Rendez-vous con Mozart: nel cuore di Innsbruck noa* ridisegna lo storico hotel meta di celebri viaggiatori

di Mariagrazia Barletta

Viaggio nel tempo in 48 camere. Un mix di stili per una dimensione quasi senza tempo che bandisce il bianco ed il minimalismo. È concepito come un viaggio virtuale il restyling con sopralzo dello storico hotel Altstadthotel Weisses Kreuz nel cuore di Innsbruck, meta da sempre di famosi viaggiatori e celebri nomi, uno su tutti: Wolfgang Amadeus Mozart che vi soggiornò nel 1769. A ridisegnare i sei piani dell'edificio del Quattrocento, aggiungendovi un attico, è lo studio noa* - network of architecture con sedi a Bolzano e Berlino, fondato da Lukas Rungger e Stefan Rier.

La facciata dell'Altstadthotel Weisses Kreuz, fotografia di ©Alex Filz

L'attico di nuova realizzazione, fotografia di ©Alex Filz

La chiostrina illumina e si trasforma in terrazza verde

Spazio privato di una delle camere, ricavato nella chiostrina, fotografia di ©Alex Filz

Spazio privato di una delle camere, ricavato nella chiostrina, fotografia di ©Alex Filz

Non lontano dal famoso Tettuccio d'oro, l'Altstadthotel ha sede in un edificio che si sviluppa in profondità a partire dalla cortina su strada, con il lato corto con accesso da un tipico porticato del Tirolo. Un limite diventa un elemento caratterizzante: nella parte centrale dell'edificio, priva di finestre, la luce filtra nelle stanze per mezzo di un pozzo di luce che si sviluppa tra il primo e sesto piano dando vita a piccole terrazze verdi private.

L'attico blu «Chic shock Baroque»

All'edificio è stato aggiunto un attico che, «mantenendo la pendenza originale verso la strada, si sposa con il paesaggio urbano e del quartiere circostante e spicca in altezza sulla parte posteriore, con un totale di sei cubi di vetro che offrono una splendida visuale sui tetti della città. Da qui gli ospiti possono godere di un panorama unico con vista sulla Pulverturm, sul trampolino del Bergisel e sulla catena montuosa Nordkette», spiegano i progettisti.

Il sesto piano di nuova realizzazione, le aree comuni, fotografie di ©Alex Filz

Al nuovo sesto piano è collocata la reception, dove a dominare è una lunga sala con un tavolo «di 13 metri realizzato su misura in ottone con ornamenti barocchi». È questo il fulcro di tutte le attività: accoglienza dei clienti, colazione a buffet, bar e luogo di incontro per la sera, aperto al pubblico. Il tavolo è reso ancora più evidente grazie all'accostamento con il pavimento in rovere fumigato e al contrasto con le tonalità del blu scuro delle pareti. 

Vista sui tetti, fotografia di ©Alex Filz

«Con le sue finestre a bovindo, nicchie di vetro e una vista mozzafiato - affermano ancora i progettisti -, l'attico blu è tutt'altro che "freddo". Diverse zone relax con poltrone eccentriche e luci in stile Gatsby creano un mix variegato, dove affascinanti accenti in rosa chiaro e giallo ocra si fondono con l'opulenza dell'ottone. Elementi presi dalle più diverse epoche stilistiche accompagnano gli ospiti in una dimensione quasi senza tempo. È proprio qui che il motto del progetto - «Chic Shock Baroque» - esprime il suo lato più multiforme e curioso. Non c'è spazio per il minimalismo o per il bianco: tutto, persino i dettagli tecnici, è accuratamente coordinato in un'armonia cromatica. La vivacità si riflette in ogni elemento e ricorda la storia dell'evoluzione architettonica di questo edificio, ora protagonista di un nuovo capitolo».

Camere: un'atmosfera fuori dal comune

I piani che ospitano le nuove stanze e suite sono stati riorganizzati. Qui il colore diventa parte integrante del viaggio nel tempo. «Lo stile Barocco si ritrova in dettagli particolari, come ad esempio in una gamba del lavabo o di una cassettiera, ma si percepisce anche in altri accessori, oltre a essere accentuato da una serie di fotografie realizzata ad hoc in cui le protagoniste sono signore riccamente agghindate, che riprendono il filo conduttore dello "Chic shock Baroque" con particolari stravaganti», affermano allo studio noa*.

Le terrazze ricavate nella chiostrina, fotografia di ©Alex Filz

L'atmosfera fuori dal comune si respira già dal primo piano, ulteriormente ampliato con sei stanze affacciate sul cortile. Le camere sono dotate di terrazza con copertura vetrata, che offre agli ospiti uno spazio esterno. Al primo piano la camera «Superpatio» è  allestita in stile giungla per ricreare una piccola oasi verde punteggiata da mobili antichi. Salendo al secondo piano si trova la «Mozart Suite»: «proprio quell'ampio rifugio dove il giovane Mozart ha trovato ai suoi tempi riposo, caratterizzata da un tripudio di rosso e oro ed elementi pomposi. In omaggio all'indole giocosa del famoso compositore, la stanza è stata arricchita con un tavolo da biliardo, vera e propria attrazione della camera», rimarcano i progettisti.

La camera «Superpatio», fotografia di ©Alex Filz

La «Mozart Suite», fotografia di ©Alex Filz

Camera «Light green», fotografia di ©Alex Filz

Al terzo piano si trova la stanza più piccola in assoluto, ribattezzata «Il ripostiglio delle scope», rimasta volutamente incompiuta. Con le sue pareti non intonacate, è l'unico angolo "senza stile" della struttura. Unica nota di colore: una racchetta da tennis autografata da un noto campione di Wimbledon. Il quarto piano si estende con altre dieci stanze nell'edificio adiacente: la cosiddetta «Frank House». Qui la camera detta "Golden Roof" si distingue per i suoi arredi dorati che richiamano il Tettuccio d'oro, visibile affacciandosi dal bow-window.

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