Trecento milioni tra il 2021 e il 2023, cui vanno ad aggiungersi ulteriori 2,2 milioni equamente suddivisi tra gli anni del decennio 2024-2034. Sono i fondi che il disegno di legge di Bilancio 2020 prevede per finanziare e istituire, nello stato di previsione del Viminale, un nuovo fondo denominato «Asili nido e scuole dell'infanzia», le cui risorse sono destinate alla messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di asili nido e scuole dell'infanzia comunali. È quanto messo nero su bianco nel disegno dei legge di Bilancio 2020 su cui il Senato ha votato la questione di fiducia. Ora il testo arriva blindato alla Camera, per essere approvato (necessariamente) entro il 31 dicembre. Dunque i contenuti della Manovra sono ormai definitivi.
Entrando nel merito delle caratteristiche del Fondo, va subito detto che questo è finalizzato alla realizzazione di progetti di costruzione, ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione di asili nido, scuole dell'infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia, con priorità per le strutture localizzate nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie.
Sono finanziabili con le risorse del fondo anche i progetti volti alla riconversione di spazi delle scuole dell'infanzia oggi inutilizzati, con finalità di riequilibrio territoriale. Vi rientrano anche i progetti di riconversione innovativi finalizzati all'attivazione di servizi integrativi per l'educazione dei bambini.
I decreti attuativi e l'istituzione della cabina di regia
Per la realizzazione di tali interventi, i comuni dovranno elaborare progetti di ristrutturazione e riqualificazione degli asili nido esistenti nel proprio territorio. Occorre un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da emanare di concerto con diversi dicasteri, e previa intesa in Conferenza unificata, per individuare le modalità e le procedure di trasmissione dei progetti elaborati dai comuni. Il Dpcm - da emanare entro giugno - dovrà anche disciplinare i criteri di riparto e le modalità di utilizzo delle risorse, insieme ai sistemi di monitoraggio relativi all'uso effettivo delle risorse che saranno ripartite.
Nei successivi 90 giorni dalla pubblicazione del Dpcm, con decreto dell'interno (da emanare con i ministeri dell'Economia, delle Pari opportunità e dell'Istruzione) saranno individuati gli enti beneficiari, gli interventi ammessi al finanziamento e il relativo importo.
Entro maggio deve inoltre essere istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri una cabina di regia per il monitoraggio permanente dello stato di realizzazione dei singoli progetti. La cabina di regia, presieduta dal capo del dipartimento per le Politiche della famiglia, sarà composta da un rappresentante del dipartimento degli Affari regionali, e da un rappresentante dei ministeri dell'Interno, dell'Economia, dell'Istruzione, delle Infrastrutture, nonché da un componente designato dalla Conferenza unificata. Ai membri della cabina di regia non spettano compensi, rimborsi spese, gettoni di presenza né indennità.
di Mariagrazia Barletta
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