È stato approvato in Commissione Bilancio, alla Camera, un emendamento al disegno di legge di Bilancio 2019 che, se mantenuto nell'iter parlamentare, andrà a porre un freno all'ampliamento dell'applicazione del regime dei minimi (o forfettario) prospettata nella prima versione del Ddl messa a punto dal Governo.
Più nel dettaglio, l'emendamento riscrive una delle cause di esclusione dal regime agevolato. L'obiettivo è, dopo aver innalzato, portandola a 65mila euro, la soglia di reddito che determina l'accesso (e la permanenza) nel regime forfettario, evitare che il rinnovato regime fiscale possa diventare «un incentivo indiretto alla trasformazione di rapporti di lavoro dipendente in altre forme contrattuali che godono dell'agevolazione in commento (agevolazione che consiste nell'applicazione, come è noto, dell'imposta sostitutiva al 15 per cento)», si legge nella documentazione elaborata alla Camera a corredo degli emendamenti approvati.
Dunque, se non vi saranno ulteriori cambiamenti, dal 2019 saranno esclusi dal regime dei minimi, con imposta fissa al 15 per cento, «le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d'imposta, ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai suddetti datori di lavoro».
Fumosa la forma dell'emendamento. Comunque, presumibilmente, ciò significa che se un professionista esercita un'attività prevalentemente nei confronti di persone che sono state suoi datori di lavoro per i due precedenti periodi di imposta, o per soggetti riconducibili a quei datori di lavoro, non può applicare il regime forfettario. La stessa incompatibilità vale per rapporti di lavoro in essere.
Con la nuova causa di esclusione si prevede di cancellare l'attuale disposizione della legge 190 del 2014, che disciplina il regime, la quale esclude dal beneficio fiscale «i soggetti che nell'anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui rispettivamente agli articoli 49 e 50 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, eccedenti l'importo di 30.000 euro; la verifica di tale soglia è irrilevante se il rapporto di lavoro è cessato».
di Mariagrazia Barletta
Per approfondire i contenuti del Ddl di Bilancio, relativi al nuovo regime forfettario si rimanda all'articolo: Regime dei minimi (forfettario) e Ddl di Bilancio: imposta al 15% per redditi fino a 65mila euro
pubblicato il: - ultimo aggiornamento: