Riaperti i termini dei condoni edilizi (del 1985, 1994 e del 2003) per gli immobili danneggiati o distrutti dal terremoto che il 21 agosto ha colpito i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno, sull'isola di Ischia. A pensarci è stato il decreto cosiddetto Emergenze, lo stesso che regola la ricostruzione del Ponte Morandi a Genova.
Arriva subito la protesta di Legambiente: «Una follia riaprire il condono per edifici abusivi costruiti in aree a rischio idrogeologico e sismico, con la beffa che sarebbero soldi pubblici a pagare la ricostruzione». L'associazione ambientalista fa appello «al Parlamento e al ministro dell'Ambiente Sergio Costa perché fermino una sanatoria edilizia che metterebbe in pericolo le persone e rilancerebbe nuovi abusi».
L'articolo 25 del decreto dà infatti la possibilità, per gli edifici distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto dello scorso anno, di concludere i procedimenti di condono ancora pendenti. I procedimenti vanno chiusi, stabilisce il decreto, facendo riferimento alle sole disposizioni del primo condono, ossia alla legge 47 del 1985. Si prevede, inoltre, il ricorso anche ad apposite conferenze dei servizi, per assicurare la conclusione dei procedimenti entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge.
Ischia, edificio danneggiato dal sisma (foto del 22 agosto 2017) "Fonte: Sito del Dipartimento della Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Legambiente: «Scelta grave e inaccettabile»
La riapertura dei condoni significa che «non varrebbero le norme in materia di tutela paesaggistica e idrogeologica introdotte successivamente e che si azzerano tutte le prescrizioni limitative introdotte con i due successivi condoni». È quanto denuncia sempre Legambiente definendo tale scelta «grave e inaccettabile, perché consentirebbe di sanare edifici posti in aree a rischio in un Isola che, dal terribile terremoto del 1883 ad oggi, ha visto alternarsi tragedie per crolli legati alle scosse sismiche e per quelli dovuti alle frane».
«L'altra cosa assurda - continua l'associazione - è che questi edifici beneficerebbero del contributo al 100% della ricostruzione post sisma. Il segnale per chi ha speculato costruendo abusivamente sull'Isola e vuole continuare a farlo sarebbe un via libera anche per il futuro e già arrivano segnalazioni di cantieri che si stanno aprendo da parte di chi vuole approfittare del condono. Senza contare che l'articolo 23 dà la possibilità di avviare i lavori per danni lievi escludendo solo le costruzioni interessate da ordini di demolizioni, quindi potranno avviare i lavori anche gli edifici con abusi parziali a cui non si fa cenno nel testo».
Edoardo Zanchini: «Non solo gli edifici abusivi verrebbero sanati, ma avrebbero il completo rimborso dallo Stato per la ricostruzione»
«In audizione alla Camera - spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - abbiamo descritto i pericoli di una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino le sanatorie approvate dai Governi Berlusconi del 1994 e 2003 vietavano, proprio perché posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente. L'assurdità è che questi edifici, che per le norme vigenti sono abusivi, non solo verrebbero sanati ma avrebbero il completo rimborso dallo Stato per la ricostruzione. E senza considerare che alla prossima pioggia rischiano di franare, perché la situazione di rischio idrogeologico delle aree non può essere risolta. Fermiamo questo provvedimento prima che sia troppo tardi».
Mariateresa Imparato (Legambiente Campania): «Ben 28mila pratiche di richieste di condono "ufficiali" nell'Isola di Ischia»
«Ancora una volta arriva in Campania lo spettro di uno scellerato condono edilizio, che non guarda in faccia nessuno e che dimentica le illegalità consumate fino ad oggi, cercando di giustificare tutto con l'urgenza e la necessità - aggiunge Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -. Parliamo di ben 28mila pratiche di richieste di condono "ufficiali" nell'Isola di Ischia; nei soli comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che contano circa 13mila abitanti, le pratiche di condono sono oltre 6 mila, una su due abitanti. Inoltre nell'agosto del 2017 sono stati spropositati i danni rispetto all'intensità del sisma di magnitudo 4.0, anche per via dei materiali scadenti usati negli edifici. Chiediamo di destinare risorse pubbliche alla ricostruzione degli edifici danneggiati a seguito del sisma, stabilendo che il contributo potrà essere assegnato solo se si prevedono interventi sull'intero edificio per la sua messa in sicurezza antisismica e idrogeologica, altrimenti si rischia di dare contributi per interventi parziali in edifici che rimangono pericolosi».
di Mariagrazia Barletta
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