È nella città di Parigi che ha preso il via - il 20 giugno - il Renzo Piano World Tour di quest'anno, il grande viaggio intorno al mondo che nella sua terza edizione porta sei giovani architetti a guardare e toccare con mano i capolavori della storia dell'architettura moderna e contemporanea.
Siamo andati a conoscere di persona Valentina, Andrea, Raùl, Lukas, Renos e Paul Antoine, e insieme, nei primi due giorni di questa loro avventura, abbiamo percorso un itinerario quasi simbolico che ci ha portato a discutere di architettura e aspettative davanti al Centre Pompidou, conoscere Renzo Piano nello studio di rue des Archives e mettere in pratica i suoi consigli nella prima tappa del viaggio: il cantiere dell'École Normale Supérieure Paris-Saclay.
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RENZO PIANO WORLD TOUR 2019
promosso da Fondazione Renzo Piano, Stavros Niarchos Foundation, Fundación Botín, Selvaag Gruppen, Vitra Design Foundation, Taschen Publications, in collaborazione con ProViaggiArchitettura, Habitat 2020, Lettera22 e professionearchitetto.it
photo Elisa Scapicchio © professionearchitetto.it | 19.06.2019 al Centre Pompidou
aspettando Valentina... con Raúl, Eirinaios, Lukas, Paul Antoine e Andrea
Centre Pompidou. Il viaggio inizia dove tutto cominciò
Incontriamo per la prima volta i sei protagonisti del RPWT 2019 sulla piazza del Beaubourg. All'ombra di quell'architettura rivoluzionaria, lunga 166 metri e alta 42, che segnò l'inizio della carriera di Renzo Piano, scopriamo profili di viaggiatori differenti e allo stesso tempo complementari, pronti a "rubare" quanti più spunti possibili da quella che tutti e sei sono d'accordo nel definire un'esperienza irripetibile.
Scambiamo le prime parole con i ragazzi, sguardi all'insù a scorrere l'intreccio di immensi tubi colorati che caratterizzano la facciata, visi compiaciuti nell'osservare i molteplici usi inclusivi della piazza, bambini liberi di correre, turisti curiosi o gruppi di persone giunte per una pausa dopo il lavoro.
Uno spazio vivo e dinamico, difficilmente immaginabile per chi lo aveva studiato fino a quel momento solo attraverso fotografie, e che ora diventa prima prova di racconto per i ragazzi che hanno il compito di condividere l'esperienza, come nelle precedenti edizioni, attraverso brevi testi, fotografie e disegni su taccuino.
I PROTAGONISTI DEL RPWT 2019
2 gruppi, 2 diversi itinerari, insieme a Parigi, New York, Entebbe e Genova
Alla volta del Giappone, Valentina, Eirinaios e Paul-Antoine
Valentina, 25 anni, la più giovane del gruppo vive a Siracusa, ha appena concluso un'esperienza lavorativa nello studio del padre, il suo è un profilo da teorica, ama scrivere di architettura e aspira ad accedere ad un dottorato. Ha viaggiato molto ma soprattutto in Italia, fanno eccezione due viaggi di un mese in Marocco e in Inghilterra.
Paul-Antoine, 26 anni, già con numerose esperienze formative e professionali all'estero. Ha studiato a Parigi, Hong Kong e Oslo dove ora lavora, dopo uno stage di tre mesi a Copenaghen da BIG - Bjarke Ingels Group. È un vero viaggiatore, ha già visitato quasi tutti i paesi del tour e non vede l'ora di completare la sua mappa personale di architetture viste.
Eirinaios, 27 anni, è originario di Kos, ha studiato e vive ad Atene da ormai 9 anni. È affascinato dagli aspetti più artigianali dell'architettura e lavora attualmente in uno studio che si occupa di abitazioni private. Non ha viaggiato molto fino ad ora e non vede l'ora di scoprire il Giappone.
Alla volta dell'Australia, Andrea, Raúl e Lukas
Andrea, 26 anni, originario di Treviso, è ricercatore all'Università di Padova. È interessato ai progetti sul patrimonio esistente e si è laureato con una tesi sulla copertura di un'area archeologica. Gli anni di Università gli hanno trasmesso una visione molto ingegneristica del progetto ed è questo aspetto che vuole approfondire durante il viaggio.
Raúl, 26 anni, vive a Valencia dove lavora per uno studio specializzato in strutture, il suo sguardo verso le architetture è infatti tecnico, legato ai dettagli e alle soluzioni costruttive, che ama disegnare e riportare nel suo piccolo quaderno.
Lukas, 29 anni, è il più grande del gruppo, dopo la laurea a Monaco si è trasferito a Berlino per lavoro. Ama fotografare e naturalmente viaggiare, dopo l'Erasmus a Valencia ha visitato tra gli altri Australia, Colombia e Turchia.
L'incontro con Milly e Renzo Piano e il RPBW in rue des Archives
La mattina seguente nel Marais, la vetrina fronte-strada dell'atelier de maquette (laboratorio modelli) ci indica di essere arrivati a destinazione. È una tappa importante, culla di gran parte dei progetti del RPBW e inizio ufficiale del Renzo Piano World Tour 2019. Varchiamo la soglia della storica sede parigina dello studio, ad accoglierci c'è l'architetto Milly Rossato Piano, direttrice dei programmi educativi e della conservazione dell'archivio della Fondazione Renzo Piano.
Seduti attorno a un tavolo nel luminoso patio-biblioteca, Milly ci ricorda l'importanza dello scambio tra culture di Paesi differenti e della condivisione dell'esperienza. "Oggi - sottolinea - esiste la possibilità di rendere queste esperienze condivisibili, per questo fin dal primo anno abbiamo chiesto un racconto ogni giorno". Quest'anno i ragazzi avranno a disposizione anche due telecamere. "Durante il cantiere di Beaubourg - racconta ancora Milly Piano - Renzo conobbe Rossellini, e fu proprio lui a suggerirgli di guardare l'edificio attraverso lo sguardo delle persone che l'avrebbero osservato. Noi adesso siamo molto interessati a vedere questi edifici attraverso gli occhi di giovani architetti".
Il racconto di un'architettura e della condivisione è un tema molto importante per la Fondazione, da anni infatti è impegnata nel conservare e rendere fruibile il ricco patrimonio di disegni, schizzi, documenti e modelli che testimoniano più di cinquant'anni di attività di Renzo Piano e del RPBW.
In linea sempre con la mission della Fondazione Piano, una particolare attenzione viene data alle visite ai cantieri, quest'anno molto più numerose. I ragazzi con la guida di un architetto scopriranno nel dettaglio le architetture del RPBW e i cantieri ancora aperti. "È naturalmente interessante studiare un progetto, leggere i disegni, capire cosa c'è stato dietro - dice Milly - ma poter visitare un edificio è sicuramente qualcosa di diverso, perché fa comprendere cose che un disegno non può trasmettere. E poi non sono tante, oggi, le occasioni per visitare un cantiere".
La visita allo studio prosegue. Disegni di piante, sezioni e dettagli costruttivi colorano le superfici verticali dello studio. Di alcuni progetti esposti il team RPBW ne spiega il metodo progettuale, materiali e soluzioni tecniche adottate, illustra i modelli realizzati in laboratorio e quelli parametrici per la gestione delle strutture complesse. Colpisce tutti "la meticolosità con cui vengono studiati i dettagli costruttivi, nell'ottica del "niente è così difficile da non poter essere realizzato, basta sapere come", afferma Valentina. Il processo progettuale di ciascuna opera ha inizio con uno schizzo e si conclude con il modello in scala 1:1.
L'incontro con Renzo Piano
In rue des Archives 34 l'ultima battuta spetta a Renzo Piano, che, dopo aver stretto la mano a tutti e incoraggiato i progettisti in partenza, li sorprende con una domanda "Ragazzi, avete un metro?". "Dovete misurare ragazzi - prosegue - perché misurare vuol dire conoscere!"
Si conclude così la mattinata in rue des Archives, con un consiglio da mettere subito in pratica nella tappa successiva della giornata, il cantiere dell'ENS Paris-Saclay.
photo Francesca Avanzinelli © Fondazione Renzo Piano
Il cantiere dell'École Normale Supérieure Paris-Saclay
Dal Centre Pompidou, un salto di oltre 40 anni chiude il cerchio, e ci porta a uno degli ultimi edifici in costruzione del RPBW. L'Ecole Normale Supérieure Paris-Saclay, BIM d'Or 2015 (prestigioso riconoscimento francese al progetto maggiormente distintosi per l'uso innovativo dei sistemi BIM), è la prima delle numerose visite in cantiere del RPWT '19.
Così come nel 1977 il Centre Pompidou aveva segnato il grande cambiamento nella concezione di fruizione museale, allo stesso modo qui, a pochi chilometri da Parigi, seppur con nuovi strumenti e nuove tecnologie, il fine progettuale rimane lo stesso: dar vita ad un luogo di capace di creare connessioni inclusive con la città.
Sono Jean-Bernard Mothes (associato e responsabile del progetto) e David Bricard (project architect) ad introdurci nel cantiere, partendo dal grande parco centrale di oltre un ettaro, fino al quinto e ultimo livello.
La struttura d'eccellenza, all'interno di un più ampio disegno che comprende anche l'École Centrale/Supéléc di Rem Koolhaas, le residenze di LAN architecture e il Lieu de Vie dello studio Muoto, si caratterizza per l'altissima attenzione alla sostenibilità, dalla ventilazione naturale fino all'innovativo sistema di riscaldamento e il raffreddamento passivo, argomenti di grande interesse per i membri del gruppo.
Passeggiare tra i percorsi di questo enorme cantiere, tra le aree quasi ultimate e quelle ancora da rifinire, genera molto entusiasmo nei ragazzi, impegnati a fotografarne tutti i dettagli: con il consiglio di Piano ancora caldo i giovani architetti si interessano a lunghezze, luci e dettagli tecnici.
photo Elisa Scapicchio © professionearchitetto.it
il viaggio prosegue...
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