Il Museo Ebraico Danese a Copenhagen di Daniel Libeskind

Daniel Libeskind racconta la storia del salvataggio dall'Olocausto di 7000 Ebrei Danesi, che riuscirono a riparare nella neutrale Svezia a bordo di imbarcazioni da pesca. Il riferimento all'episodio determina la morfologia dello spazio, definito da muri diagonali, fessure e percorsi labirintici, ma arricchito anche da installazioni d'acqua e dalla presenza dell legno di quercia, materiale con cui erano costruite le barche. La parola mitzva che campeggia all'ingresso si può intendere come "buona azione": quella dei Danesi che intervennero per salvare i propri connazionali dalla deportazione.

Camminando sul pavimento irregolare, costituito da assi di legno, i visitatori hanno l'impressione di muoversi su una barca e rivivono le sensazioni dei fuggitivi. "Si ha l'impressione di non trovarsi sulla terra ferma" spiega Janne Lauresen, direttrice del museo. A differenza del museo di Berlino dello stesso Libeskind, l'oscurità lascia il posto al colore chiaro delle pareti rivestite in legno di betulla, ad evocare il paesaggio scandinavo e sottolineare ulteriormente il tema positivo del salvataggio.

Il museo, costato 9 milioni di corone, è stato realizzato nella sezione più antica dell'attuale Biblioteca Reale, la rimessa delle barche, che durante l'occupazione nazista servì da nascondiglio ad una bottega di manufatti della tradizione ebraica (rotoli , manoscritti). Oltre alle vicende del 1943, l'esposizione permanente del museo testimonia la storia degli ebrei di Danimarca a partire dal diciassettesimo secolo, raccontandone la vita quotidiana, la religione e la cultura.  

Sito ufficiale del museo
www.jewmus.dk/

Danish Jewish Museum Mitzvah sul sito web di Libeskind

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