Nella periferia di Firenze, nel celebre quartiere di Sorgane ideato dagli architetti Ferdinando Poggi, Leonardo Ricci e Leonardo Savioli, cinque giovani progettisti under 36 dello studio ND studio provano a riscattare un intervento lasciato incompiuto nel suo carattere comunitario con un progetto di architettura temporanea e adattiva.
Il suo nome è TAM TAM (Temporary Archtecture Module) e si fonda sulla volontà di rilanciare quella socialità e quella integrazione che era alla base della progettazione storica del quartiere attraverso un dispositivo architettonico basato su di un sistema di feedback dei cittadini,un meccanismo capace di far evolvere e indirizzare il progetto a seconda delle suggestioni ricevute nel tempo.
Il banco di prova sarà Piazza Istria, qui gli abitanti, attraverso una serie di incontri con gli architetti, definiranno la nuova configurazione dello spazio esprimendo idee e costruendo in concreto i moduli architettonici secondo uno scheletro strutturale formato da tubi multidirezionali noleggiati da una ditta locale.
L'idea, spiegano i progettisti, è quella di "incentivare l'azione dei cittadini al riuso, stimolare una diffusa creatività individuale e collettiva e sensibilizzare una visione dello spazio inteso come bene comune di cui avere cura sia come fruitori che come artefici".
l progetto è ora nel vivo, lo scorso 23 febbraio si è svolto il secondo incontro con gli abitanti e nei prossimi appuntamenti avrà inizio l'allestimento vero e proprio.
Il calendario aggiornato del progetto si trova sul sito nd-nodump.it/studio/news.
Tam Tam è un'iniziativa inserita nel progetto Step by Step cofinanziato dal bando DESINGSCAPES "Design-Enabled Innovation in Urban Environments" H2020-SC6-CO-CREATION-2016-3 Progetto numero: 763784.
Inhabits, Milano Design Village del 2017 © Foto di Stephane Giraudeau
Confrontarsi con i grandi per rilanciare la socialità di Sorgane
Il quartiere Sorgane nasceva a Firenze agli inizi degli anni '60 per far fronte alla grave carenza di alloggi di cui era vittima la città, il progetto, fortemenete voluto dal sindaco La Pira ed ideato dagli architetti Ferdinando Poggi, Leonardo Ricci e Leonardo Savioli, puntava sulla volontà di realizzare un sistema urbano articolato e unitario che privilegiasse la socialità fra gli abitanti.
"Confrontarci con l'architettura di grandi progettisti come Ricci e Savioli ed affiancarsi ad essa - raccontano i progettisti - ci ha spinti ulteriormente a interrogarci sul ruolo dell'architetto nella società contemporanea; vedere con i nostri occhi e ascoltare direttamente dagli abitanti quali sono state le evoluzioni dell'architettura e le conseguenze di determinate scelte progettuali sulla vita dei cittadini, ci ha dato maggior coraggio nel portare in piazza un tipo di Architettura Adattiva, dinamica, che possa essere un mezzo per interpretare una società in continua evoluzione.
Nelle macrostrutture gli architetti pensarono a innumerevoli e diversificati spazi che invitassero allo scambio e alla conoscenza tra gli abitanti, ed è proprio l'interazione tra le persone il principio che sta alla base del nostro intervento; l'azione che porteremo avanti in Piazza Istria è fortemente improntata all'adattabilità e alla modificabilità di ogni elemento per spingere gli abitanti verso una cittadinanza più attiva e consapevole."
Moduli versatili realizzati con materiali e tecnologie standard
Nella realizzazione del progetto verrà messa in atto una tecnologia già utilizzata per l'installazione Inhabits costruita da ND studio per il Milano Design Village del 2017, si tratta di un sistema "senza viti", basato sull'assemblaggio di tubi multidirezionali (noleggiati da una ditta locale), che permettono un facile montaggio ed una versatilità di utilizzo.
"Il multidirezionale si presta bene ad essere assemblato e disassemblato velocemente, aiutandoci a raggiungere l'obiettivo primario di progettare insieme ai cittadini ciò che andrà a funzionalizzare i moduli, in modo che siano loro in primis a prendersene cura - affermano i progettisti - Utilizzare materiali e tecnologie standard ci permette, inoltre, di velocizzare le fasi di co-design e allo stesso tempo di inserirci all'interno di un modello economico e produttivo circolare, riducendo l'impatto ambientale dell'operazione grazie a materiali prevalentemente a noleggio."
Inhabits, Milano Design Village del 2017 © Foto di Stephane Giraudeau
ND Studio
È uno studio di architettura con base a Firenze fondato da Antonio Bagni (1984), Diego Detassis (1989), Giulia Pagliacci (1984), Cristina Setti (1989), Federico Tomaselli (1988) che si concentra principalmente su progetti di architettura e design human-scaled basati su principi di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Al centro del loro approccio progettuale i principi di economia circolare, architettura incrementale e social innovation guidano i processi di trasformazione e valorizzazione urbana, sperimentando l'architettura come processo vitale capace di accogliere, ascoltare e stimolare l'innovazione nella società.
L'aspetto esperienziale è per questo rintracciabile in diversi interventi portati avanti dal gruppo toscano, come nella Q1 Arena, un'opera temporanea polifunzionale realizzata in occasione del Festival Copula Mundi e Lattex Plus Festival che come una quinta teatrale cambia a seconda della scena, oppure il progetto per lo spazio estivo Utopiko, in cui una struttura polivalente si svincola da una fruizione definita e definibile ma lascia piena libertà in termini di utilizzo ed interazione.
+ info: www.nd-nodump.it
© Foto di Maginaria
pubblicato il: