A poche settimane dal crollo avvenuto il 23 maggio, che ha coinvolto la copertura della "barriera" d'imbarco del terminal 2E, i tecnici incaricati di individuare le cause dell'incidente non sono riusciti a determinare un'unico fattore scatenante del cedimento strutturale. Lo stesso progettista, l'architetto Paul Andreu, riconosce di non potere formulare un'ipotesi definitiva, essendo comunque convinto di non avere responsabilità dirette.
Gli esperti tendono a escludere l'errore di calcolo, ma valutano altri aspetti più legati al contesto specifico in cui sorge l'aeroporto.
Philippe Bisch, ingegnere e direttore generale della società Séchaud et Metz, ritiene che potrebbe essere stato sottovalutato il verificarsi di fenomeni di spostamento degli appoggi, dovuti alla particolare natura del sottosuolo di Roissy: tali cedimenti avrebbero potuto produrre forti ricadute sulle volte del terminal. Lo stesso Bisch precisa però che, essendo ben note le soluzioni tecniche a questo genere di problemi, bisogna cercare di risalire a un complesso di fattori.
In primo luogo la riflessione si concentra sulle eventuali semplificazioni strutturali imposte all'edificio dall'analisi condotta su modelli di calcolo virtuali. Il crollo sembra essersi prodotto solo per l'azione del peso proprio della struttura, non essendo in atto al momento del cedimento altre sollecitazioni che potessero contribuire a determinarlo (forza del vento, pioggia, abbondanti nevicate, terremoto, esplosioni). Gli unici segnali dell'imminente rottura della volta sono stati alcuni scricchiolii, che hanno consentito di mettere in salvo la maggior parte delle persone presenti nel terminal (alla fine il bilancio è stato di quattro morti e tre feriti).
La struttura, lunga 700 m, era una specie di tunnel costituito dalla successione di dieci gusci di cemento armato, irrigiditi da tiranti d'acciaio posti sull'estradosso della volta. Una superficie di vetro di 36000 mq avvolgeva all'esterno la sala d'imbarco, che poggiava su un'infrastruttura composta da pali, vele e pavimenti in cemento armato. Circa un anno prima dell'inaugurazione, uno dei gusci della volta era stato interessato da un parziale cedimento. L'impresa che ha costruito i gusci, la GTM, ha precisato che questi sono stati fabbricati in base a calcoli trasmessi ad ADP (Aeroporti di Parigi), la società al tempo stesso responsabile dei lavori e proprietaria dell'opera, che li ha recepiti senza riserve.
Tra le cause che potrebbero avere determinato il disastro di Roissy può essere evidenziata anche la particolarità della porzione di volta crollata, che aveva richiesto un'ideazione e un'esecuzione speciali per la presenza di gallerie di collegamento con altre parti dell'edificio. Una verifica insufficiente di questo tratto, caratterizzato da un numero maggiore di bucature per consentire il passaggio dei pedoni,potrebbe avere lasciato in ombra eventuali difetti della struttura. Durante la costruzione si riscontrarono diversi fattori critici: pali di fondazione sottostimati, fessure fuori dalla zona del crollo (riparate in fase di cantiere), abbondanti perdite d'acqua attraverso un sottosuolo considerato secco, e altro ancora.
Molti osservatori ritengono che le conseguenze del crollo del terminal 2E, simbolo della capacità realizzativa francese, si estenderanno fino a coinvolgere la credibilità dell'intero settore edile e a determinare un passo indietro dell'architettura, per il timore che eventi del genere possano ripetersi. Anche per questo continua il lavoro dell'apposita commissione nominata dal Ministro dei Trasporti e dei vari periti incaricati di fare chiarezza sulla vicenda.
Immagini del terminal 2E prima del crollo:
www.kirikou.com/tuttifrutti/cdg2e/cdg2e2.htm
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