L'abolizione dello split payment per i professionisti parte dal 14 luglio. È questa infatti la data di entrata in vigore del decreto legge "Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese" che la contiene, pubblicato nella Gazzetta ufficiale di venerdì 13 luglio.
Lo split payment - va ricordato - è il meccanismo della scissione dei pagamenti per effetto del quale l'Iva addebitata in fattura ad una pubblica amministrazione non viene corrisposta al fornitore, ma è la stessa Pa a versarla nelle casse dell'Erario. Ad estendere tale meccanismo anche ai professionisti - con effetto dal 1° luglio 2017 - era stata la cosiddetta "manovrina" dello scorso anno (Dl 50 del 2017), che aveva provveduto anche a moltiplicare le categorie di enti pubblici verso le quali dover applicare meccanismo della scissione dei pagamenti. Risultavano già esclusi dallo split payment i professionisti che applicavano il regime forfetario.
Lo stop vale per tutte le fatture con data successiva al 14 luglio
Lo stop allo split payment vale, dunque, solo per i professionisti ed è subito effettivo. L'abolizione si applica, infatti, si legge nel provvedimento (articolo 12) «alle operazioni per le quali è emessa fattura successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto». Significa che se la fattura ha data successiva al 14 luglio, allora non bisogna applicare lo split payment e questo vale anche per prestazioni concluse prima dell'entrata in vigore del decreto legge.
Coperture per 140 milioni di euro
L'abolizione del meccanismo della scissione dei pagamenti vale in totale 140 milioni di euro (35 milioni di euro per l'anno 2018, a 70 milioni per il 2019, a 35 milioni per il 2020). Tali risorse vengono sottratte dai fondi speciali del ministero dell'Economia e dagli accantonamenti per il 2019 del Mef e dei ministeri dell'Interno, dell'Istruzione, dell'Ambiente, del Lavoro, degli Affari esteri e dello Sviluppo economico. Una quota delle risorse (8 milioni di euro) viene prelevata, inoltre, dal "Fondo per interventi strutturali di politica economica" del Mef, istituito per «agevolare il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, anche mediante interventi volti alla riduzione della pressione fiscale». Ulteriori 75 milioni dovrebbero provenire dalle misure volte alla lotta alla ludopatia inserite nello stesso "decreto dignità", sempre che risultino efficaci.
di Mariagrazia Barletta
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