È firmato It's il progetto della nuova sede di Confcooper, edificio storico romano di fine '800 in via Torino 153, lungo l'asse della città che collega la Chiesa di Santa Susanna e la Basilica di Santa Maria Maggiore.
It's - società di architettura orientata alla ricerca e all'innovazione fondata nel 2016 da Alessandro Cambi, Francesco Marinelli e Paolo Mezzalama - nasce con l'intento di estendere i confini dell'architettura, ibridando i suoi metodi con il know-how di altri settori, di pari passo con le esigenze di una società contemporanea mutevole, veloce e complessa.
Ne è una prova questo progetto di restauro, durato solamente 15 mesi grazie all'approccio BIM adottato in tutte le fasi del processo dell'intervento, dagli elaborati di progetto, alla gestione del cantiere, fino alla futura gestione dell'edificio.
Anche per creare il modello del rilievo, come spiega Matteo Sarrocco, socio e Bim Manager di Parallel Digital, la start-up di It's all'avanguardia nello sviluppo del progetto con metodo BIM e nella sperimentazione digitale, "la ricognizione dello spazio è avvenuta inizialmente con un rilievo laser che ha restituito una radiografia dell'edificio di cui abbiamo potuto conoscere lo stato strutturale nel dettaglio, i reali spessori delle murature, le cavità nascoste e non accessibili".
Foto: © Francesco Mattuzzi
Foto: © Francesco Mattuzzi
Il BIM nel restauro di un edificio storico: riduzione dei consumi, ottimizzazione degli spazi e sapiente uso della luce naturale e artificiale
Nell'intervento di restauro proposto da It's (4.000 mq su 6 piani) convivono, in perfetto equilibrio, le tracce ottocentesche dell'edificio originario (con la sovrapposizione di numerosi interventi che ne hanno modificato i principi d'impianto, la distribuzione e l'articolazione degli spazi) e i segni contemporanei, in un continuo confronto tra recupero della struttura e introduzione di nuovi elementi.
Elementi storici, come i muri portanti, si alternano a sottili pareti di vetro, materiali classici come il marmo sono accostati armonicamente a materie leggere come l'alluminio riflettente, fino alla parete verde verticale che riquadra la geometria della corte in pietra.
Attraverso l'uso del modello Bim e del taglio numerico è stato possibile mettere in atto un processo di riduzione del consumo della materia, che in questo progetto ha coinvolto le superfici sia orizzontali che verticali. Il marmo di Carrara dei pavimenti è stato rielaborato in chiave contemporanea e proposto in lastre sottili. Le lastre di vetro delle partizioni verticali divisorie degli spazi di lavoro sono anch'esse di spessore minimo, altamente performanti e zigrinate per aumentare la riflessione della luce esterna verso le parti più interne della struttura e garantire il necessario livello di privacy visiva ai singoli uffici.
Foto: © Francesco Mattuzzi
Anche il tema complesso dell'illuminazione all'interno di edifici in tessuto ottocentesco, è stato risolto mediante l'utilizzo del BIM, garantendo il rapporto ottimale tra luce naturale e artificiale attraverso la trasmissione dei fasci luminosi negli interni riverberati e amplificati dalla scelta di materiali e cromie.
La distribuzione verticale, ridisegnata a partire dalla posizione della scala originaria, è stata sostituita da un nastro in marmo bianco e acciaio riflettente - assemblato fuori opera - con pannelli di finitura in acciaio controllati geometricamente con il taglio laser. La scala, ottenuta svuotando il vano che la conteneva e ripensata per permettere alla luce di attraversare il grande vuoto di 21 metri di dislivello, culmina con l'accesso al terrazzo dell'edificio, che si presenta come un giardino pensile sospeso e dal quale è possibile godere di una bella vista sulla città.
Poco più di un anno di cantiere che ha così assunto la nuova dimensione di artigianato digitale, in una perfetta fusione tra conoscenza delle maestranze e innovazione tecnologica, in cui anche l'esterno e il trattamento dei prospetti, orientato sulla scelta del bianco, ha rivestito un ruolo fondamentale, sottolineando la presenza urbana dell'edificio quale oggetto portatore di luce all'interno del tessuto della città.
Foto: © Francesco Mattuzzi
CREDITI DI PROGETTO
Committente:
Confcooper Società Cooperativa
Equipe di progetto
Architetto capogruppo: It's
BIM: Parallel Digital
Imprese esecutrice
Consorzio Consital
CEA Cooperativa Edile Appennino
L'Operosa impianti
Strutture
Dedalo Ingegneria
Impianti
AG&C Associati s.r.l.
Sicurezza
arch. Francesco Bindi
Paesaggio
Paisà
Cronologia
2017 - 2018
Consulente amministrativo
piùtrentanovesei architetti (arch. Giovanni Troisi)
Arredi ufficio
Arper
Vitra, Danese, Artemide - spazio5arredamenti Roma
marmi: B - Stone
Crediti Fotografici
© Francesco Mattuzzi
pubblicato il: - ultimo aggiornamento: