Utilizzare scuole e biblioteche come opportunità per la creazione di servizi, per stimolare la nascita di imprese creative, per mettere in atto operazioni di creatività urbana con l'intento finale di favorire il benessere e incrementare la qualità della vita in territori marginali o caratterizzati da degrado edilizio oppure da carenza di servizi. Il tutto facendo leva sulla collaborazione civica, sull'azione collettiva e sul partenariato pubblico-comunità.
È quanto, in sintesi, si cerca di stimolare con il piano "Cultura futuro urbano", un programma del Mibac e della sua direzione generale Arte e architettura contemporanee e periferie urbane (Dgaap) appena avviato con due bandi che mettono subito a disposizione per il 2019 4milioni e 750mila euro destinati al piano "Scuola attiva la cultura" e 3 milioni di euro per il progetto "Biblioteca casa di quartiere". Due linee di intervento in cui architetti e urbanisti possono avere un ruolo rilevante come attori dei cambiamenti, come partner delle iniziative o come facilitatori di processi. I due bandi sono attivi fino alle ore 12:00 del 5 luglio 2019.
Un terza azione strategica prende il nome "Completati per la cultura", e punta a selezionare opere pubbliche rimaste incompiute che saranno completate destinandole a fini culturali. Per questa terza azione il bando non è stato ancora pubblicato. Tutti i bandi sono finalizzati alla riqualificazione, tramite la cultura, di aree prioritarie e complesse di città metropolitane e di capoluoghi di provincia.
Le scuole e le biblioteche (civiche o gestite da fondazioni, associazioni culturali, università, centri di ricerca non profit, istituti di alta formazione, enti del terzo settore) possono partecipare anche come capofila di partenariati da costituire con diversi soggetti, tra cui figurano anche i professionisti, singoli o associati, esperti di progettazione culturale o urbana, qualora assicurino sostegno economicamente valutabile al progetto e dunque assumano la qualità di co-finanziatori. Al di là di tale ruolo, architetti e urbanisti possono essere determinanti nelle azioni volte al coinvolgimento e all'ascolto delle comunità. E non solo.
Scuola attiva la cultura
Il bando "Scuola attiva la cultura" finanzia iniziative (fino a 80mila euro a progetto ammesso) da avviare a partire dalle scuole situate in quartieri di città metropolitane e di capoluoghi di provincia, nei quali l'intervento pubblico si riveli prioritario o perché caratterizzati da marginalità sociale o economica, o perché carenti di infrastrutture sociali o di trasporto, oppure perché si riscontra un diffuso degrado edilizio.
I progetti possono avere diverse finalità. Un obiettivo può essere il rafforzamento, attraverso attività legate alla cultura, del ruolo delle scuole come presidi culturali, istituzionali e sociali. Un altro obiettivo possibile è la creazione di attività culturali e creative innovative capaci di stimolare la partecipazione degli abitanti. Ed ancora: l'apertura delle scuole in orario extrascolastico per attivare nuovi servizi o funzioni culturali.
Inoltre, i progetti candidabili possono avere come finalità la creazione di nuove opportunità, concretizzabili attraverso l'incubazione di imprese culturali e creative innovative di quartiere o di comunità urbane, creando dinamiche collaborative tra abitanti, istituzioni pubbliche, soggetti privati locali, istituzioni cognitive, società civile organizzata, artisti e creativi o altre figure professionali, come ad esempio: architetti, sociologi, antropologi, utili al progetto di incubazione.
Biblioteca casa di quartiere
Anche per i progetti che coinvolgono le biblioteche gli obiettivi possono essere molteplici. Incrementare e diversificare l'offerta di attività culturali e creative attraverso la promozione di progetti innovativi che valorizzino il ruolo delle biblioteche, è una delle finalità possibili da perseguire per candidarsi al bando, che anche in questo caso finanzia le iniziative selezionate fino al tetto massimo di 80mila euro a progetto.
Altre azioni da mettere in campo possono essere le seguenti: integrare l'offerta di servizi pubblici, favorire il riuso da parte degli abitanti del quartiere di spazi inutilizzati o sottoutilizzati a disposizione della biblioteca, incubare imprese culturali e creative innovative di quartiere o di comunità urbane con l'aiuto di professionisti, artisti e creativi.
La collaborazione civica come metodo
Il metodo è quello della collaborazione civica, che richiede l'attivazione e il coinvolgimento degli abitanti dei quartieri interessati. In questo quadro l'azione di architetti e urbanisti può essere molto utile. Tra l'altro la creazione di partenariati pubblico-comunità deve puntare alla valorizzazione delle «innovazioni contemplate dalla legislazione e/o regolazione nazionale, regionale, locale vigente, in particolare di quella rilevante in materia di contratti pubblici, terzo settore, beni e attività culturali, beni e servizi comuni urbani». Una delle azioni possibili fa inoltre riferimento alle operazioni di creatività urbana.
Sono ammessi ai bandi, ad esempio, anche gli interventi materiali sugli edifici scolastici e/o nei quartieri, «facendo ricorso, a titolo meramente esemplificativo, alle arti visive e alla creatività contemporanea, alle arti applicate, alla comunicazione digitale, alla manifattura digitale, alla realtà virtuale». Ammissibili al bando relativo alle biblioteche, inoltre, anche azioni volte all'«allestimento di punti e servizi di lettura in luoghi esterni alla biblioteca, rigenerazione di spazi, microprogetti per il miglioramento delle aree intorno alle biblioteche e/o nei quartieri prioritari e complessi».
di Mariagrazia Barletta
Le informazioni e gli avvisi con i relativi allegati sono disponibili sul sito della DGAAP [www.aap.beniculturali.it]
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