Un incubatore di imprese sociali, associazioni e cooperative per un nuovo welfare di comunità. E poi unità di cohousing, uno studentato, laboratori, una guest house e un mercato sociale. Sarà un mix di funzioni, capace di riverberi ad alto impatto sociale ed economico, a far rinascere l'ex sanatorio di epoca fascista: il Galateo di Lecce. L'idea per la nuova vita del complesso, vincolato, è dei giovani di Archistart Studio (fondato da Giacomo Potì, Lucio Risi, Tommaso Santoro Cayro e Davide Tartaglia), sviluppata in collaborazione col gruppo Alcotec.
Gli architetti, trentenni, si sono aggiudicati (al momento in via provvisoria) il concorso di progettazione bandito da Puglia Valore Immobiliare (società interamente partecipata dalla Regione Puglia e proprietaria del compendio) in collaborazione con la Regione, la città di Lecce, Arca Sud Salento, il Consiglio nazionale degli Architetti, l'Ordine degli Architetti di Lecce e la Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto.
I vincitori dovranno sviluppare gli elaborati progettuali per giungere al livello di definizione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica. A loro - dopo le consuetudinarie verifiche - andrà un premio di 80mila euro.
Il progetto
Il compendio, da anni in stato di abbandono, sarà sede di una comunità sperimentale, dove i cohouser di tutte le generazioni potranno godere di servizi comuni. «Questo progetto innovativo sarà l'occasione per Lecce di sperimentare un modello di comunità che grazie alla presenza di un grande parco pubblico sarà condiviso ed accessibile da tutta la cittadinanza», è il commento degli architetti, affidato ad una nota.
L'obiettivo è insediare nell'ex sanatorio (12.300 mq complessivi) una comunità solidale. Si prevedono: 48 appartamenti di diverso taglio, 10 guest house, spazi per 35 studenti, 6 laboratori artigianali, 6 imprese sociali insediabili, 1.700 metri quadrati di spazio commerciale, 1 hub multifunzionale e 30mila metri quadrati di parco. Come "collante" per questa pluralità di usi, il progetto di Archistart propone di insediare anche un incubatore di startup, imprese sociali, associazioni, cooperative e freelance. L'obiettivo? Generare lavoro, a partire dalle risorse della comunità stessa.
Realizzato tra il 1932 e il 1934 dall'Istituto nazionale fascista per la previdenza sociale nell'ambito delle azioni di contrasto alla tubercolosi, l'ex sanatorio è destinato anche a diventare l'asse di attraversamento dal centro storico verso il parco a sud, quindi un collegamento tra esterno e interno cittadino.
Mixité sociale e generazionale
Come accennato, il progetto prevede di insediare unità di cohousing, che andranno ad occupare oltre la metà della superficie costruita disponibile, con l'intento anche di favorire l'incontro intergenerazionale. Per le unità abitative viene proposto sono un sistema modulare e flessibile di pannelli u-build system (sistemi di autocostruzione in legno), prevedendo già una futura trasformazione del mix residenziale in base alle necessità degli utenti.
Quanto allo studentato, questo sarà arricchito con spazi di condivisione. «La comunità di studenti rappresenterà un valore aggiunto per la comunità solidale dell'ex Galateo e la collocazione dello studentato vicina al cosiddetto "Brain" garantisce lo scambio con le realtà insediate e con i fruitori dei laboratori», assicurano i progettisti.
Non solo housing
Oltre al cohousing e allo studentato, i vincitori hanno previsto una guest house per l'ospitalità temporanea e un incubatore di imprese sociali, associazioni, cooperative e freelance.
L'incubatore, battezzato "Brain" viene inteso come un plus che non offre supporto economico o finanziario diretto, ma accompagna il percorso attraverso azione mirate di supporto imprenditoriale. «Per far parte di "Brain", le realtà interessate dovranno dimostrare un forte contenuto etico ed innovativo coerente con la mission della collettività dell'ex Galateo. Questa strategia mira a generare un nuovo welfare di comunità, che consenta a chi sosta, vive ed interagisce all'interno della struttura, di far parte di una rete di opportunità concrete che producano impatto sociale ed economico», sottolineano da Archistart.
Il mercato sociale (aperto alla città) viene immaginato come un ambiente ibrido con temporary shop, spazi di vendita, ristorazione, caffetteria ed aree per il tempo libero. «Queste funzioni rappresenteranno un servizio di comunità per i residenti e saranno ulteriore occasione di apertura alla città, oltre che di sostenibilità economica, considerando attraverso il progetto anche le questioni legate alla gestione del complesso immobiliare», spiegano ancora gli architetti.
di Mariagrazia Barletta
ARCHISTART STUDIO
Archistart Studio, fondato nel 2015, è composto da 15 professionisti con base a Lecce, Roma e Milano. Un collettivo di under35 che, in una dimensione collaborativa interdisciplinare, studia e ricerca nuovi modelli di architettura. Lo studio è oggi parte del gruppo Alcotec con cui condivide il suo percorso di crescita.
Fondatori: Giacomo Potì (Lecce, ‘87), Lucio Risi (Roma, ‘87), Tommaso Santoro Cayro (Latina, ‘87), Davide Tartaglia (Roma, ‘87)
Team: Denise Cammisa (Bari ‘87), Sara Musarò (Lecce, ‘90), Andrea Marcello Petrachi (Lecce, ‘92), Francesco Ingrosso (Lecce, ‘94), Vito Ingrosso (Lecce, ‘87), Cristina Blasi (Lecce, ‘90), Giulia Monte (Chieti, ‘89), Rosa Urso (Lecce, ‘95), Gianluigi Caracuta (Lecce, ‘86), Roberto Ubaldi (Ascoli Piceno, ‘90).
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