Nella storia dell'architettura ci sono progettisti che hanno deciso di osare, chi attraverso forme e geometrie, chi invece con l'utilizzo deciso del colore, a volte relazionandosi al contesto, altre con la volontà di generare netti contrasti.
In quest'articolo prendiamo in esame edifici simbolo connessi tra loro dall'utilizzo del colore rosa, forte e deciso o delicato e tendente al color pastello, icone architettoniche che ispirano progetti contemporanei. Ne è un esempio calzante l'architettura del messicano Luís Barragán, che ha fatto dell'uso del colore un tratto distintivo, come nel complesso de Los Cubes con Cuadra San Cristobal y Fuente de los Amantes, costruito tra il 1964 e il 1969 per la famiglia Egerstrom. Semplice per materiali impiegati quanto complesso per l'idea alla base, il progetto prevedeva l'abitazione, la scuderia e un maneggio: qui spazi interni ed esterni si fondono, soggetti a giochi di luce ed ombra, accentuati ancor più dall'utilizzo dell'acqua in continuo movimento, che definisce il contrasto con i volumi colorati e le superfici immobili. Scopri le foto
La ricerca inizia quindi con la Muralla Roja di Ricardo Bofill costruita negli anni Settanta, in un mix di costruttivismo e tradizione mediterranea; e poi continua con la Pink House di Arquitectonica a Miami, dove, tra i membri del team, ritroviamo un giovanissimo Rem Koolhaas alle prese con i primi progetti. Arriviamo quindi alla scelta di un materiale rosa più classico, come il marmo di Candoglia, utilizzato a fine anni '80 da Aldo Rossi, a Milano, per il Monumento a Sandro Pertini. L'analisi si conclude infine con l'ultimo progetto di Friedensreich Hundertwasser, personalità eclettica autrice della Gruene Zitadelle, e i due recenti interventi, rispettivamente di Mezzo Atelier nelle Azzorre e di TACO - Taller de Arquitectura Contextual in Messico.
Ad esclusione del monumento di marmo rosa, si tratta sempre di tipologie residenziali, area di intervento sicuramente più fertile, per l'architetto, per esprimere tutta la sua creatività: a partire dalle tonalità, è però interessante notare le modalità di utilizzo del colore, che fanno trapelare, attraverso il riflesso delle architetture, la personalità di ciascun progettista.
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Muralla Roja | Ricardo Bofill
Chiaro richiamo al decostruttivismo e riferimento all'architettura popolare del Mediterraneo arabo, la Muralla Roja situata a Calpe (Alicante) e progettata dall'architetto spagnolo Ricardo Bofill nel 1973, si instaura sulla scogliera rocciosa sottostante come una fortezza, segnando una sagoma verticale che ne segue le linee di contorno.
L'obiettivo della costruzione era quello di rompere la divisione post-rinascimentale tra spazi pubblici e privati reinterpretando la tradizione mediterranea della Kasbah, con un la struttura di un labirinto basato sulla tipologia della croce greca con le braccia lunghe 5 metri, raggruppate secondo diversi criteri e con le torri di servizio (cucine e bagni) nel punto di intersezione. In planimetria appare chiaro il riferimento alle teorie e geometrie del costruttivismo che danno vita a un insieme di patii interconnessi per l'accesso ai 50 appartamenti, suddivisi in monolocali da 60 mq e appartamenti da due/tre camere da letto rispettivamente di 80 e 120 mq. In copertura, sulla terrazza, troviamo infine il solarium, una piscina e una sauna per l'uso dei residenti.
La scelta di colori forti e differenti risponde all'intenzione di dare un determinato rilievo agli elementi architettonici, distinti in base alle loro funzioni strutturali. Le superfici esterne sono dipinte di diverse tonalità di rosso e rosa per accentuare il contrasto con il paesaggio, così come il blu, che si mescola ai colori del cielo: una scelta, quella dell''intensità dei colori legata anche alla forte luce presente a Calpe, capace di mostrare come la combinazione di questi elementi riesca a dare al visitatore una diversa illusione di spazio.
Photo courtesy of © Ricardo Bofill Taller de arquitectura
Pink House a Miami | Arquitectonica
Era il 1976, quando la famiglia Spear, incaricò la figlia Laurinda H. Spear (oggi insieme a Bernardo Fort-Brescia fondatrice di Arquitectonica), per il progetto della villa di famiglia a Miami. A comparire nel team di progetto, anche un giovanissimo Rem Koolhaas, ancora fresco di studi universitari.
Concepita come uno studio su diversi piani, la casa si connota per l'utilizzo di cinque sfumature di rosa, da intenso fino a pallido, esaltando così la prospettiva illusionistica e conferendo alla casa il nome di Pink House (o Spear House). Pare infatti che, in origine, l'utilizzo così netto del colore non fu accolto di buon grado, tanto da dover essere sottoposto al controllo del consiglio del The Village of Miami Shores per ottenere l'approvazione.
La facciata ovest, rivolta verso la città, fu ridotta per mantenere il rapporto con le altre abitazioni su strada; al contrario la facciata est, progettata per essere notata da Miami Beach e dalla baia, si staglia dirompente lungo l'asse. Nel complesso, su una superficie di 640 mq, la struttura della casa presenta una sequenza precisa: la facciata, il cortile, e poi le stanze, ognuna delle quali inquadra una diversa vista della baia.
Photo courtesy: Arquitectonica © Futagawa-GA Magazine
Monumento a Sandro Pertini | Aldo Rossi
Torniamo in Italia, a Milano dove, tra il 1988 e il 1990 Aldo Rossi progettò il monumento-dedica al VII Presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini. Qui il rosa è legato alla scelta materiale, blocchi di 50cm di marmo di Candoglia grigio-rosato, lo stesso utilizzato per il più imponente Duomo di Milano.
La struttura, un cubo di 8m per lato, rappresenta una fontana monumentale formata da un podio chiuso su tre lati da pareti in pietra, di cui, quella di fondo, ospita un condotto triangolare in rame dal quale scende l'acqua che confluisce in una vasca al centro della parete. Il quarto lato ospita invece una gradinata che ben si inserisce all'interno della piccola piazza circostante, posta all'incrocio tra le due importanti strade milanesi di via Montenapoleone e via Canzoni.
Scriveva Aldo Rossi: «Concepita come una tranquilla piccola piazza lombarda, un luogo per incontrarsi, mangiare un panino o scattare una foto di gruppo, è formata da un doppio filare di gelsi lombardi ormai scomparsi nel paesaggio, da panchine di pietra, lampioni e pavimentazione di blocchi di porfido o granito rosa. All'estremità della piazza vi è il cubo della scalinata [...]»
Gruene Zitadelle | Hundertwasser
Nel 2005, a Magdeburgo, venne inaugurato l'ultimo progetto (postumo) dell'austriaco Friedensreich Hundertwasser, personalità eclettica e controversa, pioniere delle idee di bioarchitettura.
"Ma perché l'edificio è rosa?" - gli chiesero - "Questo colore irrita alcune persone, in particolare alcuni nella grande banca della porta accanto e persino alcuni negli uffici del governo statale nelle vicinanze".
Pare infatti che inizialmente gli venne chiesto di ristrutturare un grattacielo prefabbricato in calcestruzzo "plattenbau", ma sviluppando l'idea venne fuori un edificio completamente nuovo, che oggi ospita un hotel con 42 camere, tutte diverse tra loro, un teatro, degli uffici, un asilo e 55 appartamenti.
Il suo nome Green Citadel (in tedesco Gruene Zitadelle) deve il suo nome grazie al gran numero di alberi che crescono nel cortile e sul tetto, divenendo "un'oasi per l'umanità e la natura in un mare di case razionali" fedele ai concetti dello stesso Hundertwasser di "window right" e "tree obligation".
Photo: © gruene-zitadelle.de
Photo: Andreas Länder © gruene-zitadelle.de
Pink House | Mezzo Atelier
Arriviamo al 2017, quando Mezzo Atelier costruisce la Pink House a São Miguel (nelle isole Azzorre), convertendo una vecchia stalla del XX secolo in una residenza per le vacanze. Mantendo carattere, linee e atmosfera rurale della costruzione e attraverso l'aggiunta di un nuovo volume e nuove aperture - accuratamente disposte nelle facciate colorate e sul muro di pietra - la vecchia struttura assume un volto completamente nuovo e allo stesso tempo rispondente alle normative contemporanee.
A partire dai collegamenti esterni che conducono alla terrazza, fino al legno sbiancato utilizzato negli interni, è chiara la volontà di reinterpretare l'architettura vernacolare delle Azzorre, molto semplice quanto funzionale.
La Pink House si compone di due moduli di differenti dimensioni: quello più grande si sviluppa su due livelli, dei quali il piano terra con funzione di connessione con gli spazi esterni, un semi-piano con un'area comune che dà accesso alle suites private e all'area di servizio. Il piano superiore, infine, sfruttando le altezze del sottotetto, racchiude tutte le aree comuni, tra cui la cucina e l'accesso ad una piccola terrazza che funge da copertura dell'appartamento più piccolo sottostante.
Photo: © Fernando Guerra
Monte House | TACO taller de arquitectura contextual
Concludiamo infine con un progetto di quest'anno, la piccola e compatta Monte House, situata nel sud-est del Messico e progettata dallo studio TACO taller de arquitectura contestuale. Un attento studio di sole e venti dominanti - finalizzato al raggiungimento di una temperatura interna confortevole - genera il progetto di una casa vacanze dalle dimensioni minime per una giovane coppia, pensata come un luogo riflessivo e contemplativo e capace di far immergere completamente gli ospiti nel selvaggio paesaggio circostante, in una vera esperienza di vita semplice ma connotata dalla componente emozionale.
La piccola architettura rosa, dalle finiture in stucco grezzo con vernice artigianale a base di calce e pigmenti minerali, è posizionata su una piattaforma sopraelevata rispetto al livello del suolo, sfruttando così il salto di quota per la realizzazione della piscina, completamento della grande terrazza dedicata alla convivialità.
All'interno, in soli 42 mq con una doppia altezza, i piccoli spazi sono studiati nel dettaglio, presentando un angolo cottura, un soggiorno, un bagno con doccia esterna e una scala per raggiungere il soppalco adibito a camera da letto. Infine il design degli interni è interamente composto di pezzi artigianali dai toni grezzi che rendono la Monte House un gioiello di "pink architecture" perfettamente inserita nel paesaggio roccioso circostante.
Photo: © Leo Espinosa
Infine, se il colore rosa vi appassiona, ecco due profili instagram da seguire:
blank.city
pancrazi
di Elisa Scapicchio
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