Rispetto al 2018, il numero di gare pubbliche "Bim oriented" bandite per affidare servizi di architettura e ingegneria è cresciuto del 58,3 per cento. Un salto che arriva dopo la crescita monstre del 264 per cento registrata nel 2018 rispetto al 2017. Il dato è contenuto nel terzo rapporto sull'utilizzo del Bim (Building information modeling) realizzato dall'Oice, l'associazione delle organizzazioni di architettura e ingegneria.
478 bandi Bim nel 2019 per servizi di architettura e ingegneria
Più nel dettaglio, i bandi Bim pubblicati nel 2019 sono stati 478, per un valore totale di 296,3 milioni di euro, contro i 1.502 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura nel 2019. La maggior parte dei bandi Bim - si legge nel rapporto - ha riguardato le gare di servizi di architettura e ingegneria soprasoglia. Per i bandi soprasoglia, il 56,1 per cento richiedeva l'impiego di metodologie Bim. Cifra che sale al 92,6 per cento se si considera il valore totale di tali gare. Le gare in Bim sotto la soglia dei 100mila euro arrivano al 21,5 per cento in numero e all'1,9 per cento in valore. Quelle comprese tra i 100mila euro e i 221mila raggiungono quota 22,4 per cento in numero e 5,5 per cento in valore.
Il maggior numero di gare Bim al Sud
Omogenea la distribuzione territoriale per macro-regioni: si va dal massimo del Meridione con 128 bandi (26,8 per cento del totale) al minimo delle Isole con 61 bandi (12,8 per cento). Al Centro i bandi Bim sono stati 121 (25,3 per cento); al Nordest 94 (19,7 per cento) e 74 al Nordovest (15,5 per cento).
Prediligono il Bim le amministrazioni dello Stato
Quanto alla committenza, a prediligere i bandi Bim sono state nel 2019 le amministrazioni dello Stato (centrali e periferiche) che hanno lanciato 171 gare con richiesta di impiego di metodologia Bim. Queste sono seguite dai comuni (126 bandi), dalle concessionarie (60 bandi), da ospedali e Asl (59 bandi), regioni (30 bandi), provincie (15 bandi), Università e ricerca (14 bandi) e altri enti (3 bandi).
Bim più utilizzato per le gare di ristrutturazione
Quanto alla tipologia di interventi richiesti, il 63,4 per cento dei bandi Bim ha puntato su ristrutturazioni e il 34,3 per cento ha riguardato nuove realizzazioni.
In diminuzione (leggera) le gare che non attribuiscono punteggio al Bim
I bandi inoltre - rileva infine il rapporto Oice - che «citano il Bim genericamente senza punteggi specifici, ma solo come elemento contrattuale della prestazione sono comunque in leggera diminuzione: si passa infatti dal 19,9 per cento del totale delle gare registrate nel 2018 all'11,1 per cento del 2019».
Scicolone (presidente Oice): «Con il regolamento del Codice appalti chiediamo più stabilità e certezza di regole»
Per il presidente Oice, Gabriele Scicolone: «Oramai il Bim è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Una realtà che pone l'asticella ancora più in alto come è giusto che sia in questi anni pionieristici per quanto attiene alle "frontiere del digitale" che sono frontiere fluide, come fluido è l'orizzonte dell'innovazione tecnologica. Adesso però chiediamo che con il nuovo regolamento si recepiscano i contenuti del Dm 560 per dare stabilità e certezza di regole».
Sulla questione del quadro regolatorio il rapporto rileva che «dal punto di vista dell'analisi qualitativa degli atti di gara, pur considerando la diversa entità del numero delle gare fra un anno e l'altro, anche quest'anno va segnalata l'incompletezza e indeterminatezza del quadro regolatorio, determinato dal parere del Consiglio di Stato che ha messo in discussione la legittimità del decreto 560/2017 e comunque sempre non ancorato a un corpo delle conoscenze definito, che fa da cornice all'operato delle stazioni appaltanti».
di Mariagrazia Barletta
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