È pronto il progetto Il Ponte sul Cielo, intervento firmato da LAP - Laboratorio di architettura partecipata ¹ che rappresenterà l'immagine iconica del borgo medievale di Pizzoferrato, per il rilancio del territorio ai fini turistici.
Un angolo caro anche a Gabriele D'Annunzio, che lo definì "la terrazza d'Abruzzo" per la sua posizione privilegiata che spazia dai monti del Gran Sasso al Mar Adriatico, dalle Tremiti al Monte Velino e dalle Mainarde alle pianure molisane, sovrastando l'agglomerato di case che si affaccia sulla splendida valle del fiume Sangro.
Collocato in prossimità della cima del Pizzo - una grande rupe di natura calcarea che sovrasta il paese - il progetto sarà realizzato grazie al supporto del Comune e al finanziamento regionale (assegnato a Pizzoferrato in qualità di borgo tra i più belli d'Italia) per una spesa totale di circa 250.000 euro e sarà realizzato, compatibilmente con i rallentamenti del periodo, entro la fine di quest'anno.
Un'operazione nata grazie allo strumento della progettazione partecipata - minimo comune denominatore dei progetti di Lap - che ha portato alla scelta dell'area di intervento mediante il coinvolgimento della comunità, attraverso un "sopralluogo condiviso" e un incontro di educazione all'architettura all'interno della scuola.
Il laboratorio di co-progettazione che ne è seguito, con l'interpretazione del territorio attraverso aneddoti e ricordi, ha conferito a Pizzoferrato l'appellativo di "Borgo del Volo" e, grazie alle idee condivise, l'intervento genererà nuovi posti di lavoro e benessere per tutta la cittadinanza.
Sospeso tra monti e cielo: un'architettura nuova per luoghi antichi
Il Ponte sul cielo trova posto proprio sopra la grande rupe di natura calcarea che sovrasta il paese di Pizzoferrato, un punto privilegiato per godere della bellezza del borgo medievale fatto di viuzze in pietra lastricate, antichi edifici e circondato da boschi di faggio, querce e abeti.
Un approccio al progetto basato sulla volontà di intercettare la richiesta di un turismo attrattivo che garantisse prima di tutto l'aspetto esperienziale, tradotto in un intervento contemporaneo in armonia con la storia del luogo e con la natura.
Ispirato alle ali di una libellula, sia dal punto di vista metaforico che estetico, l'intervento si compone di due terrazze a sbalzo, orientate sul maestoso paesaggio che avvolge il borgo che, dall'attuale belvedere, sembrano slanciarsi, appunto, verso il cielo.
Un continuo alternarsi di tradizione e contemporaneo, opaco e trasparente, massa e leggerezza, dal punto di vista esecutivo realizzato mediante l'utilizzo di un vetro calpestabile con superficie antiscivolo.
Il gioco tra opposti è accentuato ancor più dal design del parapetto, da un lato costituito da un muretto a secco in pietra locale che richiama il legame con il genius loci, dall'altro una esile struttura artigianale in ferro battuto, ispirato alle forme della natura proprie dell'equazione matematica di Voronoi - basata su un particolare diagramma di decomposizione e tassellata dello spazio - che ne enfatizza la sensazione del volo.
Percorrendo la passerella, la suggestione sarà quella di un sentiero di montagna, acclive, aspro al tatto, che emana i profumi tipici dell'alta quota, come una struttura che idealmente germoglia dalle spigolose rocce del Pizzo e che, a un tratto, genererà stupore con il cambio del materiale di calpestio, facendo sentire il visitatore sospeso nel vuoto.
¹ Il Laboratorio di Architettura Partecipata nasce da una collaborazione tra lo studio MC A (Mario Cucinella Architects) e ViviamoLAQ, un'associazione di studenti di architettura e ingegneria dell'Università dell'Aquila nata appena dopo il sisma del 2009 con lo scopo di partecipare alla riprogettazione della città in modo volontario e no profit.
Nel 2015 si converte in studio di architettura guidato da Daniel Caramanico, Federico Sorgi e Simone Esposito, supportati da una squadra coesa di giovani progettisti talentuosi e appassionati che si rinnova continuamente e apre le porte ad architetti e ingegneri creativi e sperimentatori.
Il Laboratorio di Architettura Partecipata propone un nuovo modello di progettazione, partecipativo, che cresce e si plasma nell'ascolto dei cittadini. L'obiettivo è fare in modo che gli interventi sul territorio non siano percepiti come top-down ma risultino connessi alle esigenze e ai desideri delle comunità coinvolte, interpretando un bisogno condiviso.
di Elisa Scapicchio
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