va a Guido Canali.
Parola d'ordine: armonia
Col tempo il Gruppo acquista terreni limitrofi per dare respiro all'edificio e il progetto si affina. In continuità con quanto già fatto a Montevarchi e Montegranaro, prima dell'edificio viene pensato il suo inserimento nel paesaggio. La maggiore preoccupazione è l'altezza, definita a un massimo di 11 metri totali.
Come rendere armonica la costruzione? Arretrando il fabbricato, creando schermature, terrazzamenti e contenendo le altezze. In particolare, la quota della strada si raccorda alla sommità dell'edificio attraverso una serie di gradoni verdi, mentre muri e quinte creano scenografiche viste.
Courtesy © Gruppo Prada
Il progetto, inoltre, fa arretrare il fabbricato e inserisce una cortina intermedia composta da tre gradoni coperti da grandi vasche di terra, che accolgono ordinati filari di viti. Il piano terra sparisce alla vista e la fabbrica sembra adagiarsi su questo nuovo piano, posto a quota 8 metri sul livello del piazzale.
Un sistema di pergolati leggerissimi rivestiti di viti, punteggiati da gelsi, melograni, giuggioli e alternati ad aiuole di lavanda grandi come campi, sono il contesto in cui si inseriscono i parcheggi a prato, completamente filtranti.
Aria e luce per il primo piano
Il primo piano è fatto d'aria e di luce: grandi shed lunghi 36 metri inquadrano il cielo dall'interno. Viste privilegiate sull'Arno e sulle colline si aprono a partire da grandi superfici in aggetto e dai giardini pensili. Questi ultimi regalano l'illusione di trovarsi adagiati su un terrazzo naturale.
Courtesy © Gruppo Prada
Sul retro i vincoli hanno reso più complessa la progettazione, tra questi: la collina dissestata ed edifici preesistenti senza valore situati a pochi metri dalla fabbrica. Così, sul retro gli ambienti sono più introversi. Gli uffici e la mensa nascono, per questo, chiusi all'esterno da grandi fasce murarie, affacciando su chiostri e patii interni. Infine, si ricostruisce l'originaria dolcezza delle colline, operando sul pendio per ridurre il rischio di frana e garantendo la sicurezza idrica e geologica del terreno.
Guido Canali: «Il verde come condizione di benessere»
«La massiccia presenza di verde, esaltata da specchi d'acqua anche con funzione di riserva energetica, è parte integrante dello stabilimento. Non esibita per mero decoro, piuttosto si pone come condizione del benessere delle persone che vi lavorano» spiega Guido Canali.
Courtesy © Gruppo Prada
«Un'architettura che rifiuta gratuite gestualità ed esibizionismi e piuttosto rimane fedele, nell'eliminare e far decantare, a un rigore critico di ascendenza razionalista. Così, gli affascinanti giardini segreti, i pergolati ombrosi di vitis vinifera, gli stagni lucenti non rappresentano il compiacimento formale degli architetti, ma il rispetto per la dignità e la salute, anche psichica, di chi, tra quelle mura e quei giardini, dovrà lavorarci. E dunque inevitabilmente anche faticare» aggiunge l'architetto.
Patrizio Bertelli: «Qualità senza compromessi»
«La ‘visione comune' su come affrontare il tema della fabbrica e dell'ambiente di lavoro si è sviluppata con Guido Canali partendo da tre principi fondamentali: il rispetto del lavoratore e del lavoro, un'interpretazione pienamente condivisa del concetto di ‘qualità senza compromessi', il riconoscimento dell'importanza del dettaglio come espressione di efficienza, di una vera e propria ‘cultura del lavoro' e non di un'estetica fine a se stessa» afferma Patrizio Bertelli, amministratore delegato del Gruppo Prada.
di Mariagrazia Barletta
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