Con una grande festa, lo scorso venerdì, l'artista Edoardo Tresoldi ha aperto per la prima volta le porte del suo studio-laboratorio, il luogo in cui il suo pensiero "si trasforma in gesti", materializzandosi sottoforma di architettura effimera dal grande impatto visivo. Un ex capannone, industriale come la rete metallica delle sue installazioni, grazie alle quali è nella lista dei giovani artisti più influenti al mondo, Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2018 e autore delle cattedrali evanescenti di Siponto (FG) e del Coachella Festival, fino alle grandi commesse per i templi del commercio contemporaneo come Le Bon Marché Rive Gauche a Parigi e la recente opera svettante sulla copertura dell'Illa Diagonal a Barcellona, l'allestimento per una sfilata di moda e svariati lavori in giro per il mondo.
Abbiamo varcato la soglia del suo studio per scoprire, passeggiando tra rotoli di rete metallica e aree di stoccaggio, dove e come vengono realizzate queste imponenti sculture che, assemblate, danno origine a straordinarie architetture trasparenti.
Foto: © Roberto Conte
Tresoldi Studio come una factory urbana contemporanea per la sperimentazione
Il nuovo headquarter di Tresoldi Studio sorge nella vivace zona ex industriale milanese di Mecenate¹, una cittadella in mattoni rossi che, riecheggiando i Docks londinesi, ospita già grandi nomi come Gucci Hub e Sky, oltre ad altre consolidate realtà meneghine, inserendosi nel contesto come una nuova factory creativa all'interno di una città dinamica come Milano, all'insegna dell'innovazione e della trasformazione.
Con una superficie totale di circa 700 mq, lo studio, recentemente ristrutturato per rispondere alle esigenze dell'artista, si sviluppa attraverso due macro aree separate e comunicanti. La prima - suddivisa su due livelli - superato l'ingresso sovrastato da una grande scultura di rete metallica, mostra gli spazi più formali, tra uffici, aree dedicate alle stampe e postazioni di lavoro, insieme a fotografie e ispirazioni progettuali appese alle pareti. Da qui, una scala in ferro conduce a un ballatoio, attraverso il quale si accede allo studio privato di Tresoldi, una grande stanza con copertura inclinata e grandi finestre che ne illuminano l'ambiente. L'arredamento vintage e industriale accoglie schizzi, libri di architettura classica e contemporanea, disegni tecnici e prototipi, ma anche oggetti simbolici e una vecchia insegna dell'attività di famiglia adagiata su una parete.
Foto: © Roberto Conte
Superata la prima grande area, si arriva al cuore dello studio, il laboratorio, uno spazio ampio e trasformabile dove, tra impalcature metalliche e tavoli di legno da lavoro, giacciono ordinatamente tutte le sculture, tra quelle già pronte e quelle ancora in fase di lavorazione, tra archetipi classici e moduli geometrici.
Un grande ambiente con pianta libera, rispondente a un'organizzazione rigorosa alla quale collabora un team di circa 20 persone, pensato appositamente per essere trasformato a seconda delle necessità, con il carattere di luogo aperto e punto di partenza per sperimentare e innescare nuove reti di collaborazioni interdisciplinari.
Foto: © Roberto Conte
¹ L'area di via Mecenate. Com'era
Non tutti sanno che l'area di via Mecenate, oggi sede di alcune importanti realtà imprenditoriali, durante i primi anni del '900, ospitò il primo campo volo della città. Successivamente, considerata la strategicità dell'area, venne impiantato un insediamento militare permanente con la realizzazione di nuovi hangar. Fu l'ingegnere Gianni Caproni ad iniziare l'attività di costruttore e sperimentatore, producendo, durante le due Guerre, un gran numero di biplani e triplani.
Nel 1950 l'attività di produzione aerea cessò, i capannoni vennero abbandonati o venduti. È a partire dagli anni '90 che torna l'attenzione sul loro recupero, a seguito di un periodo di riconversione urbanistico-edilizia che coinvolse molte aree industriali della città di Milano.
Ospitando alcuni simboli della creatività milanese, pur mantenendo intatto il carattere architettonico, oggi l'area di Via Mecenate è considerata un esempio da seguire a livello di strategia di riqualificazione urbana.
di Elisa Scapicchio
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