Si è aperta il 22 settembre e chiuderà il 22 ottobre la finestra temporale per l'invio delle comunicazioni richieste per l'accesso al nuovo bonus pubblicità, ossia il credito di imposta del 75 per cento del quale possono beneficiare anche i professionisti che pianificano investimenti in campagne pubblicitarie, acquistando spazi su giornali, quotidiani e periodici, nazionali e locali, anche on line, o su Tv e radio locali, analogiche o digitali.
Come inviare le richieste
Le richieste vanno inviate attraverso il servizio Entratel - Fisconline dell'Agenzia delle Entrate. Per l'accesso le strade alternative sono tre: si possono inserire le credenziali utilizzate per i servizi telematici dell'Agenzia (Fisconline e Entratel) oppure quelle legate alla propria identità digitale (Spid). La terza possibilità prevede l'impiego dalla Carta nazionale dei servizi (Cns). Una volta entrati, si va in "Servizi per comunicare" e lì si trova la sezione "Credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali".
Raggiunta l'apposita sezione, è possibile inviare le due comunicazioni necessarie per usufruire dell'agevolazione. Si tratta della "comunicazione per l'accesso al credito di imposta" e della "dichiarazione sostitutiva degli investimenti effettuati". Nella prima si inseriscono gli importi degli investimenti effettuati nel 2018 (o da effettuare) su stampa e/o su emittenti Tv e radio locali e quelli relativi al 2017. Con la seconda si dichiara che gli investimenti indicati nella comunicazione per l'accesso al credito d'imposta, presentata in precedenza, sono stati effettivamente realizzati e che gli stessi soddisfano i requisiti di legge.
Come viene calcolato il credito
Il credito di imposta per i professionisti è del 75 per cento e si applica sul valore incrementale dell'investimento. In pratica si calcola sulla differenza tra l'investimento effettuato nell'anno in corso e quello relativo all'anno precedente. Per beneficiarne è indispensabile che la spesa effettuata nell'anno agevolato superi almeno dell'1 per cento il valore degli investimenti in pubblicità effettuati nell'anno precedente sugli stessi mezzi di informazione. Per "stessi mezzi di informazione" si intendono, ovviamente, non le singole testate giornalistiche o radiotelevisive, bensì il tipo di canale informativo, quindi: stampa oppure emittenti radiofoniche e televisive.
Dunque, ad esempio, se nell'anno in corso un professionista ha investito, o intende investire, mille euro per farsi pubblicità, ad esempio, sulla stampa, e lo scorso anno sullo stesso mezzo ha speso 100 euro. Il credito del 75 per cento va calcolato su 900 euro (valore incrementale dell'investimento). Dunque il credito sarà pari a 675 euro.
Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, tramite il modello F24.
Niente bonus se nel 2017 gli investimenti sono stati pari a zero
Visto che il bonus si calcola sul valore incrementale dell'investimento, c'è da chiedersi cosa accade se l'investimento è stato pari a zero nell'anno che precede quello agevolato. In questo caso non è possibile godere del bonus pubblicità. Compilando la comunicazione telematica si scopre, infatti, che l'importo zero per investimenti effettuati nel 2017 non è accettato da sistema, che dà errore.
La conferma arriva anche dalle risposte alle Faq pubblicate sul sito del dipartimento per l'Informazione e l'editria. «Non è possibile accedere al credito d'imposta - scrivono dal Dipartimento - se gli investimenti pubblicitari dell'anno precedente a quello per cui si richiede l'agevolazione sono stati pari a zero, come prescritto dal Consiglio di Stato nel parere reso sul Regolamento di cui al D.P.C.M. n. 90 del 16 maggio 2018, che ha disciplinato la misura».
Bonus anche per il 2017
Va ricordato che il bonus si applica agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2018 su giornali, quotidiani e periodici, nazionali e locali, anche on line, o su Tv e radio locali, analogiche o digitali.
Viene riconosciuto il credito di imposta del 75 per cento anche agli investimenti pubblicitari incrementali effettuati a partire dal 24 giugno 2017 e fino al 31 dicembre 2017 sulla stampa (compresi i giornali on line). Per tale periodo sono esclusi gli investimenti in pubblicità su emittenti radio-televisive. Per il 2017 va presentata esclusivamente la Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati.
Il credito, inoltre, viene elevato al 90 per cento nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e start-up innovative.
Le risorse a disposizione
Il credito deve fare i conti con il limite massimo complessivo delle risorse di bilancio annualmente stanziate, che costituisce tetto di spesa. In particolare, per finanziare il bonus sono stati stanziati 62,5 milioni di euro, di cui 50 milioni per investimenti sulla stampa.
Una quota di questi 50 milioni, pari a 20 milioni di euro, è destinata al riconoscimento del credito di imposta relativo ai soli investimenti pubblicitari incrementali effettuati a partire dal 24 giugno 2017 e fino al 31 dicembre 2017 sulla stampa (compresi i giornali on line). I restanti 30 milioni sono riservati agli investimenti effettuati nel corso del 2018, sempre sulla stampa. Gli altri 12,5 milioni coprono, invece, le spese in pubblicità che nel 2018 trovano spazio presso emittenti radio-televisive.
Giornali ed emittenti devono essere registrati al Tribunale
Per l'accesso al credito, gli investimenti pubblicitari devono riguardare giornali ed emittenti editi da imprese titolari di testata giornalistica iscritta presso il competente Tribunale e dotate in ogni caso della figura del direttore responsabile.
Esclusioni
Sono escluse dal credito d'imposta le spese sostenute per l'acquisto di spazi destinati a servizi particolari, tra cui: televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovraprezzo.
Cosa succede se le domande ammesse superano le risorse disponibili
Il credito d'imposta liquidato potrà essere inferiore al 75 per cento del valore incrementale dell'investimento (o 90 per cento per microimprese, Pmi e start-up innovative) nel caso in cui l'ammontare complessivo dei crediti richiesti superi l'ammontare delle risorse stanziate. In tal caso, si provvede ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto.
In caso di ripartizione percentuale, bisogna considerare anche due limiti individuali: nessun contributo può superare il 5 per cento del totale delle risorse annue destinate agli investimenti sui giornali, ed il 2 per cento delle risorse annue destinate agli investimenti sulle emittenti radiofoniche e televisive locali.
di Mariagrazia Barletta
- Le Faq pubblicate dal dipartimento per l'Informazione e l'editoria
- La sezione informativa sul sito del dipartimento per l'informazione e l'editoria
- L'accesso al servizio dal sito dell'Agenzia delle Entrate
- La scheda informativa sul sito dell'Agenzia delle Entrate
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