Ieri l'Assemblée nationale ha approvato in via definitiva la legge per il restauro e la conservazione della cattedrale di Notre-Dame di Parigi, devastata dall'incendio dello scorso 15 aprile che ne ha distrutto il tetto e la «flèche» di Viollet-le-Duc (e non solo).
Definita la "macchina" per il restauro del monumento: si procederà attraverso un ente statale preposto (da costituire) e mediante deroghe alle leggi vigenti (Codice del Patrimonio e dell'Ambiente) e per mezzo di ordinanze del Governo. Subito i lavori per migliorare l'accessibilità della cattedrale. Nessuna traccia, come inizialmente si era ipotizzato, del concorso di architettura per il ridisegno della guglia.
Notre-Dame prima dell'incendio
Un ente sotto la tutela del ministro della Cultura committente delle operazioni di restauro
Per far fronte e coordinare le operazioni di studio e di restauro verrà creato un ente statale, a carattere amministrativo, che sarà posto sotto la tutela del ministro della Cultura. Tra i suoi compiti vi è anche quello di ascoltare le esigenze dei cittadini e dei commercianti, ma, soprattutto, in deroga al Codice del patrimonio, sarà il committente per il progetto di restauro e per i lavori. Il nuovo ente potrà subito avviare i lavori per valorizzare gli spazi intorno alla cattedrale allo scopo di migliorarne l'accesso. Dovrà inoltre subito identificare eventuali carenze di formazione professionale in relazione alla realizzazione dei lavori di conservazione, restauro e valorizzazione del monumento.
Il nuovo ente sarà governato da un consiglio di amministrazione di cui, oltre al presidente, la metà dei componenti sarà costituita da rappresentanti dello Stato. Avrà al suo fianco un comitato scientifico, da consultare per studiare e definire le operazioni di conservazione e restauro.
Deroghe e ordinanze del Governo (da ratificare in Parlamento) per avviare la "macchina" del restauro
Segue una serie di deroghe alle leggi nazionali. Ad esempio in deroga al Codice del patrimonio, sarà l'ente pubblico nazionale che effettua le diagnosi archeologiche preventive a occuparsi degli scavi che potrebbero rendersi necessari durante i lavori. Ed ancora, in deroga al Codice dell'ambiente, sarà possibile esporre pubblicità sui ponteggi, purché non abbia carattere commerciale e sia finalizzata ad informare sui lavori, a menzionare i donatori o a valorizzare le competenze dei professionisti coinvolti nel cantiere.
Nell'arco di un anno, inoltre, il Governo potrà, mediante ordinanze (ratificate poi in Parlamento attraverso progetti di legge), emanare disposizioni con valore di legge per facilitare la realizzazione dei lavori, anche in deroga - nella misura strettamente necessaria a soddisfare gli obiettivi primari di restauro, conservazione e valorizzazione - alle regole in materia di ambiente, urbanistica e infrastrutture, soprattutto per ciò che riguarda il rilascio di autorizzazioni.
Regolamentata la sottoscrizione nazionale
Il testo della legge, oltre a regolamentare la sottoscrizione nazionale aperta il 16 aprile (la sottoscrizione sarà chiusa con un decreto) con l'obiettivo di raccogliere fondi per finanziare i lavori, stabilisce anche i valori a cui bisognerà attenersi: l'obiettivo primario, ovviamente, consiste nel preservare «l'interesse storico, artistico e architettonico del monumento». I fondi raccolti non serviranno solo per i lavori e per il restauro delle opere mobili, ma serviranno anche a coprire «la formazione iniziale e continua dei professionisti che dispongono di competenze particolari richieste per i lavori».
A sorvegliare sulla gestione dei fondi raccolti, sottoposti ad un rapporto annuale, saranno la Corte dei Conti e il Parlamento, attraverso i presidenti delle Commissioni permanenti Finanza e Cultura del Senato e dell'Assemblea nazionale.
di Mariagrazia Barletta
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