Doppietta per Pedevilla Architects e Stanislao Fierro al Premio Architettura Alto Adige 2019. La Fondazione Architettura Alto Adige e l'Ordine della provincia di Bolzano assegnano ad Alexander e Armin Pedevilla il primo posto nelle categorie "residenze" e "interni", conquistate dai due architetti rispettivamente con i progetti per una casa sulla riva del Rio dei Molini a Campo Tures (Bolzano) e per la "cooking academy" dell'hotel Bad Schörgau a Sarentino (Bz). La riqualificazione di piazza Magnago a Bolzano, progettata da Stanislao Fierro, vince nella sezione "spazi aperti e infrastrutture" ed ottiene il premio del pubblico.
Quest'anno la giuria era composta da Gianmatteo Romegialli (studio Act Romegialli di Milano), da Pia Durisch (studio Durisch + Nolli di Massagno, nel canton Ticino) e da Daniel A. Walser, architetto e docente alla Hochschule für technik und wirtschaft (Htw) di Coira (Svizzera).
Già pluripremiato, il progetto per nuovi spazi a servizio dell'hotel Bad Schörgau, ad una quindicina di chilometri da Bolzano, prevede la realizzazione di un'accademia di cucina e di uno spazio per la vendita di prodotti di bellezza. A caratterizzare il progetto è l'uso del legno come rivestimento degli interni e degli esterni. Elementi circolari lignei si intersecano per andare a definire ornamenti che si rifanno alla trazione costruttiva locale.
Pedevilla Architects, casa sulla riva del Rio dei Molini. Fotografie di © Gustav Willeit
Pedevilla Architects, hotel Bad Schörgau. Fotografie di © Gustav Willeit
La casa a Campo Tures è un'architettura monolitica, compatta, costituita da un volume sfaccettato, tagliato in cima da due falde asimmetriche. I fratelli Pedevilla, maestri nello studio della composizione di intonaci, hanno pensato ad una finitura esterna formata da sabbie locali, calce e cemento, in cui la tonalità chiara è resa dinamica da un effetto spugnato che cattura le sfumature della luce. Negli interni domina l'utilizzo di materie prime locali come il legno di quercia, il bronzo e le lastre di roccia Gneiss della Passiria, lavorati artigianalmente da maestranze locali per realizzare su misura arredi, infissi, porte, punti luce e pavimenti.
Piazza Silvius Magnago a Bolzano, progetto di Stanislao Fierro con Nadine Saul. Foto © Stanislao Fierro
La riqualificazione di piazza Silvius Malgnago è frutto di un concorso di progettazione ad inviti bandito dalla provincia di Bolzano, vinto nel 2012 da Stanislao Fierro. Progettata con Nadine Saul, la nuova piazza è caratterizzata da una pavimentazione omogenea, da panchine artistiche e da totem di pietra che rappresentano i tre gruppi linguistici dell'Alto Adige e forniscono, tra l'altro, informazioni sulla figura dell'ex presidente della provincia, scomparso nel 2010, a cui la piazza è intitolata.
feld72 Architekten, asilo a Valdaora di Sotto (Bz). Foto © Herta Hurnaus
L'asilo nido a Valdaora di Sotto, in Val Pusteria, firmato dallo studio con basi a Vienna e Caldaro, feld72, si aggiudica il premio nella sezione riservata ai progetti pubblici. Si tratta di un'architettura pluripremiata, che recentemente ha vinto il premio Medaglia d'Oro assegnato dalla Triennale di Milano. A caratterizzare l'edificio, realizzato in legno, è un muro poligonale che cinge una corte interna protetta.
Markus Scherer, intervento sul corpo C del Forte Fortezza. Fotografie © Alessandra Chemollo
Il premio Architettura Alto Adige arriva come un'ulteriore conferma di qualità anche per l'intervento sul cosiddetto "corpo C" del Forte di Fortezza (Bz), firmato da Markus Scherer. Un progetto già oggetto di una menzione d'onore nel 2017 nell'ambito del premio "Architetto dell'anno" indetto dal Consiglio nazionale degli Architetti e selezionato da Mario Cucinella per essere esposto al Padiglione Italia all'ultima Biennale di Architettura di Venezia. Si tratta di un intervento che va a ricucire una vecchia ferita inferta all'antico forte asburgico e a generare nuovi spazi espositivi dedicati al progetto per la Galleria di Base del Brennero (in costruzione). Si tratta di ambienti realizzati a completamento di una porzione della roccaforte, distrutta a seguito della ricollocazione di una strada statale, il cui tracciato è stato rimodellato per far posto all'autostrada del Brennero.
di Mariagrazia Barletta
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