La legge di Bilancio 2019 interviene sulle risorse stanziate per l'attuazione della seconda tranche del Piano per le periferie urbane e sblocca le convenzioni stipulate con 96 enti, tra comuni e città metropolitane. Niente assegnazione della quota di finanziamento anticipata: le convenzioni produrranno effetti finanziari nel 2019, limitatamente al rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate dagli enti beneficiari.
Si conclude così l'odissea iniziata con il congelamento dei fondi che andavano a finanziare buona parte dei progetti di riqualificazione delle periferie selezionati attraverso un bando ad hoc lanciato dal governo Renzi. Un piano che contava su 2 miliardi e 100 milioni di euro stanziati dallo Stato, cui si sono aggiunti le risorse regionali e i contributi privati. In tutto erano 120 i progetti approvati di riqualificazione delle periferie. Un parte dei finanziamenti, pari a 1,6 miliardi, indirizzati ai 96 progetti posizionatisi dal 25esimo posto in poi della graduatoria, era stata bloccata fino al 2020 dal Milleproroghe dello scorso agosto (Dl 91 del 2018). L'obiettivo del governo era dirottare quelle risorse sul finanziamento di una misura volta a consentire ai Comuni di impiegare gli avanzi di bilancio bloccati dal "patto di stabilità".
Federica Zappalà, Vele di Scampia - CC BY-SA 3.0 it
Partiti a lancia in resta, i sindaci avevano annunciato battaglia, con la protesta placatasi solo dopo l'accordo ottenuto in Conferenza unificata il 18 ottobre. I contenuti di quell'accordo sono poi stati recepiti nel disegno di legge di Bilancio e confermati a conclusione dell'iter parlamentare. Dunque, per effetto della manovra 2019 viene superato quanto stabilito dal decreto-legge 91 del 2018. In pratica, le convenzioni sono state "scongelate", ma i 96 beneficiari non potranno godere dell'anticipo, non superiore al 20 per cento del finanziamento, previsto dai Dpcm che erano stati emanati in attuazione al Piano per le periferie.
Per il 2019 è previsto unicamente il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate in relazione ai progetti delle 96 convezioni. In particolare, al rimborso delle spese sostenute e certificate si provvede mediante utilizzo dei residui iscritti sul Fondo di sviluppo e coesione. Sulla base dei cronoprogrammi trasmessi dagli enti, la relazione tecnica che accompagnava il Ddl di Bilancio stimava le spese da rimborsare in 450 milioni per il 2019. Entro gennaio 2019 la Presidenza del Consiglio dei ministri e gli enti beneficiari dovranno provvedere all'adeguamento delle convenzioni già sottoscritte.
Tanti i territori interessati dallo sblocco, tra cui - solo per citarne alcune - le città metropolitane di Milano, per il progetto di rigenerazione del quartiere Adriano; di Napoli per la riqualificazione di Scampia, Reggio Emilia per la rigenerazione del quartiere storico di Santa Croce; Genova per un programma che riguarda il recupero delle scuole e i servizi insediativi periferici; Roma per un piano di risanamento e la sicurezza delle periferie (si veda l'elenco delle città beneficiarie).
di Mariagrazia Barletta
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