È Alessandro Melis, architetto, classe 1969, cofondatore dello studio Heliopolis 21 architects, con sedi a Pisa, a Berlino e a Portsmouth (Inghilterra), il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia del 2020. Ad annunciarlo venerdì è stato il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli.
Melis è oggi direttore della Cluster for Sustainable Cities e fondatore del Media Hub, il primo open lab della University of Portsmouth, nato con l'obiettivo di studiare l'innovazione tecnologica nel campo della progettazione climatica ed ambientale.
Se Mario Cucinella nella passata edizione della Mostra Internazionale di Architettura ha utilizzato lo spazio Padiglione allestito alle Tese delle Vergini per dimostrare al pubblico cosa possa fare l'architettura per rilanciare le aree interne del Paese e invertirne la tendenza allo spopolamento, Melis punterà sui temi delle comunità resilienti e del cambiamento climatico. Ed erano proprio questi gli argomenti oggetto della conferenza tenutasi in occasione della chiusura del Padiglione Italia lo scorso anno, durante la quale si metteva l'accento sull'urgenza di considerare il tema del cambiamento climatico, inesorabilmente in atto, nei progetti urbani e di architettura.
«Si tratta di un percorso di mostra - ha affermato Bonisoli riferendosi al progetto di Melis - molto divulgativo e coinvolgente, il Padiglione Italia sarà un'occasione per riflettere su come rispondere positivamente in futuro alla pressione sociale ed ambientale attualmente in atto». Da quanto si apprende sempre dal ministero, il progetto «presenta una riflessione sulle urgenze dell'architettura in Italia, e suggerisce prospettive future per le periferie italiane ed opportunità per la ridefinizione del ruolo strategico e multidisciplinare dell'architettura».
Il nome di Melis è «stato individuato al termine di una procedura di selezione a cui sono stati invitati a partecipare cinque nomi rappresentativi del panorama nazionale. Il progetto è stato scelto dal ministro nell'ambito dell'istruttoria effettuata dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanea e Periferie urbane».
Va ricordato che lo scorso dicembre il Cda della Biennale ha nominato, come curatore della 17a Mostra Internazionale di Architettura 2020, Hashim Sarkis, architetto libanese e preside della School of Architecture and Planning al Massachussetts Institute of Technology (Mit) di Boston.
Chi è Alessandro Melis
I temi di ricerca che impegnano Alessandro Melis riguardano «l'innovazione nel campo della sostenibilità ambientale, della resilienza e della rigenerazione del tessuto urbano, sui quali è stato curatore e key speaker in numerose conferenze e simposi presso istituzioni come il MoMA a New York, e la China Academy of Art», fa sapere il Mibac con una nota.
«Tra le innovazioni di carattere accademico per cui è riconosciuto: l'introduzione in architettura dei cosiddetti "Hybrid tecahing methods" (High Education Fellowship 2018) e l'integrazione di BIM, computazione, e fluidodinamica nella progettazione climatica. Attualmente coordina progetti di ricerca internazionali sulla resilienza in architettura, finanziati da fondi di ricerca internazionali sulla pianificazione urbana attraverso il nexus cibo-energia-acqua e sul riciclo della plastica come strumento di ripensamento infrastrutturale della città del futuro».
Il suo studio Heliopolis 21 (co-fondato con Gian Luigi Melis) ha all'attivo numerosi progetti in ambito pubblico e privato. Tra le ultime inaugurazioni, un edificio polifunzionale a Peccioli (Pisa). Lo studio ha firmato, tra gli altri progetti, il nuovo ospedale della Fondazione Stella Maris e l'Aula Magna alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
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