Dalle rovine di un rustico, nasce sulle colline biellesi un contenitore trasparente ispirato alla Glass house di Philip Johnson. A progettarla, per l'imprenditore Alberto Savio, è l'architetto di origini biellesi, con studio a Milano, Federico Delrosso.
L'edificio, completamente vetrato, nasce da ciò che resta di un piccolo rudere, di cui sono stati conservati alcuni segni. L'impianto murario rurale diventa il basamento, la connessione con il territorio dal quale nasce il nuovo intervento: una struttura in calcestruzzo che si apre verso il paesaggio con due grandi "ali orizzontali" ed una pelle di vetro completamente apribile che ne racchiude il volume.
Fotografia credits @Matteo Piazza
Landmark e contenitore culturale
Il piccolo volume preesistente viene dunque smaterializzato nella nuova architettura fatta di luce e trasparenza. L'edificio ha una superficie di circa 80 metri quadri e si estende di ulteriori 50 mq aprendo le vetrate scorrevoli che circondano il volume sui quattro lati. Più nel dettaglio, la nuova architettura è stata concepita come un prezioso contenitore culturale, un landmark con l'intento di creare nuove possibilità di relazione con il territorio biellese.
Fotografia credits @Matteo Piazza
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«Quando qualche anno fa ho potuto acquisire questo terreno, con Federico ci siamo interrogati su cosa fare. L'idea era di fare un'abitazione privata, ma strada facendo, mentre la costruivamo, ci siamo gradualmente resi conto che farla rimanere privata sarebbe stato ingiusto. E lo sarebbe stato nei confronti del paesaggio e del luogo che ci accoglie. Dunque ho deciso di metterla a disposizione di chi vorrà utilizzarla per meglio rappresentare questo nostro territorio al di fuori dei suoi confini. È un'abitazione privata che metto a disposizione di enti e di società», ha affermato Alberto Savio, imprenditore e proprietario di Teca House, durante la presentazione alla stampa moderata dal giornalista, Giorgio Tartaro.
Due lame orizzontali poggiate su sei esili pilastri
«Questo spazio, che è molto semplice come gesto, è costituito da due lame orizzontali, che sono i solai in cemento armato, appoggiate su sei colonne verticali da 25 centimetri che sostituiscono gli elementi verticali esistenti, ossia gli alberi che erano qui con il rudere. L'approccio è stato minimo sul contesto. Abbiamo voluto far passare luce e sguardi un po' da tutti i punti di vista. È un progetto apparentemente semplice, ma in realtà molto complesso perché dietro questi solai da 40 centimetri e questi vetri cielo-terra esiste un sofisticato progetto strutturale e impiantistico che ha permesso a questo edificio di ottenere tra l'altro la classe A4», ha spiegato Federico Delrosso
Fotografia credits @Matteo Piazza
Le lame che costituiscono i solai vanno a sbalzo di due metri e sono rastremate in alto, favorendo l'irraggiamento solare invernale e proteggendo da quello estivo. La trasparenza diffusa enfatizza la percezione mutevole della luce durante l'arco della giornata ed il susseguirsi delle stagioni.
La teca può accogliere riunioni od ospitare cocktail di lavoro, ma è anche un rifugio intimo per la lettura o per la pratica dello yoga. Può anche trasformarsi in una foresteria per gli ospiti occasionali del padrone di casa e di sua moglie che vivono poco distante, in una villa collocata ai piedi della collina.
Delrosso: «Un progetto custode delle emozioni»
Fotografia credits @Matteo Piazza
«In questo progetto la Teca custodisce l'uomo e le sue emozioni. Un punto di vista privilegiato e poetico, una totale immersione nella natura, quasi come se il fruitore fosse sospeso nel vuoto. Contestualmente essa lavora in negativo: lo sguardo è infatti rivolto dall'interno all'esterno, ad indicare la centralità dell'essere umano» rimarca Federico Delrosso.
Comfort ambientale e materiali lasciati a grezzo
Oltre al recupero della pietra originale proveniente dal rustico, sono stati impiegati materiali naturali e lasciati a grezzo, come il calcestruzzo per struttura e pavimenti ed il multistrato di betulla per arredi e rivestimenti.
Fotografia credits @Matteo Piazza
Fotografia credits @Matteo Piazza
La realizzazione di un impianto di climatizzazione mono-energia in pompa di calore aria/aria abbinato a sistemi radianti a pavimento, e ventilconvettori, il sistema VMC e l'impianto fotovoltaico ad alte prestazioni, garantiscono il comfort ambientale, in tutto l'arco dell'anno e con qualsiasi condizione climatica esterna.
di Mariagrazia Barletta
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