Realizzazione di spazi verdi, di verde verticale, forestazione periurbana e incremento di suolo permeabile. Riciclo delle acque meteoriche, ma anche implementazione delle banche dati climatiche e rafforzamento della capacità di analisi del rischio al fine di ridurre la vulnerabilità delle città rispetto al cambiamento climatico.
Sono alcune delle azioni contenute nel programma sperimentale di interventi per l'adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano, messo a punto dal ministero della Transizione ecologica e diventato realtà con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale di ieri, 8 giugno, di un apposito decreto direttoriale.
Il programma finanzia, con una dote di 79,4 milioni di euro, interventi volti ad aumentare la resilienza delle città soggette ai rischi generati dai cambiamenti climatici. Le città, con popolazione non inferiore a 60mila abitanti (si fa riferimento ai dati Istat del 2019) possono candidare interventi progettati per mitigare gli effetti delle ondate di calore, delle precipitazioni estreme e della siccità.
Il 40 per cento delle risorse è a favore dei Comuni capoluogo delle città metropolitane. Alle città con popolazione residente non inferiore a 100mila abitanti spetta il 30 per cento della dote complessiva e l'altro 30 per cento sarà destinato ai Comuni con popolazione compresa tra 60mila e 99.999 abitanti.
Elenco dei Comuni destinatari del Programma e ripartizione delle risorse
Gli interventi ammessi
Gli interventi devono essere eseguiti su aree e beni di esclusiva proprietà pubblica. E sono suddivisi in tre macro-categorie: «interventi green e blue», «interventi grey» e «misure soft di rafforzamento della capacità adattiva».
Nel primo gruppo «interventi green e blue» rientrano progetti di diversa tipologia, tra cui: la creazione di spazi verdi, azioni di forestazione periurbana, l'utilizzo di materiali riflettenti o a basso assorbimento di calore, per utilizzi orizzontali e verticali, interventi di edilizia climatica (tetti e pareti verdi, boschi verticali, barriere alberate ombreggianti, etc..), creazione di sistemi di raccolta delle acque meteoriche, con depurazione e accumulo finalizzato al riciclo per usi non umani. Infine, ma non certo per importanza, vi sono gli interventi finalizzati al riciclo e riutilizzo delle acque reflue depurate.
La macro-categoria «interventi grey» comprende la creazione, l'ampliamento o il rifacimento in ambito urbano di aree pedonali, parcheggi, piazze, bordi stradali, percorsi, con la rimozione della pavimentazione esistente e il ripristino della permeabilità del suolo in chiave di rigenerazione urbana. È finanziabile in tale ambito anche la sperimentazione sugli spazi pubblici di soluzioni per il drenaggio urbano sostenibile, come le piazze o spazi multifunzione oppure strutture, vasche, serbatoi deputati alla raccolta e al deflusso dell'acqua meteorica.
Nella categoria «misure soft di rafforzamento della capacità adattiva» sono finanziabili azioni finalizzate a migliorare le conoscenze a livello locale (es. implementazione di banche dati climatiche/impatti/vulnerabilità, sistemi Ict predittivi, rafforzamento dei sistemi di monitoraggio, ricerca di nuove fonti di approvvigionamento idrico in ambito urbano, ecc.), nonché alla redazione di strumenti di pianificazione comunale di adattamento ai cambiamenti climatici. Accedono alle risorse stanziate anche gli interventi volti a migliorare la capacità di previsione e prevenzione a livello locale (es. scenari climatici, analisi di rischio, ecc.) e misure di sensibilizzazione, formazione, partecipazione sull'adattamento a livello locale e sulla riduzione della vulnerabilità specifica per gli operatori locali e per la rete dei portatori di interesse.
Specifiche tecniche per l'ammissibilità degli interventi
90 giorni per l'invio delle candidature
Dalla pubblicazione del decreto direttoriale in Gazzetta ufficiale, i Comuni hanno 90 giorni di tempo per presentare al ministero i progetti da candidare. Le spese di progettazione e di realizzazione ammissibili devono essere sostenute dopo la pubblicazione del decreto direttoriale in «Gazzetta» (dunque dopo l'8 giugno 2021).
Per l'attuazione del programma è istituito un tavolo di monitoraggio presso la direzione generale per il Clima, l'energia e l'aria del ministero, con il compito di valutare i progetti, supportare la direzione generale nella verifica della documentazione inviata dai Comuni, monitorare l'avanzamento del programma e promuovere azioni di coordinamento con le altre forme di finanziamento. Siedono al tavolo di monitoraggio: un rappresentante dell'Anci, uno dell'Ispra e un rappresentante (con funzione di presidente) della direzione generale per il Clima, l'energia e l'aria.
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