Un gruppo di giovani architetti ha studiato un "concept" per vivere in sicurezza le spiagge in estate, suggerendo una soluzione ai proprietari degli stabilimenti balneari. Punto di partenza è uno schema modulare. Bandita ogni chiusura: il distanziamento è assicurato attraverso la gestione dei flussi.
Gli ideatori sono Andrea Favilli, Antonio Giannetti, Caterina Ghelli, Mirco Guasti, Lavinia Guicciardini Salini, Lucio Innocenti, Tommaso Laezza, Consuelo Rellini, ex studenti dell'Università di Firenze. Vivono in Paesi diversi, ma con l'emergenza hanno deciso di collaborare, come ai tempi dell'università, per elaborare un'idea che potesse essere d'aiuto per l'organizzazione delle spiagge in chiave anti-coronavirus.
«Da circa un mese a questa parte molte sono state le proposte formulate da architetti e aziende per aiutare i proprietari degli stabilimenti balneari delle regioni italiane a far fronte all'emergenza coronavirus. Ciò che abbiamo notato immediatamente è stato che le proposte erano accomunate da un aspetto a nostro avviso di fondamentale importanza: tutte tendevano a rinchiudere l'uomo all'interno di un oggetto. La domanda è sorta spontanea: perché chiudersi di nuovo all'interno di uno spazio limitato dopo due mesi di quarantena?», affermano i giovani progettisti.
«Da qui - continuano - abbiamo sentito l'urgenza di dire la nostra, proponendo un progetto che si pone in un'ottica differente rispetto alle proposte formulate finora». La proposta si basa sul rispetto delle distanze di sicurezza, tentando di superare il senso di oppressione che potrebbe derivare dal chiudersi ad esempio in pareti di plexiglass.
Tre i concetti chiave perseguiti: flessibilità, sicurezza e sostenibilità
Il concetto chiave, come accennato, è il distanziamento, ottenuto con l'installazione di arredi e strutture leggere che possano assicurare anche libertà di movimento.
All'ingresso i progettisti immaginano di inserire un'area dedicata ai servizi principali: pagamento, bar e soprattutto igienizzazione sia in entrata che in uscita dallo stabilimento. In spiaggia, le file di ombrelloni sono divise da corridoi a unico senso di percorrenza, definiti da una sorta di tende fatte di corde che delimitano ma non separano. All'interno delle file, il distanziamento viene garantito da un sistema di pallet che si integrano nella configurazione generale fungendo anche da sedute e da contenitori ornamentali per il verde.
I materiali utilizzabili sono di basso costo, facilmente reperibili, personalizzabili e in alcuni casi anche riutilizzabili. «Il concept è improntato alla semplicità delle strutture, in modo da limitare al minimo il supporto di manodopera specializzata», assicurano i progettisti.
Il progetto prevede l'utilizzo del legno per la struttura centrale e i pallet, la corda per la delimitazione dei corridoi e, facoltativamente, la canapa per il rivestimento dei cuscini.
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