Sono trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione in "Gazzetta ufficiale" del decreto cosiddetto Rilancio (Dl 34 del 2020) che, tra le misure (pressoché inesistenti per i professionisti) previste per far fronte all'emergenza economica post-Covid, ha inserito il rinnovo dell'indennità una tantum per i professionisti iscritti alle casse di previdenza private. Indennità da rinnovare per aprile e maggio sulla falsa riga del bonus di 600 euro già erogato a marzo.
A distanza di 15 giorni, ancora non c'è il decreto interministeriale (dei ministri del Lavoro e dell'Economia) attuativo della misura. Ci sarebbe un nodo da risolvere legato ad alcune incompatibilità tra bonus, introdotte dal Dl Rilancio. Spunta un dubbio riguardo ad un'incompatibilità sancita dal Dl Rilancio per cui chi avrebbe percepito l'indennità a marzo non potrebbe vedersela rinnovata per aprile e maggio. È ragionevole pensare che si tratti di un errore, ma che potrebbe comunque causare ritardi nell'attuazione dei bonus.
Ovviamente prima della pubblicazione ed entrata in vigore del decreto attuativo, le casse di riferimento (Inarcassa per gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti) non possono dare il via all'erogazione delle somme ai propri associati.
Aggiornamento del 4 giugno
Oggi agli Stati Generali delle Professioni italiane, organizzati da 23 Ordini professionali per chiedere al Governo il pieno coinvolgimento dei professionisti italiani per azioni e interventi concreti che possano far ripartire il Paese, è intervenuta la ministra Nunzia Catalfo. La ministra ha affermato che il decreto interministeriale attuativo dell'indennità di aprile ai liberi professionisti è stato firmato ed è alla Corte dei Conti. Seguirà il decreto per dare attuazione al bonus per il mese di maggio. La ministra ha confermato che, complessivamente, le indennità per i mesi di marzo, aprile e maggio totalizzano 2.200 euro per ciascun beneficiario.
Aggiornamento del 5 giugno
Il decreto che dà attuazione al solo bonus di 600 euro di aprile è stato pubblicato oggi sul sito del ministero del Lavoro. I dettagli al seguente link.
Il rebus dell'incompatibilità tra l'indennità di marzo e quelle di aprile e maggio
Riguardo all'articolo 86 del decreto Rilancio, questo - a quanto pare per errore - sancisce l'incompatibilità tra l'indennità prevista a marzo per i professionisti iscritti alle casse private (regolata dall'articolo 44 del Dl 18 del 2020) e quella da erogare per i mesi di aprile e maggio sempre a favore di professionisti ordinistici (confermata dall'articolo 78 del Dl Rilancio).
Ecco il testo dell'articolo 86: «Le indennità di cui agli articoli 84, 85, 78 e 98 non sono tra loro cumulabili e non sono cumulabili con l'indennità di cui all'articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 [...]».
Su questa criticità si è espressa - seppure con parole non chiarissime e aperte all'interpretazione -, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. «Voglio fare chiarezza - ha affermato dalla sua pagina Facebook - su una questione importante che coinvolge circa 500mila lavoratori: il bonus di 600 euro per i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata che l'hanno già percepito a marzo verrà erogato anche per i mesi di aprile e maggio. L'art. 44 del Decreto Cura Italia conteneva, infatti, anche le risorse per le indennità di lavoratori stagionali, intermittenti, prestatori d'opera, lavoratori porta a porta che nel Decreto Rilancio sono stati inseriti in un'altra norma (art. 78)».
Il riferimento della ministra è alle risorse stanziate, sulle quali si può ragionare per capire se la presunta incompatibilità sia un errore o meno.
Il punto sulle risorse
Il Dl Rilancio ha portato il Fondo per il reddito di ultima istanza, ossia il fondo che finanzia anche il bonus per i professionisti iscritti alle casse private, a 1 milione e 150mila euro. Di questi, 500 milioni sono stati utilizzati per i bonus di marzo. Per l'erogazione del bonus di 600 euro di marzo per i professionisti con cassa privata sono stati spesi 280 milioni di euro (gli iniziali 200 milioni di euro previsti con decreto interministeriale non sono bastati) e altri 220 milioni sono andati a coprire un'indennità per i lavoratori stagionali, i lavoratori intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d'opera. Il bonus per queste altre categorie è stato rinnovato, ma non andrà, questa volta, a pesare sul Fondo di ultima istanza, che ha in pancia ora 650 milioni da spendere.
Secondo quanto riportano i dossier tecnici della Camera, questa somma sarebbe riservata ai soli bonus per i professionisti.
Qualche dubbio deve, però, essere venuto anche agli esperti della Camera che hanno analizzato i profili finanziari della misura. «Per quanto riguarda la congruità dello stanziamento con le finalità della norma - si legge nel dossier -, si prende atto di quanto affermato dalla relazione tecnica (del governo, nda) secondo la quale sulla base del numero di domande pervenute agli enti per l'indennità relativa al mese di marzo, il rifinanziamento in esame è da ritenersi congruo ai fini della misura per le mensilità di aprile e maggio; si evidenzia tuttavia che la relazione tecnica non esplicita gli elementi idonei alla verifica della predetta congruità anche alla luce delle modifiche introdotte dalla norma in esame».
«Si valuti l'opportunità di chiarire se le indennità siano cumulabili per il caso in cui si riferiscano a mesi diversi» è l'osservazione che emerge nel dossier della Camera relativamente all'analisi dei contenuti dell'articolo 86.
C'è da dire che il decreto interministeriale atteso andrà a prevedere «ulteriori criteri di selettività della misura», si legge nel dossier. Fatto sta che, se c'è da correggere - come si spera - l'articolo 86, in modo da far sparire ogni dubbio sull'incompatibilità tra l'indennità di marzo e quelle di aprile e maggio, allora c'è un problema di tempi, perché il decreto attuativo non può andare in contrasto con i contenuti del Dl.
Gualtieri: «Mille euro a maggio»
Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, lo scorso 26 maggio, ha dato conto dei tempi senza esprimere alcuna preoccupazione. «Ricordo - ha affermato - che l'indennità include anche i professionisti, anzi con la soppressione del requisito dell'iscrizione esclusiva alla cassa professionale, la platea dei beneficiari dell'indennità si allarga a molte migliaia di persone che non hanno avuto accesso ad essa in precedenza e ora lo avranno. Il ministero del Lavoro, insieme al Mef sta predisponendo il decreto attuativo per mettere in condizione le casse di erogare i 600 euro nei prossimi giorni e la rata successiva di mille euro».
La platea rivista dal Dl Rilancio
Anche in riferimento alle risorse, è utile sapere che la platea beneficiaria dell'indennità di aprile e maggio è già cambiata con il Dl Rilancio, che ha introdotto, da una parte, una restrizione, prevedendo che i beneficiari non possano essere titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o di pensione, dall'altra ha eliminato il "paletto" dell'iscrizione in via esclusiva alla cassa di previdenza privata. Aspetto quest'ultimo che, però, non interessa gli ingegneri e gli architetti in quanto Inarcassa nel suo statuto sancisce l'obbligo di iscrizione alla cassa per architetti e ingegneri liberi professionisti non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie.
di Mariagrazia Barletta
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