Lo studio italiano C+S Architects, in collaborazione con Citizenstudio di Mosca, si aggiudica il concorso internazionale «Face of Renovation», bandito dal governo di Mosca per ridisegnare i fronti urbani e gli spazi pubblici di 52 aree cittadine. Un maxi-piano che si inserisce nel programma di rinnovamento del patrimonio abitativo, destinato a cambiare il volto della città tentando anche di risolvere l'estraniante monotonia dei grandi blocchi residenziali. Un programma ambizioso che passa per il ridisegno delle facciate e che punta a generare spazi urbani nuovi, aperti e confortevoli, a migliorare la qualità degli alloggi e dei servizi, andando ad incidere positivamente sulla qualità di vita dei cittadini.
C+S Architects e Citizenstudio riprogetteranno l'area Metrogorodok (lotto numero 13), per una superficie totale edificabile di 1.36 milioni di mq. Un'area confinante con il Parco Nazionale Losiny Ostro (la più grande area verde di Mosca), attraversata da una sorta di spina dorsale: l'asse urbano del Otkrytoye Shosse boulevard.
Superare l'attuale ripetitività delle facciate per generare una nuova identità per l'area; interagire con gli elementi specifici del contesto, individuare dei punti di aggregazione e gli spazi pubblici capaci di diventare capisaldi riconoscibili dai cittadini; creare una gerarchia di spazi pubblici e semi-pubblici, per ampliare la variabilità degli scenari di vita urbana e creare una città vivibile e sostenibile, sono i punti chiave a cui il progetto dà risposta.
Creare identità con materia, colore e plasticità
«Abbiamo studiato insieme a Citizenstudio la trasformazione nel tempo dell'edilizia abitativa di Mosca e abbiamo visto che molto spesso per creare identità si è lavorato su tre temi che sono: materialità, colore e plasticità delle facciate», spiega Maria Alessandra Segantini, alla guida di C + S Architects con Carlo Cappai.
«Il concetto di plasticità - prosegue l'architetto - ci ha dato l'occasione di introdurre il tema della sostenibilità: in alcuni punti abbiamo aggiunto alle facciate, generalmente piatte, delle serre climatiche: dei giardini di inverno apribili nella bella stagione, capaci di incidere positivamente sul benessere termico». Le serre rompono la linearità delle facciate che, opportunamente manipolate, incrementano la qualità abitativa degli edifici, «tutti di proprietà pubblica», precisa Maria Alessandra Segantini. Per introdurre le serre, le facciate si piegano verso l'esterno con un duplice effetto: gli affacci verso il bosco si moltiplicano e la superficie interna risulta incrementata.
In sintesi, la variabilità e la varietà degli scenari di sviluppo è ottenuta attraverso l'uso di due strumenti principali: la plasticità della facciata e la gradazione del tono di colore connessa alla sua metricità. Materia e colore diventano una guida per identificare gli spazi pubblici e le facciate, nonché le loro relazioni con il bosco.
La transizione: dal boulevard minerale al parco naturale
«Avevamo due elementi importanti da considerare: a nord il bosco del parco Losiny Ostro, che è il più grande di Mosca, e dall'altra parte il boulevard. Al primo, naturale, abbiamo assegnato il colore verde; al secondo, minerale, abbiamo associato il rosso, prevedendo diverse materialità. Abbiamo creato poi un algoritmo per stabilire, per ciascun edificio, la rispettiva area di influenza». Gli edifici verso il boulevard assumono una colorazione rossa, quelli che gravitano intorno al parco si colorano di verde, mentre nelle aree di transizione tra i due poli predominano tonalità più neutre, quali il bianco e il grigio chiaro, che lasciano emergere la vivacità dei parterre dei parchi, anch'essi frutto del progetto di rinnovamento italo-russo.
Viene infatti a costituirsi una gerarchia di spazi pubblici e semi-pubblici. Rientrano in quest'ultima categoria le grandi corti degli edifici residenziali, disposte in una sequenza lineare. Si tratta di «spazi più protetti, tutti con parterre colorati, giochi per bambini e aree per lo sport», riferisce ancora Segantini. La porosità dei piani terra ne amplierà la fruizione. Nella zona in cui si concentrano i servizi, tra cui le scuole, gli spazi verdi saranno messi in relazione l'uno con l'altro, dando vita ad un grande spazio pubblico.
La piazza? Non è un vuoto, bensì un interno urbano
Gli architetti di C + S hanno esportato a Mosca un concetto a loro caro: considerare le città come «interni urbani»: le piazze non sono vuoti ma spazi interni in continuità con le facciate degli edifici e con il verde che vi si affacciano. L'uso della materia rimarca questo concetto.
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